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Il criticone musica – Emozioni d’autunno (vol.1)

Andremo a parlare di alcuni dischi che stanno scaldando il mio cuore in questa umida stagione: è come sfogliare un album di foto antiche, color seppia, che ricordano il dolce e malinconico paesaggio autunnale…

Dylan LeBlanc – Paupers Field – Rough Trade 2010
Dylan Le Blanc, 20 anni, sembra quasi un predestinato: è figlio d’arte (il padre Kenny cantante e chitarrista, noto tournista dei Muscle Shoals) ed è stato allevato a pane e musica, frequentando fior fior di musicisti; anche il suo nome è musicalmente impegnativo e ha un qualcosa di profetico… Suggestioni musicali a parte, bisogna riconoscere che questo suo esordio è molto bello, così dolce-amaro, debitore del suono country-rock di padri fondatori come Neil Young, Townes Van Zandt e Graham Parson. Il ragazzo è pure alla ricerca di una personale cifra stilistica, anche se non mancano le influenze dei nuovi “tradizionalisti” del genere (pensiamo ai primi Wilco, a Bonnie “Prince” Billy e soprattutto ai Fleet Foxes). Lo strumento principale del disco, a parte la chitarra acustica del nostro, suonata in modo impeccabile, è sicuramente la pedal-steel, che ammanta tutti i brani di una bellezza crepuscolare. Il ragazzo predilige i toni sommessi della country-ballad come in If Time Was For Wasting, che sembra uscita dalle session di Harvest, come nell’intensa If The Creek Don’t Rise, impreziosita dal controcanto niente meno che di Emmylou Harris (altro mito di Dylan). Emma Hartley, forse il brano più bello del disco, e l’ottima 5th Avenue Bar ci mostrano un LeBlanc figlio del suo tempo, con un violoncello che rende attuale il suo sound. Infine ci piace citare anche la ballata da cowboy, da beautiful loser della sterminata border-line tra USA e Messico, che risponde al nome di Death Of Outlaw Billy John, con un delizioso arpeggio di banjo e mandolino. Un artista decisamente promettente. Back to the Future…

Voto: 28/30

The Duke And The King – Long Live The Duke And The King – Loose Music 2010

Forse Simone Felice, ormai ex batterista dei Felice Brothers, augurando lunga vita al suo nuovo progetto musicale, condiviso con Robert “Chicken” Burke, ha voluto riferirsi al mezzo miracolo sanitario di cui è stato recentemente protagonista: infatti il nostro ha da poco subito un delicato intervento chirurgico a cuore aperto, che gli ha salvato la vita… Il debutto dei The Duke And The King, (Nothing Gold Can Stay, Loose Music 2009) è stato uno dei dischi che ho ascoltato di più nel passato autunno, affascinato da un sound tra folk-rock, rimandi al migliore Cat Stevens (la voce di Simone), qualche tentazione psichedelica e fragranze soul. Per questa nuova fatica discografica il duo si amplia a quartetto con l’ingresso del batterista Nowell Haskins (trascorsi funky con George Clinton, come del resto lo stesso Chicken Burke) e della violinista Simi Stone. Entrambi i nuovi membri del gruppo hanno anche una bella voce. Il sound del disco è simile al suo predecessore, ma molto più sbilanciato verso il soul. Basti ascoltare Shaky, con quei coretti che fanno tanto Motown, Right Now, esemplare per i suoi impasti vocali che vedono coinvolta anche la brava Simi, Have You Seen It, perfetto mix tra ricordi West Coast e feeling soul, ma soprattutto l’ottima Hudson River, cantata da Haskins, che ci riporta alle soul ballad di scuola Stax. Per il resto abbiamo una manciata di quelle belle ballate country rock venate di malinconia, che sono un tratto ormai caratteristico del songwriting di Simone: l’iniziale O’ Gloria, impreziosita dal controcanto gospel soul di Haskins, la “classica” You And I, la splendida Shine On You con armonica dylaniana e neri vocalizzi del solito Haskins. C’è spazio anche per Simi Stone in No Easy Way Out, cantata con energico piglio country rock e in Children Of The Sun, sognante canzone venata di psichedelica, dove la nostra si fa valere come violinista. Il finale è affidato alla lunga e intensa ballata elettrica Don’t Take That Plane Tonight di sfumata ispirazione alternative country. Allora lunga vita al Duca e al Re!

Voto: 28/30
Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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