L’articolo che state per leggere non vuole essere ne’ un appello ne’ un’accusa, ma credo che debba richiedere solo un qualche attimo di riflessione. Il sottoscritto, dal 20 ottobre dello scorso anno, risulta essere nella innumerevole lista dei disoccupati, più o meno giovani, che riempiono la nostra bellissima Italia. Il sottoscritto lavorava nel settore ricettivo e, adesso, non ci lavora più.
Scelte dell’azienda in cui lavoravo, e lo dico senza alcuna polemica in modo da fugare qualsiasi domanda, questione, dubbio, hanno fatto sì che il sottoscritto, dal 20 ottobre 2014 potesse, in ogni caso, usufruire della disoccupazione per un periodo di 8 mesi. Nel frattempo, il sottoscritto ha fatto una fraccata, come si dice qua, di colloqui sempre per il settore ricettivo, perché è la cosa che, con un po’ di presunzione, sa di fare bene. Nella maggior parte dei casi, quando ha semplicemente mandato il CV, non è stato degnato nemmeno di una risposta; nel migliore dei casi, e più di una volta, si è sentito dire ” ha tutte le caratteristiche richieste ” oppure ” al momento non abbiamo momento bisogno di nessuno, ma se avessimo necessità il suo curriculum sarà preso in considerazione “, oppure ” la sua figura rientra fra quelle richieste “…ecco, nonostante queste belle parole, attestati di stima e pacche amichevoli sulle spalle, in tutti e tre i casi sono state scelte altre persone.
Quello che dico io, cari signori, è semplicemente questo: in un periodo in cui la nostra amata Italia non se la passa proprio bene, evitate di dare queste facili illusioni, perché quello che è successo a me, sta succedendo a milioni di persone. Delle illusioni non sappiamo cosa farcene, le illusioni sono solo dei sogni, ma poi la realtà è ben diversa.
Questo importerà a pochi, ma visto che non riesco più a svolgere il lavoro che tanto mi piaceva e che era riportato sulla carta d’identità, prossimamente su questa farò cambiare il mio lavoro: da addetto alla reception a giornalista, cioè da quello che ero a quello che a tutti gli effetti sono, titolo del quale, scusate la boriosità, il sottoscritto proprio si vanta.
Ultima cosa: a chi aveva assicurato che mi avrebbe preso in considerazione se qualcuno del loro staff se ne fosse andato, dico solo di trovare scuse più credibili e veritiere, perché, poi, le cose, si vengono a sapere.
Stefano Steve Bertini