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Il criticone musica: My favorite things (part one)

Siccome mi dispiace di non aver avuto il tempo di segnalare e, in qualche caso celebrare, tutti gli artisti che hanno allietato musicalmente il mio 2010, mi permetto di fare una serie di piccole liste tematiche con brevi commenti in calce. Se poi consideriamo anche le perle che si scoprono troppo tardi (leggi a classifiche già compilate), queste mie cose preferite hanno una giustificata urgenza di essere esternate… 

 

 

 

Oldies But Goodies 
Brian Wilson – Reimagines Gershwin – Walt Disney ; Dr John And The Lower 911 – Tribal – 429 ; Elton John And Leon Russell – The Union – Mercury ; Hoodoo Gurus – Purity Of Essence – Sony ; John Hiatt – The Open Road – New West ; John Mellencamp – No Better Than This – Rounder ; Johnny Cash – American VI – Ain’t No Grave – Lost Highway ; Mose Allison – The Way Of The World – Anti ; Neil Young – Le Noise – Reprise ; Paul Weller – Wake Up The Nation -Island ; Ray Wylie Hubbard – A. Enlightenment B. Endarkenment (Hint There Is No C) – Bordello ; Robyn Hitchcock – Propellor Time – Sartorial ; Roky Erickson with Okkervil River – True Love Cast Out All Evil – Anti ; Rowland S. Howard – Pop Crimes – Infectious ; The Black Crowes – Croweology – Silver Arrow; Tom Petty And The Heartbreakers – Mojo – Reprise ; Swans – My Father Will Guide Me Up A Rope To The Sky – Young God ; Widespread Panic – Dirty Side Down – ATO

 

Eccoci con vecchi leoni che ruggiscono ancora. piace segnalare il delizioso omaggio a Gershwindi Brian Wilson (ormai del tutto recuperato e protagonista di una splendida seconda giovinezza artistica), la grande classe di Dr John, che sforna un disco dal sound denso e limaccioso come il Mississippi che sfocia nella sua natia New Orleans, un Neil Youngmai domo, un John Mellencampche si abbevera alle fonti della musica popolare americana, l’intenso testamento musicale lasciatoci da Rowland S. Howard, la splendida rilettura unplugged dei loro classici fatta da dei Black Crowesin stato di grazia, il ritorno convincente degli Swans, l’energia elegante di una storica jam band come i Widespread Panic. Degli altri ho già scritto…

 

 

New Lifeblood 
Anais Mitchell – Hadestown – Righteous Babe ; Beach House – Teen Dream – Sub Pop ; Black Mountain – Wilderness Heart – Jagjaguwar ; Deerhunter – Halcyon Digest – 4AD ; Erland & The Carnival – E & T C – Full Time Hobby ; Field Music – Measure – Memphis Industries ; Gemma Ray – It’a A Shame About Gemmma Ray – Bronzerat Records ; Joanna Newsom – Have One On Me – Drag City ; Lawrence Arabia – Chant Darling – Bella Union ; Lone Wolf – The Devil And I – Bella Union ; Love Is All – Two Thousand And Ten Injuries – Polyvinyl Records ; Martha Tilston – Lucy And The Wolves – Squiggly ; Menomena – Mines – Barsuk ; Midlake – The Courage Of Others – Bella Union ; Morning Benders – Big Echo – Rough Trade ; Owen Pallett – Heartland – Domino ; Pontiak – Living – Thrill Jockey ; Sleepy Sun – Fever – ATP ; Suckers – Wild Smile – French Kiss ; Tame Impala – Innerspeaker – Modular ; The Besnard Lakes – Are The Roaring Night – Jagjaguwar ; The Black Angels – Phosphene Dream – Blue Horizon Records ; Wildbirds And Peacedrums – Rivers – Leaf ; Yeasayer – Odd Blood – Mute ; Quest For Fire – Lights From Paradise – Tee Pee

 

Nuove generazioni soniche crescono e ci regalano dischi importanti che rivitalizzano la nostra passione musicale. Beach Housesi confermano con il loro elegante pop onirico, i Deerhunter pubblicano un gioiello di indie rock, illuminato da squarci di luce che lo rendono amabilmente pop (sghembo, zoppicnte ma pur sempre pop…),i Field Music, autori di un disco caleidoscopico, si candidano a diventare i nuovi XTC, Lone Wolfci ammalia con il suo folk crepuscolare, i Love Is All uno dei dischi più effervescenti del 2010, con il loro pop sporcato di punk e agitato da improvvisi slanci ritmici, Morning Bendersci cullano con un pop-rock venato di folk, i Pontiaknon sbagliano un colpo con il loro rock rinforzato da riff doom, spruzzato di blues e ammantato di suggestioni psichedeliche, i Quest For Fireavrebbero meritato di essere recensiti nei miei psychedelic dreams, i Suckerssfornano un ottimo esordio, i Wildbirds & Peacedrumssanno ancora stupirci, gli incatalogabili Yeasayerportano l’eclettismo musicale al potere. Per i Menomenavolevo spendere qualche parola in più: i ragazzi di Portland ci regalano un piccolo gioiello di pop deviato, dove la capacità di manipolare i suoni non è banale gioco tecnico, ma arte al servizio della canzone. La loro capacità di uscire dagli schemi li ha fatti accostare a gruppi come i Tv On The Radio, i funambolici Flaming Lipso addirittura ai mai dimenticati Morphine(soprattutto per l’uso aggressivo del sax). Ma forse è ora di dire che siamo di fronte ad una band originale che va finalmente celebrata. Uno dei dischi più belli del 2010 (e non solo). Voto: 9. Degli altri si è già detto … 

 

It’s Only Rock’n’Roll …
Nick Curran & The Lowlifes – Reform School Girl – Eclecto Groove Records ; Ted Leo And The Pharmacists – The Brutalist Bricks – Matador ; The Jim Jones Revue – Down House Your Burning – PIAS Recordings

 

Chiudiamo questa prima parte di my favorite things con quei dischi che fanno battere il proverbiale piedino. un potente distillato di rock’n’roll anni 50 con Nick Curran, vero clone vocale di Little Richard, l’indie-rock scanzonato di Ted Leo And The Pharmacistse, per finire in energica bellezza, il devastante sound della Jim Jones Revue(come se Jerry Lee Lewis suonasse insieme ai Sonics e all’allegra combriccola si unissero Iggy Pop e le New York Dolls…) 

 

 

Massimo Daziani

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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