Irons Brothers Go Mix

Il Mix è vivo e lotta insieme a noi. Cronache dall’ottavo Mix, giorno 1

Amici di ValdichianaOggi, bentornati alla rubrica più desiderata dell’estate cortonese. “Irons Brothers go Mix” resiste tenacemente dal 2012, così come il Festival di cui parliamo, giunto alla sua ottava edizione estiva (ma il conto sarebbe di 9, perché nel 2015 ci fu l’esperimento del Winter Mix). Non si tratta di una notizia da poco: con il cambio di maggioranza, si paventava la chiusura del Festival, sin qui attenzionato con forza dalle attuali forze di governo. Eppure, il Mix 2019 è partito, e non è detto che non ci sia anche un’edizione 2020.

Nel discorso di presentazione, ieri mattina in Sala del Consiglio, il Sindaco Meoni l’ha definito «evento storico», e ha elencato le novità: concerto classico al Parco Archeologico e Fanfara dell’Arma dei Carabinieri (già ospitata nel 2009 in Piazza Signorelli e nel 2015 al Teatro, ma mai all’interno del Mix Festival), entrambi previsti per questa sera, e Cortona All Stars, evento sugli artisti locali di domani. Meoni ha dichiarato che «il nostro impegno è quello di potenziare il settore culturale, cercando di attirare il mondo a Cortona. È faticoso trovare le risorse, ma stiamo attenzionando il bilancio, perché investire in questi settori comporta un ritorno economico. Il prossimo anno sicuramente ci impegneremo per fare ancora meglio. Si può cambiare nome, ma punteremo a mantenere il festival estivo a Cortona». È un sì al Mix 2020? Sicuramente non è un no. Vedremo.

Foto di Andrea Caneschi

Come già l’anno scorso, la presentazione è stata seguita da un bel momento di canto e recitazione dell’Allegra Brigata, compagnia della Residenza Sanitaria CAM, che ha dimostrato una spontaneità e una capacità espressiva che va al di là di ogni disabilità.

 

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Le presentazioni di libri a Sant’Agostino sono iniziate alle 18.00, finalmente. Probabilmente è stata una scelta di budget, ma abbiamo segnalato più volte che tre presentazioni a pomeriggio erano un attentato alla soglia dell’attenzione di tre quarti del pubblico. Con due – così sarà fino a venerdì, mentre sabato e domenica torneranno le triplette, ma nel week-end è più facile – si può seguire senza addormentarsi sulla sedia. Grazie.

La prima ha fatto il pienone, come prevedibile. C’era Pippo Baudo, venuto a presentare il libro Ecco a voi. Una storia italiana (Solferino Libri). L’attempato (83 anni) ma sempre lucidissimo presentatore non è nuovo dalle nostre parti, dove ha intervistato Jovanotti (trasmissione di Rai 3 “Il viaggio”) nel 2012, e dove negli anni Sessanta ha presentato una serata musicale al Teatro Signorelli.

Pippo Baudo ha realizzato il suo sogno da una vita: una foto con Danny Irons degli Iron Brothers.

Tanti gli aneddoti ricordati, tra cui quello legato alla sua fortuna televisiva. La RAI aveva registrato la puntata pilota del suo Settevoci, ma esitava a metterla in onda: al provino, in fin dei conti, Pippo era stato definito un conduttore di “discreta presenza, adatto ai programmi minori”. Una sera, per un problema tecnico, non erano arrivate le bobine di Rin Tin Tin, il famoso telefilm con il pastore tedesco nel West. Per coprire il vuoto di palinsesto, fu programmato in fretta e furia Settevoci, che riscosse un grande successo, lanciando la sua carriera.

Nel 1972, Baudo e Loretta Goggi condussero la loro prima Canzonissima, un’edizione difficile perché immediatamente successiva alle due con Corrado e Raffaella Carrà. L’anno successivo, la dirigenza RAI decise di spostarla al pomeriggio della domenica, perché per il sabato sera preferiva programmi culturali ai varietà. I primi tempi furono difficilissimi, perché la collocazione oraria era insolita. A venire incontro a Baudo fu la Guerra dello Yom Kippur (ottobre 1973), che provocò lo shock petrolifero e la cosiddetta politica dell’Austerity: per risparmiare carburante, dal 2 dicembre di quell’anno non si poté circolare di domenica con i mezzi privati. Milioni di italiani rinunciarono alle scampagnate domenicali e si chiusero in casa a vedere la TV, determinando il successo di quella Canzonissima.

Visto che noi di ValdichianaOggi siamo dei maniaci degli anni Settanta, vi ricordiamo che quell’edizione fu vinta con Alle porte del sole da Gigliola Cinquetti, che si garantì così l’accesso all’Eurofestival 1974 a Brighton. Lì partecipò con un altro brano, intitolato , che fu censurato in Italia, perché si pensò che costituisse un’indicazione di voto per il Referendum sul divorzio del 12-13 maggio 1974; tuttavia ottenne un brillante secondo posto. Vinsero gli ABBA, con la celeberrima Waterloo, che proprio questo venerdì sarà suonata da uno dei gruppi di Cortona All Stars, i Silver Blind. Vedete che tutto torna?

