La gigantesca macchina mediatica si è già messa in moto. Schiere di furgoni con enormi antenne paraboliche sono già appostati nei pressi del naufragio. I tg di tutto il mondo stanno già mandando in onda i loro speciali con le interviste ai naufraghi, ai soccorritori, ai pescatori, ai palombari. Bruno Vespa sta già preparando il plastico della nave e di tutto l’arcipelago toscano e come minimo intervisterà un operaio della fabbrica che ha costruito le scialuppe di salvataggio. A quest’ora i familiari delle vittime sarranno già assediati da orde di giornalisti fermamente decisi a farsi rilasciare un’intervista. La prossima settimana Chi l’ha visto? lancerà un appello nella speranza di ritrovare i dispersi. E magari tra qualche mese qualcuno ci farà pure un film.
Indubbiamente non accade tutti i giorni (per fortuna) che una nave della Costa Crociere si incagli clamorosamente sugli scogli. E ovviamente la notizia della presenza di vittime addolora tutti me compreso. Ma tutto questo palcoscenico stride fortemente con le scarse attenzioni riservate agli 86 incidenti (fonte: Fortress Europe) che solo nel 2011 hanno provocato ben 2.251 vittime tra gli extracomunitari che, spinti dalla fame e dalle guerre, tentano coraggiosamente di raggiungere le nostre coste a bordo di imbarcazioni di fortuna.
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