Faceva freddissimo il 22 dicembre 1808, quando Ludwig van Beethoven organizzò a Vienna un concerto di beneficenza in cui presentò la Quinta e la Sesta Sinfonia, oltre a diverse altre cose – quattro ore, durò la serata, roba da Springsteen. La Quinta, la sinfonia del destino che bussa alla porta, e la Sesta, la Pastorale. Marte e Venere. Durezza e leggerezza. Per un geniaccio come Beethoven, non era difficile muoversi tra dolcezza e magniloquenza. Per i contemporanei, molto meno, e il povero Ludovico van fu snobbato.
Ben migliore la sorte dell’ottimo Frédéric Chaslin, che ha diretto ieri sera la Sesta in un Signorelli non al completo (ahinoi), ma partecipe del bel concerto con l’Orchestra Regionale toscana. Forse, come ci ha suggerito uno spettatore, non sarebbe da escludere l’ipotesi di portare i concerti classici fuori dal teatro, magari perdendo qualcosa in acustica ma guadagnandoci in conoscenza da parte del pubblico. Se la classica continua a chiudersi nelle segrete stanze, perde il suo potere dirompente. Pensiamoci.
In quattro edizioni, siamo alla quarta sinfonia beethoveniana (dopo la Quinta del 2012, la Terza del 2013 e la Nona del 2014). La serata ha previsto anche un pout-pourri operistico, con l’overture dell’Italiana in Algeri di Rossini, più alcune arie pucciniane, cantate dagli ottimi Salvatore Cordella e Cristina Pasoroiu (in sostituzione dell’originariamente prevista Pumeza Matshikiza, sfortunatamente malata).
Nella foto, Alex Irons (che in tutta la vita si è fatto fotografare con un solo vip – Manuela Arcuri nel 2003, dopo una dimenticabile esibizione al Teatro Signorelli – e che per Marione ha deciso di contraddire il proposito).
La giornata di ieri, tuttavia, ci ha offerto anche una Concita De Gregorio reduce dall’inconcludente incontro con Brunello Cucinelli. La giornalista di Repubblica ha presentato, con l’aiuto di Galatea Ranzi, il proprio libro Mi sa che fuori è primavera, in cui racconta la terribile storia di Irina Lucidi (qui un estratto). Per chi vive di scrittura, la ricerca delle parole costituisce un obiettivo imprescindibile: come affrontare, tuttavia, tragedie come quella di Irina? Come raccontare qualcosa che esiste solo nel cuore, e probabilmente non più nella realtà? Un libro commovente, profondo e mai banale. Ve lo consigliamo.
Ferite d’oro. Quando un oggetto di valore si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. È un’antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore (dal frontespizio).
.:: Ricordiamo l’appuntamento con l’ultima puntata di Radio Incontri goes to Mix, dalle 15.00 sulle frequenze di Radio Incontri InBlu (88.4 e 92.8 FM). Concita De Gregorio, Mario Castelnuovo e Max Weinberg ci hanno rilasciato interviste, quindi non perdetelo, e soprattutto non perdetevi! ::.
Menù dell’ultimo giorno
Oggi, domenica 2 agosto, il Cortona Mix Festival offre le seguenti portate:
Antipasti
Primo
Contorno
Secondo
Dolce
A domani, con le cronache dell’ultimo giorno qui su ValdichianaOggi!
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