In un clima di (meterologica) ripresa, il quinto giorno del Cortona Mix Festival è stato il giorno dell’orgoglio: orgoglio omosessuale, quello del sociologo Frédéric Martel, orgoglio politico, quello del premio Strega Francesco Piccolo, orgoglio di tutti noi, con l’esecuzione della Nona di Beethoven al Signorelli. Le cose da raccontarvi sono diverse, per cui iniziamo subito!
Frédéric Martel, il sociologo autore del volume Global Gay sulla condizione degli omosessuali nel mondo, lo abbiamo conosciuto direttamente per le strade di Cortona. È stato proprio lui ad avvicinarsi, martedì sera, mentre cercava sotto la pioggia dove fosse proiettato il documentario su Piazza Tahrir. Abbiamo parlato con lui anche ieri, prima e dopo l’intervento, e si è dimostrato una persona molto competente, persino ironica. La sua conferenza, inizialmente programmata nel chiostro di Sant’Agostino, è stata spostata all’interno a causa della pioggia. Sono stati numerosi i temi affrontati nel corso dell’intervista, guidata da Alessandra Tedesco (la ricordate? Quella che l’anno scorso intervistò Saviano. Non è migliorata), ma in sintesi si è ricordato come i movimenti per i diritti LGBT operano anche dove meno ci si aspetta e che, in certi casi, paesi che noi consideriamo retrogradi sono legislativamente più avanzati di quelli occidentali. Per esempio, un transgender può operarsi gratuitamente in Iran, cosa che nella civile Francia non è possibile. È chiaro che diversi contesti culturali rendono diverse le strategie da adottare: in un paese come il Giappone, ad esempio, l’omosessualità è tollerata, ma non viene per principio “pubblicizzata”. Il coming out, il dichiararsi apertamente che è la pratica usata in Occidente, è visto come un atto volgare e contrario alla riservatezza. Consigliamo a tutti di acquistare il volume, così per farsi un’idea sull’argomento, e per esempio chiedersi perché l’Italia è l’unico paese del G7 a non prevedere la regolarizzazione delle unioni civili.
L’orgoglio politico di Francesco Piccolo ha trovato espressione nel suo bel volume L’importanza di essere come TUTTI, edito da Einaudi e di recente premiato con lo Strega. Piccolo, sceneggiatore e scrittore (suoi per esempio Il Caimano e Habemus papam di Moretti, film decisamente profetici), ha descritto la propria formazione politica e il proprio rapporto con Berlinguer (prima) e Berlusconi (poi). La sua adesione al comunismo italiano nasce da un incontro del Campionato del mondo di calcio 1974 – Germania Ovest contro Germania Est – in cui i tedeschi orientali ebbero la meglio grazie ad un gol di Jürgen Sparwasser. Vedere per una volta i più deboli vincere, innescò in lui una naturale adesione alle ragioni degli sconfitti e ad indentificarsi nelle ragioni del PCI. Le sconfitte, tuttavia, si tramuteranno rapidamente in sconfittismo, malattia di quelle forze politiche che non credono di doversi conquistare l’elettorato necessario a vincere, ma rimangono graniticamente sulle proprie posizioni per poter vantare una coerenza ideologica che poi non incide sulla vita delle persone. La purezza porta ad essere reazionari, ha riconosciuto lucidamente Piccolo. Ha concluso questo bell’incontro la lettura di un passo del libro dedicato alla moglie, definita affettuosamente Che-sarà-mai, in quanto questa è la risposta che lei ha pronunciato di fronte ai grandi eventi degli ultimi anni, dalle Torri Gemelle a Berlusconi al governo, anche quando la preoccupazione del marito era evidente.
Poi c’è la Nona. Parlare della Nona (in questo caso eseguita dall’ORT con la direzione di Daniele Rustioni e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino) significa parlare della nostra cultura, di noi stessi, del nostro ieri, del nostro oggi e del nostro domani. Un Signorelli mai visto, con il palco dilatato a dismisura e musicisti in ogni dove, pubblico fitto fitto, giovani e giovanissimi anche in piedi, estasiati dalla musica. Quando qualcuno dice che questo è un festival vecchio e noioso, non accettiamo che si riferisca a eventi come questo. La musica è un patrimonio troppo grande per poterlo perdere, e soprattutto per poterlo avocare a un gruppo ristretto di tromboni stempiati. La classica è di tutti, e se i ragazzi non l’ascoltano è perché qualcuno non gliene ha mai parlato. Dov’eri, professoressa? Dove eri, professore? Mica serve per forza l’insegnante di musica per educare al bello…
Di bello c’era tantissimo ieri sera. Ma parlarne sarebbe come turbare un’esperienza mistica. Accendete lo stereo, mettete su von Karajan o Toscanini che dirigono questa Sinfonia, e lasciatevi andare. Non servono tante altre parole.