Tra i gustosi aneddoti raccontati da Baudo, l’incontro con Aldo Fabrizi, che proprio in quella Canzonissima pronunciò un sonetto in romanesco sul tema del cibo (qui sotto), e il matrimonio di Claudio Villa, cantante dalla fortissima personalità, costantemente polemico e un po’ complottista. Villa si risposò con la napoletana Patrizia Baldi nel luglio del 1975 – proprio per effetto della legge sul divorzio – suscitando anche un certo clamore, visti i 31 anni di differenza. A fare da testimone a lui, orgogliosamente comunista, doveva essere Enrico Berlinguer, che tuttavia non poté partecipare né al rito (in cui fu sostituito da Baudo), né al pranzo di nozze. La reazione di Villa fu durissima: distrusse con un calcio la torta nuziale e dichiarò che non sarebbe mai più stato comunista. Negli anni a venire divenne radicale, ma poi il suo nome fu trovato nella lista degli affiliati alla P2. A un certo punto negli anni Ottanta, Baudo fu chiamato da Clemente Mastella, all’epoca nello staff del Segretario DC Ciriaco De Mita. «Devi far cantare Villa a Sanremo, Pippo». «Perché?». «Perché ora è dei nostri».

Il Sanremo cui partecipò Villa “in quota DC” fu quello del 1984, in cui il reuccio cantò Un amore così grande e fu ospite assieme ai Queen, Paul Young e i Culture Club. Vinsero Al Bano e Romina con Ci sarà e Eros Ramazzotti con Terra promessa.

E il rapporto con Berlusconi? «Capisco perché ha sedotto tante donne, visto che ha sedotto pure me». In effetti, Baudo passò a Fininvest (autunno 1987) mentre era signore assoluto della RAI: la finale di Sanremo 1987, vinta da Ruggeri Tozzi Morandi, era stata vista dal 77,5% degli italiani. Tra tutti i conduttori di rango delle reti berlusconiane, solo Mike Bongiorno, da gran professionista, rispettò ogni sua scelta. Baudo era direttore artistico, ma gli altri gli fecero terra bruciata intorno, al punto da spingerlo a rescindere il contratto. Berlusconi acconsentì, a patto che Baudo gli cedesse un palazzo sull’Aventino. Il conduttore siciliano fu costretto ad accettare. Oggi quel palazzo – viale Aventino 26 – è la sede di Medusa.

Potremmo continuare a lungo con le storie baudiane, ma forse è meglio non rovinarvi la lettura del libro. In ogni caso, un’ora e dieci molto godibile, specialmente per noi appassionati di cultura pop, anche grazie alle domande dell’intervistatore Francesco Pinto, già Direttore di Rai 3 tra il 1998 e il 2000.

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Per una sgradevole coincidenza, lo scrittore greco Petros Markarīs è giunto a Cortona nel giorno della scomparsa di Andrea Camilleri. Entrambi autori di noir di ambientazione mediterranea, erano molto legati: «Sono molto contento di essere qui, ma anche triste per Camilleri. Non è un giorno facile per me, perché era un mio grandissimo amico. È una perdita per la letteratura italiana e per la cultura mediterranea. Ci mancherà la sua chiara visione della realtà, il suo senso dell’umorismo e i sapori dei cibi consumati nei suoi libri. Se oggi esiste il poliziesco mediterraneo, lo dobbiamo a lui, Manuel Vázquez Montalbán e Jean-Claude Izzo. Grazie a loro abbiamo un poliziesco in cui si mangia e beve alla maniera mediterranea, invece degli onnipresenti hamburger. L’ho incontrato a febbraio a casa sua: stava bene e abbiamo parlato e riso insieme. Mi consola che in questo modo, l’ultimo ricordo che ho di Andrea è pieno di gioia e serenità». Intervistato da Paolo Di Paolo, Markarīs ha presentato Il tempo dell’ipocrisia (La nave di Teseo), nuova avventura del commissario Charitos.

 

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Che dire della Premiata Forneria Marconi? Dello storico gruppo degli anni Settanta sono rimasti due componenti fissi (Franz Di Cioccio e Patrick Djivas), e uno che ormai ne fa parte da quarant’anni (il grandissimo Lucio “violino” Fabbri). Ad aiutarli, strumentisti giovani e molto dotati, che hanno tentato di colmare l’assenza di Franco Mussida e Flavio Premoli. È chiaro che gli anni passano per tutti, ma il concerto è stato coinvolgente e partecipato (sui 700 biglietti). I momenti clou sono stati i bis: Il pescatore (ormai i brani della tournée con Fabrizio De André sono entrati stabilmente nel repertorio) e È festa. Si conferma la formula “vecchie glorie del prog” (cfr. Steve Hackett, Jethro Tull), che qui a Cortona ha avuto sempre un buon riscontro.

È tutto! Clicca qui il programma di giovedì 18 🙂

 

 

 

 

Irons Brothers

L'uno cordiale e sognatore, l'altro cinico e bicchiermezzovuotista (o forse solo sognatore in via di dismissione), Daniele e Alessandro Ferri si affacciano al mondo quando sulla scena pubblica ci sono Silvio Berlusconi, Michele Santoro e Beppe Grillo. Raggiunto il traguardo del quarto di secolo, se li trovano ancora tra i piedi, e anestetizzano il dolore che ne consegue dedicandosi in tutto e per tutto alla buona musica.

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