Categories Blogs

Il Cortona Mix Winter secondo gli Irons

Sentivate la mancanza del Mix Festival? Negli ultimi tre giorni Cortona ne ha ospitato, per la prima volta, l’appendice invernale, il Cortona Mix Festival Winter Edition. Più che un Festival a sé stante, un assaggio dell’edizione estiva, di cui si ripropone la formula – presentazioni di libri e recitals – senza condividerne durata e sforzi organizzativi. Il Mix Winter costituisce, nelle parole dell’Amministrazione comunale e degli organizzatori tutti, il tentativo di allargare la stagione turistica ad un mese sostanzialmente quiescente (san Valentino escluso, ovviamente).

L’apertura ha visto il quintetto dell’Orchestra Regionale Toscana (Marco Ortolani al clarinetto, Andrea Tacchi e Susanna Pasquariello al violino, Stefano Zanobini alla viola e Luca Provenzani al violoncello) esibirsi in due composizioni da camera: Souvenirs de voyage per clarinetto e quartetto d’archi di Bernard Herrmann e il Quintetto per clarinetto e quartetto d’archi in La maggiore KV 581 di Wolfgang Amadeus Mozart. Herrmann, come abbiamo già scritto, ha scritto la sua prima colonna sonora per Orson Welles (Quarto Potere) e l’ultima per Martin Scorsese (Taxi Driver): l’importanza di queste due pellicole ci fa capire quanto fosse celebre questo autore, passato alla storia anche per aver lavorato con Alfred Hitchcock. Il quintetto suonato è del 1967, epoca di sperimentazioni alle quale Herrmann risponde con un linguaggio volutamente tardoromantico. Mentre il mondo va in una direzione, ne prende un’altra: praticamente quello che hanno fatto anche gli altri due ospiti del Festival, Vecchioni che sbeffeggia gli Inti Illimani in Voglio una donna o se ne va a Sanremo nonostante l’ira dei fan, e Ruggeri con Contessa e l’esperienza punk. In effetti un altro trasgressivo per antonomasia è l’autore dell’altro quartetto, Mozart. Guardatevi Amadeus di Miloš Forman, per capire che lui era davvero… punk prima di noi.

Roberto Vecchioni (venerdì 20 febbraio, ore 21.30) ha fatto del Teatro Signorelli la sua classe: più che un recital o un one-man-show (come lo chiamano gli Americani), ha tenuto una bella lezione che, partendo dal proprio libro Il mercante di luce, ha parlato di cultura classica, valori della grecità, piaceri della vita. Il romanzo parla di Stefano, insegnante di greco e latino privo di speranze e abituato ai fallimenti, che si trova costretto a spiegare il senso della vita al figlio Marco, vittima della progeria (la malattia che costringe ad una vecchiaia prematura). L’unico strumento che Stefano individua è la lettura dei classici greci, da Saffo ad Euripide, dall’epica alla filosofia presocratica: sarà proprio per mezzo di questi autori che riuscirà a far capire che non è possibile che «gli uccelli cantino quando passa la tempesta, e gli uomini non sappiano nemmeno esser felici del sole che gli resta». A mo’ di intermezzo tra un intervento e l’altro, il cantautore milanese si è esibito in alcuni pezzi del proprio repertorio, tra cui una bellissima versione italiana di Vincent di Don McLean che non conoscevamo, immaginaria lettera di Paul Gauguin a Vincent Van Gogh.

E avrei voluto dirti, Vincent,
Questo mondo non meritava
Un uomo bello come te.

La giornata di sabato prevedeva due presentazioni di libri – entrambe tenute nel bellissimo Salone mediceo di Palazzo Casali – e l’evento organizzato da CNA sul valore del cibo e dell’artigianato (al Teatro Signorelli).

La mattina Enrico Ianniello ha presentato La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin, pubblicato per i tipi di Feltrinelli. Ianniello è un attore campano, noto ai più per Un passo dal cielo con Terence Hill e per la parte  di un giornalista in Habemus papam di Nanni Moretti. Espressione di un realismo magico di scuola napoletana (cfr. La kryptonite nella borsa di Ivan Cotroneo, ma forse anche il prossimo film di Matteo Garrone, dedicato al Cunto de li cunti di Giambattista Basile), il volume è una sorta di romanzo di formazione incentrato su Isidoro, ragazzino abilissimo a fischiare, e sul suo merlo (“Alì dagli sbaffi gialli” – vi ricorda Pasolini?). La morale delle esperienze di Isidoro è riassunta nelle parole della canzone di Nat King Cole citata in apertura di libro (Nature boy, del 1948):

La cosa più grande che potrai mai imparare
è amare ed essere amato in cambio.

