Da un lato Cortona e Castiglion Fiorentino, dall’altra Foiano, Marciano e Lucignano fanno da corona a quel rettilineo, chiamato Via del Filo, sopra al quale corre un crinale dove si staglia il Casale di Brolio, antica cantina e rimessa agricola che con il tempo è diventato Locanda e oggi, da appena due mesi, ha avviato l’attività di ristorazione. In cucina c’è Claudio, uno chef d’esperienza e gusto che pure farà parlare di sé.
Ma a parlare intanto sono le ricette che compongono il menù…anzi I menù. Oltre a un menù “Terra”, un menù “Mare” e un menù “Tradizione” la carta propone rari esempi di creatività culinaria. Non dettati dalla pura fantasia ma frutto della tradizione e soprattutto ispirati dalla tradizione e dalla storia che si vive spostandosi da casa e recandosi a metà di quel crinale, tra monumenti storici e naturali. Da qui, in queste giornate ancora terse di fine anno, si domina la Valdichiana, le leopoldine e il corso del Canale Maestro che con la Chiusa e la Colmata taglia in due quella via del Filo su cui si affacciano e si guardano le due fattorie storiche di Pozzo e (appunto) di Brolio.
In abbinamento alla parte gastronomica c’è una carta dei vini che parla soprattutto aretino e toscano ma non disdegna la qualità di vini di altri noti territori italiani.
Ad avviare il tutto, a partire dalla locanda che porta lo stesso nome “Casale di Brolio”, fu il titolare Marcello due lustri fa. Solo da due mesi ha avuto il coraggio di mantenere unita e contestualizzare e integrare l’attività ricettiva con quella di ristorante. Visti i tempi che corrono e data la qualità proposta questo coraggio è sicuramente una dote che va premiata.
Claudio, lo chef, si è già fatto un nome e un’esperienza presso altre note strutture della provincia di Arezzo. La sua esperienza ve la potrà raccontare di persona ma l’esperienza gustativa la si deve provare da soli.
Io provo a stimolarvi l’acquolina che, pur nel turbinio di pranzi e cene di feste ai quali d’abitudine ci sottoponiamo tra Natale e Capodanno, sono sicuro non tarderà a farsi viva.
Nell’attesa di degustare il menu scelto ho potuto saggiare la delicatezza di una passatina di ceci con gambero e pancetta di Pierangeliniana memoria*.
In piena Valdichiana non ho potuto evitare il barbaro impulso di lasciar sciogliere in bocca una “Tartare di Chianina con nizzarda di verdure e uovo di quaglia”. Forse l’unica nota incerta era la difficoltà di gustare quest’ultimo ingrediente, ma posso assicurarvi che la scioglievolezza e giusta sapidità e delicatezza del Gigante Bianco mi hanno fatto sorvolare sul resto.
Il primo piatto è stato un “bel” nido di spaghetti di Gragnano con cipollata (delicata e subito sciolta nel palato), un croccante e sapido (al punto giusto) guanciale di Cinta senese e scaglie di pecorino. Accostamenti saggi e calibrati.
Due secondi, l’uno di carne e l’altro di pesce mi hanno entusiasmato solo alla lettura. Così ho voluto un filetto di ombrina (pesce raro da trovare in un menu) farcito di porcini con crema di ceci al rosmarino e lardo di montagna.
Subito dopo uno stracotto di manzo con polenta e patate su demi glace al vino rosso. Il tutto annaffiato da una buona etichetta di DOC Orcia Rosso che si è sposato con tutto perfettamente dal primo ai due secondi piatti. Non credo che servano commenti, vero?
Per dessert sono arrivati nell’ordine: un’anti-depressiva composizione di variazioni al cioccolato e una delicata ma intensa crema bruciata al caffé, sorbetto di grappa e spuma di caffé al cioccolato.
Se volete lasciarvi trascinare anche voi dalla cucina di Claudio, lasciatevi sedurre dal menu di Capodanno e prenotate al Casale di Brolio se ancora siete indecisi sul da farsi. Altrimenti, sono sicuro che non mancherà occasione nel 2012 per recuperare la grave mancanza.
*(il piatto era il pezzo forte di Fulvio Pierangelini chef dello storico locale “Gambero Rosso” di San Vincenzo, Livorno)
CASALE DI BROLIO
Località Brolio, 74
52043 – Castiglion Fiorentino (AR)
tel. 0575 652054