Mi è sembrata una discreta caduta di stile l’accusa di Renzi nei confronti della Finocchiaro. Per quanto io riesca a sforzarmi, non riesco proprio a trovare niente di male nella scena immortalata dagli obiettivi in cui si vede l’On. Finocchiaro all’Ikea in compagnia di tre guardie del corpo di cui una alle prese con il difficile quanto arduo compito di spingere un carrello semivuoto.
Primo: la scorta non l’ha richiesta lei ma le è stata obbligatoriamente assegnata dal Ministero dell’Interno e presumo che l’abbia fatto a seguito di un rischio concreto. Secondo: non è affatto comodo andare in giro con una mezza dozzina di uomini armati che seguono ogni tuo passo. Terzo: immagino che l’uomo della scorta si sia offerto spontaneamente di spingere il carrello vedendolo come un normalissimo gesto di cortesia.
Se in quell’occasione un uomo con le mani libere non avesse usato nei confronti di una donna la gentilezza di spingere un carrello, penso che Giovanni Della Casa si sarebbe più e più volte rivoltato nella tomba.
L’unico appunto che poteva essere sollevato, qualora se ne avessero dei motivi fondati, era sulla effettiva necessità della scorta e non su un suo utilizzo solo apparentemente inappropriato.
Non si confonda l’uso di servizi a disposizione di una carica istituzionale di responsabilità con il suo abuso. Altrimenti finiranno per fare i politici solo i ricchi e i mafiosi. E, parlando in generale, cerchiamo di smetterla di cavalcare l’onda dell’antipolitica per ottenere vantaggi politici approfittando del sentimento ormai diffuso secondo il quale qualunque cosa abbiano a disposizione i politici sia uno spreco. I politici devono avere gli strumenti per svolgere il loro lavoro in sicurezza e serenità purché ovviamente ne facciano buon uso. Analizziamo quindi caso per caso e non commettiamo l’errore di cadere vittima di pregiudizi populisti e di fare di tutte le erbe un fascio.