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Questi Fantasmi o…l’immortalità del Classico

Essere convinti che ci siano fantasmi all’interno di un grande appartamento e che questi diano in dono molte somme di denaro, quando invece quelli non sono fantasmi, ma il terribile gioco che la moglie e l’amante tramano alle tue spalle: questa è la sorte di Pasquale Lojacono, non a caso definito “anima in pena”. La trama di “Questi Fantasmi” di Eduardo De Filippo è fin troppo famosa perché se ne dia una spiegazione completa, quello che a noi interessa è che il classico non muore mai e che, nonostante il teatro abbia preso strade molto diverse da quelle tradizionali, ancora, quando nel boccascena vediamo davanti ai nostri occhi le scene del teatro napoletano del Novecento, siamo invasi da un grande incanto.

Il teatro classico non morirà mai, sarà affiancato da altre correnti drammaturgiche – che in futuro otterranno anch’esse il titolo di “classiche” – ma non morirà mai, perché avrà sempre qualcosa da dirci, qualcosa da trasmetterci, soprattutto quando lo sviluppo del dramma è intrapreso da un gruppo di attori validi, come fortunatamente ho potuto ammirare io martedì 20 marzo al Teatro Signorelli di Cortona.

D’altra parte questo tipo di teatro è “teatro d’attore” ed è quindi fondamentale che gli interpreti siano perfettamente in sintonia con il testo scritto e gestuale. Certo è che Carlo Giuffré – regista della messa in scena – è una certezza nei panni del protagonista, sempre emotivo, caldo, attento al timbro della voce, attento alla gestualità e alla costruzione ritmica dello spazio. Mi è piaciuta molto la prova di tutti gli attori, e mi piace ricordare quella di Maria Rosaria Carli, nei panni di Maria, moglie di Pasquale. Maria è una bellissima giovane donna che ha amato un marito molto più vecchio di lei, ma che non riesce più ad amare, anche perché innamorata di un altro uomo: Alfredo Marigliano (interpretato da Paolo Giovannucci molto bene) ed è straordinario come riesce a rendere al meglio l’ambiguità del suo sentimento: da una parte vuole stare con il marito, benché dentro di sé lo consideri un fallito nella vita, dall’altra vuole seguire la sua passione e scappare via, cosa che non farà per un atto di pietà di Alfredo, il “fantasma” di Pasquale. La Carli nella sua interpretazione riesce ad arrivare a un risultato non semplice: non fa di Maria una donna peccaminosa e negativa, ma anzi è, come dice De Filippo una “anima perduta”, che tradisce colpita da un senso di vuoto interiore, senza intenzioni malvagie nei confronti di Pasquale. Mi dispiace non poter parlare di tutti gli attori, ma mi accontenterò di dire che la componente attoriale ha fatto un ottimo lavoro nel suo complesso e che quindi sia le attrici che gli attori si sono comportati tutti molto bene.

Qualcosa da ridire invece sulla costruzione scenica. La scenografia è composta dalla grande sala dell’appartamento, accompagnata ai lati dall’apertura di due balconi in primo piano. C’è qualcosa che geometricamente non funziona in questa disposizione, è come se il mio occhio senta come forzati quei due balconi disposti a quel modo, come del resto il mio occhio ha reputato abbastanza fastidiosi quegli schizzi d’immagini digitali che delle volte sono stati proiettati per dare vita a certe sensazioni. Quegli schizzi l’ho sentiti come spruzzi di colore insensati e causa di rovina su un bel quadro.

In ogni caso nel complesso posso dire di avere visto un bello spettacolo, in cui gli attori hanno giocato il ruolo fondamentale. D’altra parte si tratta di teatro d’attore e il resto delle componenti sceniche può cadere in secondo piano.

articolo tratto da www.corrieredellospettacolo.com

Questi Fantasmi

di Eduardo De Filippo

regia Carlo Giuffré

luci Umile Vainieri

scene e costumi Aldo Terlizzi

musiche Francesco Giuffré

Personaggi e interpreti (in o. di e.):

Raffaele, portiere (anima nera) – Piero Pepe

due facchini (anime condannate) – Giuseppe Piacquadio e Pietro Meglio

Gastone Califano (anima libera) – Claudio Veneziano

Pasquale Lojacono (anima in pena) – Carlo Giuffré

Carmela, sorella di Raffaele (anima dannata) Antonella Lori

Maria, moglie di Pasquale (anima perduta) – Maria Rosaria Carli

Alfredo Marigliano (anima irrequieta) – Paolo Giovannucci

Armida, moglie di Alfredo (anima triste) – Antonella Cioli

Silvia e Arturo, loro figli (anime innocenti) Pina Perna e Francesco D’Angelo

Saverio Califano, maestro di musica – Giuseppe Sala

Il professor Santanna (anima utile, ma non compare mai)

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti
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