E’ un cammino fisico ma anche umano, quello che compie il protagonista di questo insolito romanzo. Il pellegrino Marco è uno scultore, la cui arte si esprime con la forza oltre che con la mente e questa fisicità si sente tutta, traspare dalla descrizione dei passi sul selciato, del modo di sdraiarsi per riposare le membra. Romanzo visionario, in cui passato e presente si mescolano, nel celebre percorso si incontrano i moderni pellegrini e quelli passati, illustri e non. L’umile Francesco d’Assisi e i guerrieri Templari sono passati da lì e il loro ricordo fa da sprone per chi perde le forze e la volontà.
Come nella Vita, anche nel “camino” è facile smarrire la via, confondere il bene con il male, solo con caparbietà si potrà guadagnare la meta. Passo dopo passo, con lentezza e tenacia, l’autore calpesta la strada ed imprime un segno del proprio passaggio.
Malgrado il misticismo, tuttavia, una forte sensualità pervade la vicenda: il protagonista porta con sé lo spirito della propria terra, calda, generosa e passionale, la Puglia.
L’arrivo della primavera sottolinea la rinascita intima del pellegrino, che all’inizio del viaggio ancora si cimentava con la neve. Spogliato del gelo del cuore, che lo aveva attanagliato dopo l’abbandono da parte della propria donna, il suo spirito rifiorirà, permettendogli un incontro significativo e profondo.
Il percorso mistico non è riservato ai cattolici ferventi, anzi: chiunque possieda in sé una certa dose di spiritualità ed introspezione potrà comprendere ed anzi anelare ad una simile esperienza. Liberatoria, nel fisico e nella mente. Così come camminare costituisce un atto liberatorio, ma anche una forma di meditazione, azione che rilassa e ricarica al contempo.
A volte un po’ ingenuo e slegato nei passaggi, purtroppo conserva numerosi refusi e piccoli errori di ortografia sfuggiti alla correzione delle bozze, oltre ad un madornale errore concettuale, che francamente suscita qualche perplessità. Nonostante queste imperfezioni, tuttavia, l’esperienza merita di essere vissuta, attraverso il romanzo. L’autore Mario Calcagnile è, come il protagonista della vicenda, uno scultore. Le sue opere in pietra ne richiamano il carattere solare e dirompente, in stretta analogia con la salentina terra d’origine. Artista dal temperamento eclettico, non disdegna incursioni nella letteratura e nella poesia ed ha fondato egli stesso una casa editrice, che ha pubblicato il romanzo ed il cui nome è l’anagramma del fondatore: Calcangeli. Mi sembra giusto incoraggiarlo e allora… buen camino!