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Dammi tre parole: sole, cuore e …Dionisio

La terza parola non fa rima come nella canzone ma torna tutto lo stesso. Ne ho avuto la conferma quando ho fatto visita alla cantina Fabrizio Dionisio, in località Il Castagno di Ossaia, periferia di Cortona, quasi al confine con l’Umbria. Ma lì ancora si respira aria e sole di Toscana, aria di battaglia, in quanto il nome sembra derivi dallo scontro dell’esercito di Annibale con le truppe romane. E dove si è versato sangue il terreno cede qualità e gusto.

Proprio sotto il Sole di Toscana nasce un cuore, una passione che si materializzano improvvisamente in un’etichetta che si ripete in tutte le bottiglie di vino dell’azienda: Il Castagno, il Castagnino, il Cuculaia e il Rosa del Castagno ma proprio ovunque …anche sul tappo e sulla capsula.

Isotta, la figlia maggiore di Fabrizio un giorno disegnò un cuore e un sole sul computer e la storia ha fatto il resto. Molto scetticismo intorno, molta incredulità ma Fabrizio, che porta nel cognome (Dionisio) la divinità greca capace di far maturare i migliori frutti della natura, nella più semplice delle ispirazioni vide in quel disegno l’emblema della propria azienda. È derivata dall’ingegno di sua figlia, sangue del suo sangue e che traduce in pochi segni e colori anche l’animo cortonese, della Valdichiana, della Toscana: il sole. Il cuore, oltre ad essere simbolo dell’amore per la sua famiglia – rappresentata da Isotta nella fattispecie – è simbolo anche della passione che Fabrizio mette nel coltivare le sue viti e fare il suo vino, proseguendo peraltro con un piglio, per così dire, evolutivo, il cammino iniziato dal padre.

Fabrizio con la sua famiglia, studio legale a parte, torna sempre molto volentieri a seguire direttamente la sua attività di viticoltore e produttore di uno dei vini, vanto della produzione locale ma già noti in vari mercati europei e mondiali.

L’uva – il Syrah

Il Syrah, denominato Shiraz o Hermitage in alcune parti del mondo come in Australia, benché derivi da ceppi del Medioriente, sembra trovare la sua massima espressione nella Valle del Rodano, in Francia, dalle cui terre e clima sa tra trarre il meglio cedendo poi nel palato quei sentori di ciliegia matura e di spezie, pepe in primis.
Cortona sembra essere il secondo territorio vocato alla produzione di vino da uve Syrah, sembra grazie alle numerose invasioni francesi in terra di Toscana.

Il vino

Il nettare di Dionisio ha una speziatura delicata e quel sentore di ciliegia matura che in vini come il Castagnino  rinfresca e ringiovanisce. Invece in altri sa diventare più austera, morbida e rotonda come piace ai numerosi appassionati d’oltreoceano. Quelle genti per le quali Cortona è divenuta negli anni prima un luogo di studio e poi un luogo di relax dove, tra monumenti, chiese, campanili, palazzi storici, musei, girasoli e aperta campagna, per dirla con Lorenzo Cherubini, non si può fare a meno di pensare positivo.

Un vino come “Il Castagno”, schietto ed elegante, frutto di un’attenta vendemmia e un uso sapiente delle barriques, rappresenta al meglio l’azienda, in quanto è anche il primo nato. Il Castagnino, che a differenza del vino principe viene vinificato e maturato in acciaio, pare a volte voler superare il maestro, ma non lo diciamo a voce alta sennò ci si crede.

Il Rosa del Castagno è un’ottima vinificazione in bianco di uve Syrah. Un bel vino, con un discreto corpo, che bevuto intorno ai 10°C sa rappresentare il suo territorio e al contempo sa allietare le calde giornate estive.

Il Cuculaia è invece una sorta di selezione del Castagno, anzi lo è. É un vino che si può gustare solo nelle annate migliori, e se si vuol conoscere l’azienda e andare sul sicuro prima di saggiare gli altri vini, forse è il miglior “ingresso” nella cantina e tra le vigne di Fabrizio Dionisio.

Massimiliano Ricciarini

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Massimiliano Ricciarini

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