Il terzo giorno del Mix Festival vede tre eventi ovviamente avulsi tra di loro ma di grande interesse. Passiamo subito alla loro cronaca per non tediarvi troppo.
Primo incontro della giornata, nell’incantevole chiostro di Palazzo Casali, è stato il dibattito sull’indignazione tra Gabriella Turnaturi, Armando Massarenti e Remo Bodei (quest’ultimo professore emerito di filosofia alla UCLA in California e normalista). Si rifletteva sul tema “non mi vergogno ma mi indigno”, approfondendo il valore filosofico e psicologico dell’indignazione, raffrontandoli alla cronaca contemporanea, e in particolare ai movimenti degli Indignados in Spagna e di Occupy Wall Street negli Stati Uniti. In pratica si è osservato che il senso di vergogna/indignazione è utile solo se riesce a provocarti una reazione attiva, altrimenti serve a poco.
Quasi alle 8 di sera – a proposito, chi è che ha avuto questa brillante idea di mettere l’incontro con lo scrittore dalle 19.30 fino alle 20.45 circa e lo spettacolo in piazza poco più di mezz’ora dopo? Pensano che i turisti che seguono entrambi gli eventi mangino un croissant per cena o portino la cena ‘al sacco’? – appuntamento letterario a Sant’Agostino con protagonista le scrittrici Marcela Serrano e Iaia Caputo che hanno riflettuto sul tema: “le parole delle donne, il silenzio degli uomini”. Ne è nato un dibattito vivace nei contenuti ma pacato nei modi, rifiutando quell’impianto accusatorio nei confronti del genere maschile di matrice post-femminista che caratterizza molti eventi simili al giorno d’oggi. Si è cercato di spiegare il rapporto uomo e donna nel nuovo millennio, mettendo in risalto aspetti come la possibilità per l’uomo di parlare delle proprie emozioni senza timore, per vivere meglio con se stessi e gli altri. Questi incontri sono la dimostrazione che si possono organizzare eventi istruttivi e interessanti senza spendere un capitale. Magari si insistesse su questo, ad esempio organizzando incontri alla maniera della Versiliana come suggeriva ieri il nostro attento lettore Romano.
Sul balletto dell’Abbagnato e delle stelle della danza ci sono due pareri contrastanti, che incredibilmente smentiscono la biografia qui sotto. Il fratello buono Danny, a questo giro, dice che forse la bella Eleonora all’inizio è stata un po’ freddina (ma ribadisco che non ci capisco niente di danza D), e che la calorosa accoglienza della cittadinanza per il di lei consorte Federico Balzaretti è la solita espressione di un paese che va a rotoli, ma in cui il pallone deve continuare a girare. E il fratello cattivo Alex? E’ rimasto estasiato della faccenda, non capendo assolutamente niente del balletto classico e vedendolo come un’epifania artistica. [Anzi, direi che la danza è una delle più grosse mistificazioni mai messe in atto dall’uomo: il tentativo di addomesticare, spacciandola per arte, la più cruda e sudaticcia carnalità. Un tentativo perfettamente riuscito, e per questo ipnotizzante. Direi che è la cosa più bella vista sinora, all’interno del Mix. Ma ce n’è un’altra, che non appartiene al Mix, che m’ha rubato il cor, e ve lo dico solo a fine festival A]. Quanto a Balzaretti, Alessandro è rimasto ammirato del fatto che portasse a spasso il bimbo (o la bimba) con un simpatico marsupio. Vedere l’uomo che svolge le sue funzioni di padre in ogni senso non è una cosa purtroppo frequente, specialmente se si tiene conto che in Parlamento si è approvata di recente l’obbligatorietà del congedo di paternità, per la bella durata di… tre giorni!
Appunto polemico: non sappiamo se avviene solitamente così nei balletti classici, ma visto che ci si trovava di fronte ad un pubblico eterogeneo, non era il caso di essere un minimo didascalici, ad esempio presentando di volta in volta i danzatori e/o la musica che faceva da base all’esibizione? La faccenda ci puzzava tanto di testo senza contesto, di pasta senza sugo, di Parterre senza alberone.
Stasera, escludendo il lato magnereccio del festivàl, abbiamo l’incontro sul gallerista Leo Castelli (ore 18.00 a Palazzo Casali), Erri De Luca a Sant’Agostino alle 19.30, la Banda Improvvisa in Piazza Signorelli (evento gratuito e consigliatissimo) e l’interessante documentario su Severini di Sandro Franchina al Teatro Signorelli (a mezzanotte in punto, per palati fini e soprattutto svegli).