Prima di chiudere, parliamo dei documentari. Siamo consci del fatto di avervi lasciato a bocca asciutta con le proiezioni notturne: vuoi perché la vecchiaia avanza e ci risulta sempre più difficile fare le due per vederli, vuoi perché le Visions sono state la sezione più rimaneggiata del programma, con spostamenti d’orario e di luogo di proiezione. Comunque il buon Danny ha provveduto a vedersene ben due, ieri:
The Square di Jehane Noujaim. Due amici divisi dalla politica sullo sfondo della rivoluzione che nel 2011 rovesciò il regime di Hozni Mubarak e prese avvio da grandi proteste popolari in piazza Tahrir. Il documentario racconta anche il prosieguo degli eventi egiziani, con l’arrivo al potere dei Fratelli Musulmani e il ritorno dell’esercito. Dalla consapevolezza che senza una reazione civile e popolare non c’è democrazia, i due si riavvicineranno. Premiato dal pubblico al Sundance Festival e candidato all’Oscar.
Picasso di Hugues Nancy e Olivier Picasso. I cento colori di una vita che ne conteneva tante altre all’interno, ovvero la storia di Pablo Picasso: genio, visionario, donnaiolo, attivista politico, artista…
Questo documentario descrive fin nei dettagli l’uomo che si cela dietro il genio, ripercorrendo la sua lunga vita (91 anni) dalla natia Malaga fino alla morte avvenuta in Provenza. Tra gli eventi che scorrono sullo schermo, la formazione inquieta, la dolce vita parigina a Montmartre e Montparnasse, l’amicizia con André Breton, ma anche Apollinaire e Matisse, e il rapporto controverso con le tante donne che ha sedotto e abbandonato. Non avendo scritto, di proposito, alcun testamento, risulterà difficile dividere la sua eredità tra gli innumerevoli figli sparsi per il mondo.
Poi ci sono le sue opere, oltre centomila (!), tra cui le perfette creazioni giovanili (a dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino) ai capolavori della maturità, come Guernica, simbolo degli orrori della guerra. La stessa colomba della pace è una sua idea, proposta alla fine della seconda guerra mondiale per una conferenza mondiale della pace svolta a Parigi.
Torniamo al Mix in corso. Oggi, Giovedì 31 Luglio 2014, il sesto giorno del Cortona Mix Festival vi offre le seguenti portate:
- Antipasto: L’uomo che sussurrava ai caciocavalli, incontro con Peppe Voltarelli, fondatore della folk band calabro-bolognese Il Parto delle Nuvole Pesanti, che ci parlerà de Il caciocavallo di bronzo (Stampa Alternativa), romanzo in cui l’artista ripercorre le tappe più importanti della propria vita in 19 raccontini autobiografici. Dalle 18 presso il Centro Convegni Sant’Agostino.
- Primo: Parole e nuvole: Un incontro di disegni e parole con il fumettista Gipi e il giornalista Luca Valtorta. Sempre a Sant’Agostino, alle 19.30.
- Contorno: Proiezione del film Picasso di Hugues Nancy e Olivier Picasso. Realizzato in occasione del quarantesimo anniversario dalla morte dell’artista, il documentario va oltre alle opere di Pablo Picasso, rivelando – attraverso documenti inediti e interviste esclusive – l’uomo dietro al genio. Dalle 16.00 al Centro Convegni Sant’Agostino.
- Secondo: La notte del folk italiano: concerto sulle tracce del folk italiano, in una mappa di tradizioni, suoni e sapori che – attraverso l’intreccio di trascinanti performance dal vivo – toccherà la Calabria di Peppe Voltarelli e la Firenze dei Brocante, l’Emilia con vista su Dublino dei Modena City Ramblers e l’Umbria con sfumature blues dei Zizu. Dalle 21.30 in Piazza Signorelli.
- Dessert: Proiezione del film “The Summit K2” di Nick Ryan, dalle 23.30 al Centro Convegni Sant’Agostino. Con molte riprese originali filmate dagli alpinisti, il documentario racconta la tragedia che nell’agosto 2008 coinvolse sette spedizioni impegnate nella scalata del K2, causando la morte di 11 persone.
Ci sentiamo alle 11.00 e in replica dalle 16.00 su Radio Incontri (88.4 e 92.8 FM o in streaming su questa pagina in alto a destra) e domani su ValdichianaOggi!