A questo punto siamo al consuntivo del primo, embrionale, Mix Festival. Rispetto ai dubbi iniziali, abbiamo leggermente modificato il nostro giudizio: bellissimi incontri, apprezzati anche dal pubblico e dalla cittadinanza, non più distanti come accadeva col Tuscan. Certo è che l’idea di impostare l’evento come una grande insalatona di esperienze avulse tra loro lascia ancora dei dubbi (checché ne dica quel golosone di Donato). Però comprendiamo che in poco tempo è stato fatto anche troppo, e ci aspettiamo una vera “prima edizione” coi fiocchi. A seguire un riepilogo in ordine alfabetico delle cose più importanti che abbiamo visto, sentito, gustato.
- Abbagnato, Eleonora, pregiatissima danseuse dell’Opera di Parigi (Palermo 1978). Bella, brava, seguitissima. Lunedì 30 ci ha ricordato che la danza non è Ballando con le Stelle o Amici di Maria.
- Alighieri, Dante (Firenze 1265, Ravenna 1321). Protagonista, con le sue terzine, dei meravigliosi-incredibili-sconvolgenti-dastrapparsiicapelli megaposter con foto messi dai ragazzi di On The Move davanti al vecchio ospedale. Lo sappiamo che non c’entrano col Mix, ma siamo grati ad Antonio Carloni e ai suoi collaboratori per aver avuto un’idea così semplice e bella. Così semplice e bella da essere una vera luce nel buio. Grazie, grazie, grazie.
- Balzaretti, Federico, calciatore (Torino 1981). Il vero protagonista del Festival, a contare le foto e l’interesse del pubblico. Portare il bimbo sul marsupione era una cosa veramente 2.0, per cui ignoriamo l’isteria calciofila e gli diamo un plauso.
- Benni, Stefano (Bologna 1947). Ci ha fatto piangere, come ci hanno fatto ridere le sue opere del passato. Un grandissimo.
- Bollani, Stefano (Milano 1972). Ha ricreato l’atmosfera jazz che tanto ci mancava, sottolineando pure in un’intervista al Corriere che Umbria Jazz è il più bel festival al mondo. Spietato.
- Caprioli, Anita (Vercelli 1973). Non pervenuta causa eventi concomitanti. Comunque bellissima, cfr. Tutti pazzi per amore 3.
- Chaplin, Charles (Londra 1889 – Corsier-sur-Vevey 1977). Tempi moderni, proiettato sabato 28, rimane tutt’ora un film esilarante e ficcante. Con l’accompagnamento dell’Orchestra Regionale Toscana era quasi magico.
- Cherubini, Lorenzo, in arte Jovanotti (Roma 1966). Pur essendo l’ospite più atteso dalla stampa, ha fatto – com’era prevedibile – solo lo spettatore, per il bene di chi si esibiva e soprattutto nostro. Grazie, ci piaci così.
- Coe, Jonathan (Bromsgrove 1961). Grande autore, ironico come solo gli inglesi sanno essere. E quell’accento così cool.
- Condizionata, aria. Quella che mancava a Sant’Agostino. L’ospite più atteso del festival (a differenza di Jovanotti).
- De Luca, Erri (Napoli 1950). Gran chiacchierone, ha fatto della chiesa di Sant’Agostino un luogo magico, nell’oretta e passa in cui ha parlato di storia, vita e religione. Speriamo davvero torni qui da noi.
- i Documentari di mezzanotte. Un must per i nottambuli cortonesi. Secondo noi sarebbe davvero bello proporli al Parterre, come succedeva una volta per i film durante l’estate.
- Feltrinelli, gruppo editoriale. Tra gli artefici di questo festival. Premio per l’impegno e per la fiducia in Cortona e soprattutto nei cortonesi.
- Fornero, Elsa (San Carlo Canavese 1948). Contestatissima presenza, ha fatto del suo meglio per apparire simpatica, per altro senza grandi risultati. Memorabile l’auto-invito a cena dai contestatori. Indovina chi viene a cena?
- Graziani, Ivan (Teramo 1945 – Novafeltria 1997), qui rappresentato dal figlio Filippo. Le scarpe da tennis bianche e blu, seni pesanti e labbra rosse, e la giacca a vento. Oppure: Firenze lo sai, non è servita a cambiarla, la cosa che ho amato di più è stata l’aria. Lei ha disegnato, riempito cartelle di sogni, ma gli occhi di marmo del colosso toscano guardano troppo lontano…
- Hansip, Chloë (Guildford 1987, anche se il programma di sala la spacciava per ventunenne). Bella pacioccona, brava bravissima. Ha detto persino grazie. Non male per essere una musicista classica sulla cresta dell’onda, di solito sono molto più antipatiche.