Nel pomeriggio, un’atmosfera decisamente chic ha accolto la giornalista di Sky e RCS Maria Latella, intenta a presentare il suo libro Il potere delle donne assieme alla donna-in-carriera Isabella Falautano. Il libro, come abbiamo raccontato, comprende una serie di interviste a donne di successo che spiegano in cosa essere donna le abbia aiutate e in cosa le abbia ostacolate. In effetti alcune di loro – per dire, Barbara Berlusconi – non è che abbiano conquistato incarichi prestigiosi per meriti civili… forse sarebbe stato bello presentare come role-model (figura ispiratrice, ma per gente di successo come la Falautano e la Latella è troppo trendy sparare anglismi a raffica) anche figure meno note, ma più impegnate a conciliare lavoro e vita domestica. Non solo la Presidente, la Governatrice, la Consigliera… magari anche la mamma che lavora in fabbrica o al call center. Scusateci il pregiudizio classista, eh.

La magia delle mani è stata invece l’occasione per premiare le eccellenze della gastronomia locale, in vista dell’auspicabile partecipazione della Valdichiana all’EXPO di Milano, intitolata “Il cibo è vita”. Hanno ricevuto il premio Alfredo Landucci e Franca Bianchini (fondatori e proprietari dell’azienda Boscovivo di Civitella in Valdichiana), Aldo Iacomoni (macellaio di Monte San Savino) e Alessandro Marrone (lo scultore della cioccolata). Molto interessanti gli interventi di Fabio Picchi, cuoco dai baffi verdiani e dalla parlata sciolta che ci ha spiegato che, spesso, il cibo è la miglior medicina.

La sostituzione di Gino Paoli con Enrico Ruggeri ha permesso di tappare in extremis una falla che poteva mandare all’aria l’intero Festival. Un po’ come era accaduto l’estate scorsa (con le defezioni improvvise di Daniel Pennac e Chef Rubio, nonché il maltempo), le circostanze giocano a sfavore del Mix… chi poteva immaginarsi che la lista Falciani coinvolgesse proprio l’ospite principale dell’edizione in corso? A giudicare dai palchi del Signorelli, non tutti gli acquirenti del biglietto per Paoli sono stati convinti dal cantautore milanese (fors’anche per il fatto che quella di Ruggeri era una presentazione-concerto sullo stile di Vecchioni, non un concerto vero e proprio come quello di Paoli). Comunque l’evento è stato godibile: si presentava La brutta estate, giallo a metà tra Scerbanenco e Simenon scritto da Ruggeri per Mondadori, ma gli intermezzi musicali facevano la parte del leone. Quello che le donne non dicono, Polvere, Peter Pan, Il portiere di notte, Mistero… chi legge ValdichianaOggi sa che la redazione ha apprezzato, davvero.

Difficile tirare le somme, vista l’esiguità degli eventi in campo e la sciagura della defezione di Paoli. Possiamo comunque suggerire di presentare il programma del Festival con largo anticipo, così da renderlo un evento atteso (magari spingendo le strutture ricettive ad aprire in anticipo sulla primavera). Vero è che entrambi gli eventi a pagamento erano andati sold out, ma sarebbe da verificare quanti sono i biglietti venduti a Cortona e quanti fuori. In altri termini: se vuoi allargare la stagione, preparati per tempo. Comunque quello di quest’anno è solo un inizio, tenendo anche conto del fatto che gli anni a venire potrebbero rendere obsoleta e superabile la formula tradizionale di un Festivalone estivo di dieci giorni in cui investire metà del bilancio culturale. Altra cosa da tenere in considerazione è lo sfruttamento di altri spazi oltre a Palazzo Casali e al Teatro: Cortona ne offre più al chiuso che all’aperto, a veder bene.

A questo indirizzo trovate il podcast della puntata speciale di Radio Incontri goes to Mix, andata in onda domenica tra le 14 e le 16 e dedicata all’evento. A questo punto, un saluto: ci rivediamo quest’estate per il Mix vero, quarta edizione.

Ringraziamo Andrea Migliorati e Fabrizio Pacchiacucchi per le foto di Ruggeri e Vecchioni

Irons Brothers

L'uno cordiale e sognatore, l'altro cinico e bicchiermezzovuotista (o forse solo sognatore in via di dismissione), Daniele e Alessandro Ferri si affacciano al mondo quando sulla scena pubblica ci sono Silvio Berlusconi, Michele Santoro e Beppe Grillo. Raggiunto il traguardo del quarto di secolo, se li trovano ancora tra i piedi, e anestetizzano il dolore che ne consegue dedicandosi in tutto e per tutto alla buona musica.

View Comments

Share
Published by
Irons Brothers

Recent Posts

Omaggio a Benny Goodman ed Artie Shaw

Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…

1 anno ago

La Valle del Gigante Bianco 2023

Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…

2 anni ago

Cortona e l’inflazione… qualche decennio fa (“Anche oggi broccoletti e patate”)

“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…

2 anni ago

LUXURY SPAS 2023 VIAGGIO TRA BENESSERE E LUSSO

È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…

2 anni ago

I Cattivi del Poliziottesco

Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…

2 anni ago

<strong>Libri Top Ten e Lo Scaffale</strong>

TOP TEN   Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo         di Aldo Cazzullo,…

2 anni ago