Vi siete mai chiesti come mai in tante città, anche nel nostro territorio, vi sono vie intitolate al “Gioco del Pallone“? Di cosa si tratta e perchè ha assunto il ruolo di toponimo in tanti dei nostri centri? Prima di tutto rispondiamo alla prima domanda che salta in mente a tutti: c’entra qualcosa il calcio? La risposta è NO. Stiamo parlando di tutt’altra cosa, di tutt’altro periodo storico. Ma che cos’era allora questo ‘gioco del pallone‘?
Per arrivare a una risposta occorre prima porsi due ulteriori domande: prima del dilagare della passione del calcio (avvenuta in italia non prima degli anni 20 del ‘900) lo sport in Italia era una pratica diffusa? E se sì, quali erano gli sport più popolari?
Pur in condizioni sociali ed economiche ben più difficili di quelle di adesso la pratica sportiva è esistita in ogni momento della nostra storia, sia nella nobiltà che a livello popolare e anche in epoca pre-olimpica esistevano sport singoli e di squadra, con regole ben definite, sottoposte poi (inevitabilmente) a varianti localistiche. A farla da padrone erano gli sport cosiddetti ‘sferistici’, cioè quelli che prevedevano l’utilizzo di un pallone
E così se in Francia c’era la Pallacorda in Italia esisteva il Pallone col Bracciale. Tale disciplina, dopo lunghe e complesse evoluzioni, cominciò ad affermarsi in Italia dal XVI secolo e per più di quattro secoli fu la protagonista indiscussa degli sport sferistici toccando nell’800 i vertici massimi di popolarità in tutta la penisola. I giocatori più forti godevano di grandissima fama e non rare erano le loro ‘tournèe‘ in giro per il Belpaese per ‘esibizioni’ pagate con cifre esorbitanti dagli impresari dell’epoca, tanto che il paragone coi calciatori dei nostri giorni non risulta per nulla inopportuno.
Notevole impulso a questo sport lo diede la Toscana, in cui esisteva il “bracciale grande” e i giocatori professionisti erano tantissimi. In particolare in Valdichiana a Monte San Savino vi era una grande tradizione, tenuta in vita fino ai nostri giorni grazie al lavoro della Compagnia del Pallone Grosso della Misericordia
Lo sport del ‘pallone‘, per lungo tempo praticato nelle piazze, fu poi progressivamente trasferito in veri e propri impianti detti ‘sferisteri’ che furono quasi tutti costruiti fra la fine del ‘700 e i primi decenni dell’800. Avevano forma di rettangolo con un lato molto lungo e un altro relativamente stretto. Si trovavano molto spesso lungo i perimetri murari dei centri storici e sfruttavano il fatto di avere su un lato un muro, che era parte integrante del gioco. Il terreno era opportunamente delimitato sul lato aperto, dove si siedeva il pubblico che assisteva agli incontri
E’ abbastanza facile rendersi conto della collocazione degli sferisteri: ad esempio a Cortona, lungo via Gioco del Pallone, il campo si trovava dove sorge attualmente la Scuola Elementare.
Chi decretò la fine del ‘gioco del pallone’, così popolare e amato dagli italiani? Sicuramente i nuovi sport importati anche in Italia dalle comunità inglesi e dai marinai al servizio della Regina di stanza lungo lo stivale. Furono infatti proprio loro a gettare le basi per la nascita delle prime società calcistiche (di solito si considera la prima quella del Genoa, creata nell’anno 1893) che in breve tempo soppiantarono le altre discipline. Gli sferisteri furono quasi tutti smantellati fra la fine degli anni ’40 e gli anni ’60, sostituiti da costruzioni pubbliche (come appunto a Cortona), da parcheggi (Monte San Savino) o altro ancora. In certe località gli sferisteri sono però sopravvvissuti o sono stati ripristinati e ospitano sia revocazioni storiche che gare sportive promosse dalla Federazione Italiana Pallapugno, che racchiude moltissime discipline sferistiche ed è l’erede della tradizione del gioco del pallone in Italia
Per ulteriori informazioni: Lo Sferisterio, magazine della pallapugno e degli sport sferistici
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