Abbecedario ragionato del Cortona Mix Festival 2013

Finiti appena i giorni della gloria
di Cortona che si fe’ capitale
con eventi che scrissero la Storia,
non resta che il ricordo, se pur vale,
di quanti ci evitarono la noia
d’un inizio agosto triste e banale.
Sia lode alle Muse coritane,
ci faccian scrivere cose non vane!

Qui ci vuole un articolo festante,
per spiegare a tutti com’è andata:
e troppo c’è da dire, nonostante
l’angusto spazio della paginata;
macché celebrare solo il cantante
che lustro diè all’ultima serata!
A chi cerca qualcosa di più vario,
noi vogliam lasciar quest’abbecedario.

A come Aida, l’opera di Giuseppe Verdi che aperto le danze e ha coinvolto grandi e piccini. Per giorni si è parlato solo di Radames, Amneris e Marce Trionfali, per cui oggi è meglio disintossicarsi. Tra l’altro è stato il momento epico in cui avevamo un Irons parte integrante del Mix Festival, e l’altro a commentarlo. Eterozigoti.

B come Baricco, Alessandro, che forse si era dimenticato che la sua era un’intervista, non uno spot alla sua scuola privata (che non citiamo per non dargli gusto, ma si chiama come il protagonista del più famoso romanzo di J.D. Salinger). Pensare che la sua chiacchierata era iniziata con un’interessante discussione sui finanziamenti pubblici alla cultura…

C come Comencini, Cristina, protagonista di un bell’incontro al Centro S. Agostino in cui ha parlato di indipendenza della donna, rapporto tra famiglia e lavoro, rapporto genitori-figli.

D come Danza, quella con l’iniziale maiuscola portata in Piazza Signorelli da Mara Galeazzi e dai suoi amici. Noi ci capiamo poco, ma siamo rimasti comunque estasiati dallo show.

E come Elio, nome d’arte di Stefano Belisari. Non ha portato con sé il pinguino Pino, con nostro profondo rammarico, ma con le sue Storie tese ha messo in scena uno show apprezzatissimo. Eccerto che lo sappiamo, se non c’era Jovanotti era lui la star del Festival. Ma succede. A X Factor è lo stesso: finché te la giochi con Anna Tatangelo, no problema, ma se c’è Morgan… finisci come un complessodelprimomaggio.

F come Fantomatik Orchestra, che ha premiato Danny con un CD e per questo merita la cittadinanza onoraria in blocco. Anzi, facciamone una frazione onoraria. Tra Fratta e Fratticciola, ci infiliamo pure l’orchestrina. Vignini batti un colpo: magari ti ci scappa un invito alla Sagra del funk!

F anche come fila, quella infinita che ha intasato Via Guelfa nella notte di giovedì scorso. Magari qualche cestino qua e là e qualche genere di necessità avrebbe reso quell’happening ancora più bello. Peccato per i soliti imbecilli che hanno saltato le file. Possano le dee della vendetta riempirgli le macchine di guano di piccione.

G come Grazzini, Federico, che da Ibiza e dal Cocoricò viene a Cortona a fare l’esperimento di techno-classica. Tanto di cappello per la serata, che ci auguriamo venga riproposta anche negli anni a venire. Mai Beethoven ebbe più ritmo – in barba ad Allevi.

G anche come Galliano, Richard, il fisarmonicista che ci ha ipnotizzato con le sue note nel concerto di domenica 28.

H come Hornby, Simonetta Agnello, protagonista di un grande momento di impegno civile a difesa della dignità della donna, venerdì 2.

I come Igudesman & Joo, il duo anglo-russo-coreano che ha suonato con l’ORT. Buffi come pochi, hanno fatto scompisciare Piazza Signorelli il penultimo giorno del Festival. Tra i momenti al top, “le regole del successo” e il medley morriconiano.

J come Jovanotti, all’anagrafe Lorenzo Cherubini. Vedi alle voci Protagonista assoluto, Grandissimo, Mito. Alla conferenza stampa, un fan della prima ora gli ha fatto autografare l’ellepì de La mia moto. Da allora ad oggi sembra passata un’eternità.

K come Keret, Etgar, l’autore israeliano che abbiamo visto a Palazzo Casali martedì 30. Ci ha fatto morire dal ridere, assieme al doppio collega (entrambi sono scrittori e professori) Ugo Cornia.

L come Lang, Fritz, il regista del grandioso film proiettato sabato 27 (Metropolis, ovviamente). Un monumento del cinema, autore di molti altri capolavori, tra cui vi consigliamo M, il mostro di Duesseldorf.

