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Il criticone musica: Live adventures in Rome

{rokbox title=|  :: |}images/atoys2.jpg{/rokbox}…A Toys Orchestra – Circolo Degli Artisti – Roma 07.05.2010
C’era qualche timore che le nuove canzoni di Midnight Talks, così sontuosamente arrangiate, perdessero di efficacia nella più scarna riproposizione dal vivo. Ma il rischio è stato brillantemente evitato dalla band campana con una buona dose di energia elettrica. Moretto & Company hanno dato vita ad un set live potente e ispirato sempre in perfetto equilibrio tra brani adrenalinici (tra tutti una vigorosa versione di Mystical Mistake) e intense ballate (da ricordare una sentita Look In Your Eyes). Molto apprezzata dal numeroso pubblico è stata la ballad Mrs. Macabrette, pezzo forte del loro precedente album Technicolor Dreams. Unica nota stonata i soliti cretini in fondo alla sala che hanno parlato per tutto il concerto ( Moretto ha più volte chiesto un po’ di silenzio per i brani più lenti…): ma che ci vengono a fare?  VOTO: 8

P.S. Gli …A Toys Orchestra saranno in concerto a Camucia Sabato 10 luglio per l’ Insanamente Cortona Sound Festival 2010: un appuntamento da non perdere…

Joshua Redman & Brad Mehldau – Auditorium – Roma 08.05.2010
Due mostri sacri del jazz contemporaneo si incontrano sopra un palco e fanno un grande concerto. Brad Mehldau ha un tocco pianistico inconfondibile con la mano sinistra che tiene il giro armonico facendo contemporaneamente le caratterizzazioni ritmiche, mentre la mano destra può essere libera di improvvisare. Il suo frequente ricorso all’uso delle dissonanze è sempre nel rispetto della trama narrativa del brano. Invece il tenorsassofonista Joshua Redman (qui impegnato anche al sax soprano) ha uno stile caldo e tecnicamente impeccabile che si sposa perfettamente con la personalissima cifra stilistica di Mehldau, sempre pronto a stupirci con il suo linguaggio immaginifico. In questo concerto romano i due hanno saputo incantarci con brani tratti dall’ultimo ottimo disco di Brad (Highway Rider uscito per la Nonesuch) come la slendida Old West e con standard di Thelonious Monk e Charlie Parker; superba la versione di Smells Like Teen Spirit (sì proprio quella dei Nirvana). Quasi due ore di musica che sa essere contemporaneamente raffinata, preziosa e estremamente coinvolgente. VOTO: 9

Gonjasufi feat. The Gaslamp Killer; Gil Scott-Heron; Jamie Lidell; The Phenomenal Handclap Band – DISSONANZE 10 – Roma 22.05.2010
Serata indimenticabile sulla terrazza del Palazzo dei Congressi a Roma EUR. Il cartellone era troppo stuzzicante per poter mancare. Alle venti e trenta sale in cattedra uno scatenato Gaslamp Killer che omaggia la capitale con uno dei suoi figli musicali più apprezzati: Ennio Morricone. Ma il ragazzo è nato per stupire e riesce a passare con sorprendente naturalezza dalla tromba mariachi dello spaghetti western, ai riff oscuri degli immensi Black Sabbath. L’atmosfera è pronta per l’ingresso regale di Gonjasufi con tanto di corona dorata che circonda la sua scura criniera rasta. La voce acidula si incrina ma non si spezza e commuove la platea. Particolarmente riuscita una solare versione di She Gone. Non c’è tempo per riprendersi dall’emozioni che sale sul palco una vera leggenda della musica afro-americana: Gil Scott-Heron. Siamo tutti un po’ preoccupati per la tenuta dal vivo, viste le sue note vicissitudini umane. Gil è fisicamente provato dalla sua discesa negli inferi: è magro e dimostra almeno dieci anni di più dei suoi sessantauno compiuti il primo aprile. Però ci sorride, parla, scherza e ringrazia il pubblico. Si mette solitario al piano elettrico e avviene il miracolo: è ancora artista vero, sa regalare brividi! Poi il palco si anima della presenza della sua band e assistiamo ad un concentrato di storia della black music. Mi commuovo per la sua struggente versione di un classico come I’ll Take Care Of You. Alla fine tutti ad applaudire un uomo, un artista e una storia a lieto fine che vede protagonista la musica, potente terapia che sa ridare vigore ad anime gravemente ammalate… C’è il tempo di scendere al salone della cultura per assistere agli ultimi venti minuti della performance di Pantha Du Prince raffinato artista “eclettronico”. Poi risaliamo in terrazza per assistere al set di Jamie Lidell che presenta la sua ultima fatica discografica, Compass, uscita per la Warp. Jamie ha una splendida voce, dai toni caldi, molto soul. E la sua musica, miscellanea di funk, soul, jazz, elettronica e sperimentazione, ha bene impressionato dal vivo, risultando più convincente che da studio. In attesa dell’ultimo concerto, sono sceso di nuovo al Salone della Cultura dove aveva cominciato il suo dj set Jeff Mills, una delle star di questa edizione di Dissonanze 2010. La sua performance è prevista per ben tre ore, un’orgia di techno che io, vecchio rockettaro, mi perdo volentieri per ritornare sotto il cielo a godermi il pirotecnico concerto della Phenomenal Handclap Band. Questo gruppo newyorkese, con l’omonimo esordio su Friendly Fire del 2009, ha saputo regalarci una deliziosa musica proteiforme caratterizzata da funk, rock psichedelico, tentazioni prog, venature disco. Dal vivo ci hanno fatto ballare e divertire per più di un ora dimostrando anche un’ottima perizia strumentale. All’una scendo di nuovo nell’ormai colmo Salone della Cultura, dove, nell’affascinante atmosfera creata dai corpi in movimento e dai giochi di luci, impazza la techno di Mills. Ma io, da bravo papà, stanco e felice delle oltre quattro ore di musica live gustate sulla terrazza, mi avvio soddisfatto all’uscita. E quindi uscimmo a riveder le stelle… VOTO alla serata: 8,5

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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