- Kusturica, Emir (Sarajevo 1954). Alla guida della No Smoking Orchestra ha fatto scapicollare il sonnecchiante pubblico di Piazza Signorelli mercoledì 1. Non ha fatto la foto con Danny Irons, suscitandone l’ira funesta. Merita comunque la nostra somma ammirazione per l’elegante brano Fuck You MTV.
- Marchetta, quella che facciamo qui nel ringraziare il nostro sommo Direttore Michael Little Wolves. L’idea di scrivere in coppia è sua, e gliene siamo grati.
- i Mix Cocktail di Palazzo Casali. Incontri interessanti, sicuramente da riproporre, magari anche al di fuori della settimana del festival. Che ne pensate?
- gli Orari improbabili della manifestazione. Non stiamo parlando del documentario di mezzanotte, e neanche del fatto di iniziare alle 21.30 lo spettacolo serale. Ma quelli pomeridiani dovrebbero essere distribuiti meglio, lasciando più spazio tra l’ultimo e lo spettacolo serale (sennò come vanno a cena i turisti?) ed evitando se possibile le sovrapposizioni.
- Pallavicini, Piersandro (Vigevano 1962). Non sappiamo se l’abbiamo apprezzato più per la buzza incipiente o per la gag su Umberto Eco.
- Petrucciani, Michel (Orange 1962 – New York 1999). Basso, amante della vita, delle donne e della musica. Non è Berlusconi, ma il più grande pianista jazz europeo, protagonista del bel documentario di Giovedì 2.
- Radio, perché magari una radio cortonese come Radio Incontri poteva essere coinvolta. Così, lo scriviamo per dare un suggerimento.
- Rossi, Paolo (Prato 1956). Ha fatto quello che ha fatto ogni giorno negli ultimi trent’anni: rievocare il famoso Mundial 1982. Però non si è scomposto e si è prestato a foto e autografi. Brava persona, in fin dei conti.
- Serrano, Marcela (Santiago del Cile 1951). Grande scrittrice cilena che ha conquistato i il pubblico con il suo stile pacato e razionale, dando un punto di vista tutto femminile al nostro Mix.
- Stranieri. Forse si potevano coinvolgere di più, evitando comunque l’overdose d’inglese degli anni del Tuscan. E’ un suggerimento, non una critica.
- Tabucchi, Antonio (Pisa 1943 – Lisbona 2012). Celebrato a più riprese nell’intero corso del Festival, è scomparso quest’anno lasciando un vuoto incalcolabile nella nostra letteratura e non solo. In uno dei suoi libri ha scritto che la vita di un uomo è una serie di piccoli equivoci senza importanza… ora possiamo benissimo dire che lui è stato un equivoco importantissimo per chi avuto la fortuna di leggere anche solo una pagina di un suo libro. Danny consiglia vivamente la lettura di Sogni di sogni e Donna di Porto Pim.
- Umbria Jazz. Perché Cortona per Umbria Jazz è irripetibile e ci manca tantissimo.
- Un posto al sole. L’incontro celebrativo della serie TV targata studi RAI di Napoli è stato di sicuro l’evento più improbabile del Festival. E se lo scompaginare le nostre certezze è il fil rouge del Mix, questo ne è l’esempio più puntuale.
- Vignini, Andrea (Città di Castello 1966). Maestro supremo di arte retorica, da noi sommamente riverito, è riuscito a tirare per la giacchetta i Feltrinelli e a sostituire più o meno degnamente l’astronave del Tuscan. A quanto pare avrebbe inviato un’esilarante missiva a Wissman con tanto di pernacchia (wunderbar!).
- Wissman, Barry (da qualche parte degli USA 1952), produttore ed artefice del vecchio Tuscan Sun Festival. Simpatico come la grandinata di metà luglio, ha spostato senza troppi complimenti il festival del Sole in quel di Firenze, ricavandone un bel fiasco (nonostante la presenza del grande Tony Bennett). Ci penserà Renzi a consolarlo, o a rottamarlo.
- Zingaretti, Luca (Roma 1961). Non pervenuto causa Harlem Globetrotters (vedi articolo di domenica 29). Voto alto comunque perché è nel CDA dell’Arezzo.
Alla prossima!