Questo terzultimo giorno di Festival si è rivelato molto più succoso di quanto credessimo, al punto da costringerci ad una disperata opera di sintesi per riassumere gli eventi della giornata. Non c’è stato solo il concerto di Max Weinberg, insomma. Ma andiamo per gradi…

Simonetta Agnello Hornby, avvocato e scrittrice, siciliana e londinese, ha affrontato in quel di Palazzo Casali il drammatico tema della violenza domestica, prendendo spunto in particolare dal proprio ultimo volume Il male che si deve raccontare. In Inghilterra, la nostra è stata tra le prime avvocatesse ad occuparsi di questo problema, rendendosi conto che spesso il problema non è a livello legislativo, ma culturale. In altri termini, bisogna lavorare perché la donna riconosca immediatamente e sia in grado di fermare gesti violenti, senza giustificarli, e perché gli uomini capiscano sin dall’adolescenza il rispetto delle proprie compagne. Incontro vivo e partecipato, sicuramente tra i più interessanti di questo Mix Festival.

Non c’entravano niente con il Festival, ma meritano una menzione speciale i ragazzi belgi (les BUSiciens) che hanno messo in scena una simpatica esibizione per Via Guelfa nel pomeriggio. Una signora è arrivata a lanciargli l’offerta dalla finestra (o forse quelle monete erano corpi contundenti), scatenando il delirio del pubblico.

Alle 21 è stato proiettato al Signorelli il documentario Iberia di Carlos Saura. Una forma d’arte, un’espressione della cultura popolare, un ballo, un gioco di movenze e di sguardi, il flamenco è tutto questo e molto di più! Con questo bel documentario abbiamo potuto constatare come questa danza sia parte integrante della mentalità di ogni cittadino iberico.

Alle dieci e mezzo finalmente Lui, il cittadino onorario, il batterista del Boss: Max Weinberg (forse vi ricorderete di lui per aver fatto una foto con il nostro Danny). In segno di affetto per la propria città d’adozione, ha voluto omaggiare i cortonesi con una All Star di musicisti locali, la Mix Festival Band. Il gruppo era composto dall’immenso Luca “Roccia” Baldini (basso), ma anche da Marco Lazzeri (tastiere), Enrico Zoi (chitarra), Damien Salis (chitarra), Alessandro Cardinali (sax alto), Francesco Borri (trombone), Laura Falcinelli (voce), Marzia Neri (voce) e l’osannato Giacomo Salvietti (voce). L’evento è durato poco più di un’ora, e ha visto il supergruppo suonare pezzi rock/blues degli anni Sessanta (Proud Mary, I heard it through the grapevine, Satisfaction) e un paio di pezzi di Springsteen (Glory days e Hungry Heart), particolarmente apprezzati da Danny (vero aficionado del cantante americano).

La partecipazione è stata numerosa (l’evento era gratuito), anche se ci è dispiaciuto notare come l’impianto non rispondesse al meglio (in effetti anche il concerto di Elio e le storie tese aveva problemi acustici): l’audio suonava ovattato e alcuni strumenti si sentivano poco. La batteria del povero Weinberg (nel senso dello strumento), per altro, non sembrava delle migliori, ma poco importa, l’obiettivo era divertirsi e far divertire, e crediamo sia stato centrato in pieno.

Ci è stato fatto giustamente notare che lo spettacolo di Weinberg e della Cortona Mix Band, con quel repertorio, chiude il cerchio dell’offerta musicale del Festival. Anche se tutti parlano di Lorenzo, nei giorni precedenti ci si è rivolti ai bambini (Aida), ai giovani (progetto Grazzini) e alle persone adulte (i numerosi eventi classici), realizzando quell’idea di Mix come “minestrone” che aveva descritto Claudio Martini dell’indimenticabile conferenza stampa dell’anno passato. Ovviamente il vero devoto della musica ha partecipato indistintamente a tutti questi eventi, rifiutando associazioni (forse) scontate come “la classica è da vecchi”. Però il discorso fila.

Il documentario The genius of a place, proiettato in anteprima al Signorelli a tarda notte, descriveva i cambiamenti avvenuti a Cortona negli ultimi decenni, quando si è passati da una società agricola ad una società di servizi, orientata al turismo. Tali trasformazioni non sono sempre positive, perché distruggono il tessuto sociale (con lo spopolamento) e spesso anche la bellezza dei luoghi (per un’effimera svendita commerciale). Prendere coscienza di questi rischi è il primo passo per la tutela di una comunità che non vuole perdere le proprie radici e il proprio genius loci. La pellicola vede come protagonisti gli abitanti del centro storico e l’americana, ma ormai cortonese adottiva, Sarah Marder; si uniscono a loro anche alcuni personaggi famosi, come il nostro cugino Jeremy Irons, Anthony Hopkins o Emir Kusturica, intercettati nei vari festival degli anni passati.

.:: Gli eventi di oggi ::.

Ultima giornata prima dell’Apocalisse, questa di sabato prevede due incontri, un concerto classico e la proiezione di un film tv. Alle 18, Palazzo Casali accoglie lo scrittore americano Joe Lansdale, autore che si definisce orgogliosamente “di genere” (finalmente!). A seguire (19.30 a Sant’Agostino), la regista e scrittrice Cristina Comencini intervistata da Alessandra Tedesco, giornalista culturale di Radio 24. L’evento serale, 21.30 in Piazza Signorelli, incuriosisce: la brochure parla di una “esilarante miscela di musica classica, commedia e cultura popolare”, invitandoci a cercare il duo Igudesman & Joo su Youtube. Disservizi Telecom impediscono ai nostri eroici fratelli di farlo, perciò diteci voi che ne pensate. Ad accompagnarli, nuovamente l’Orchestra Regionale Toscana. Chiude la serata il film-tv sulla passione tra Cocho Chanel e Igor Stravinsky (11.30 al Teatro).

Irons Brothers

L'uno cordiale e sognatore, l'altro cinico e bicchiermezzovuotista (o forse solo sognatore in via di dismissione), Daniele e Alessandro Ferri si affacciano al mondo quando sulla scena pubblica ci sono Silvio Berlusconi, Michele Santoro e Beppe Grillo. Raggiunto il traguardo del quarto di secolo, se li trovano ancora tra i piedi, e anestetizzano il dolore che ne consegue dedicandosi in tutto e per tutto alla buona musica.

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