L anche come Lerner, Gad. L’abbiamo criticato per l’esagerata parlantina, ma si è fatto fotografare con Danny e per questo lo perdoniamo.

M come mamma, la nostra, che ha fatto la veglia con i ragazzi in attesa del biglietto e ha seguito il concerto di Lorenzo in prima fila. Non la ferma più nessuno!

N come Nicoletti, Gianluca. Padre-coraggio, ci ha proprio commosso nel parlare del figlio autistico.

O come ORT, che si conferma il partner musicale del Festival. Indimenticabile la faccia del suo Presidente, il senatore Martini, quando Jovanotti gli ha detto in conferenza stampa che “il giorno che Renzi vincerà le elezioni, abolirà il Senato”. Comunque i suoi musicisti hanno dato una grande prova, dimostrando sia la professionalità necessaria alle esecuzioni più impegnative, sia un inaspettato lato comico nell’esibizione con Igudesman & Joo (vedi).

P come Popi, il mitico Patrizio Tacconi tra i protagonisti del concerto di Lorenzo. Un’istituzione per tutti i cortonesi.

R come Rustioni, Daniele, il fantomatico direttore che ha guidato l’ORT durante il gran concerto sinfonico remixato da Grazzini. Si muoveva come un attore di musical, con salti, boccacce e braccia aperte. Grandiosa interpretazione. Ha saltato di più solo Lorenzo.

R anche come rosiconi, gli aretini che hanno commentato con veemenza il bellissimo articolo di Andrea Avato su “Arezzo in provincia di Cortona”. Oh toh!

S come Saviano, Roberto. Come abbiamo scritto ieri, bisognerebbe incidere sulla pietra le sue parole lette al concerto di Lorenzo. Noi gli daremo pure la cittadinanza onoraria. Un grande uomo: ha pure stretto la mano a Danny!

T come Tedesco, Alessandra. Che nell’intervista a Saviano non ha dato proprio il meglio di sé: per fare un esempio, chiedere “tu sei goloso?” per parlare del fatto che lo scrittore campano non può mangiare un gelato per strada, non ci pareva proprio il massimo. Ha persino proseguito ricordando che in un bar di Cortona c’era qualche strullo che lo associava alla camorra! Gran parte dei cortonesi al Parterre si sono messi le mani sui capelli. Inopportuna.

U come Ufficio Stampa, le cui ragazze ci sono state sempre di aiuto. Grazie, grazie, grazie.

V come Vignini, Andrea. Ci dispiace che questo sia l’ultimo anno da sindaco di quest’uomo dall’eloquio travolgente. Ci mancheranno le sue ipnotizzanti conferenze stampa, i suoi calembour, il completino turchese sfoggiato al concerto della Mix band… vada come vada, il prossimo anno lo vogliamo con noi a commentare il Festival. Irons & Vignins, sembra un libro di Dan Brown.

V anche come Viola, Beppe. Un mito della cultura pop italiana, tra le migliori firme sportive che abbiamo mai avuto. Ricordato con affetto e aneddoti intimi dalla figlia Marina martedì 30.

W come Weinberg, Max, il cortonesissimo batterista di Springsteen protagonista della serata di venerdì 2. La prossima volta però dategli una batteria al verso!

W anche come Wissman, Barry. Dice che non si addormenta più, da quanto gli fischiano le orecchie…

Z come Zivago, Dottor. Libro indimenticabile, ma la storia che si nasconde dietro la sua pubblicazione è altrettanto romanzesca. Grazie alla Fondazione Feltrinelli che ci ha parlato di questa insospettabile spy-story mercoledì 31.

Grazie a tutti, davvero. Anche quest’anno il Mix è stato un’occasione per imparare tante cose. Una menzione speciale per il Direttore, l’Assessora e il mitico Andrea Migliorati, nostro fotografo ufficiale. Ci vediamo presto su queste pagine!

Irons Brothers

L'uno cordiale e sognatore, l'altro cinico e bicchiermezzovuotista (o forse solo sognatore in via di dismissione), Daniele e Alessandro Ferri si affacciano al mondo quando sulla scena pubblica ci sono Silvio Berlusconi, Michele Santoro e Beppe Grillo. Raggiunto il traguardo del quarto di secolo, se li trovano ancora tra i piedi, e anestetizzano il dolore che ne consegue dedicandosi in tutto e per tutto alla buona musica.

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