Vivo a Cortona da 15 anni e non ancora mi sono abituato alle meraviglie di questa splendida terra. Spesso mi piace perdermi tra le mille stradine che accarezzano la collina cortonese e ammirare incantato i tanti magnifici quadri bucolici che mi appaiono alla vista. Fiori di ogni genere, prati tagliati a filo che neanche il geometra, muretti a secco senza nemmeno una pietra fuori posto, orti prodigiosi, alberi rigogliosi potati con saggezza e amore.
Ogni tanto scorgo arrampicato sui rami qualche vecchietto in bilico su una vecchia scala di legno tenuta assieme in qualche modo da un po’ di fil di ferro arrugginito e mi ci fermo a parlare. Sono sempre schivi all’inizio, ma grandi amici dopo cinque minuti. Mi piace ascoltare come si fa un innesto, il ruolo della luna nella semina, le tecniche di potatura (ognuno c’ha la sua e “quell’artre n’sono bone a niente”). Mi piace percepire la sua felicità nell’accorgersi che qualcuno senza rughe profonde sul viso lo ascolti ancora. E mentre senti la loro voce assieme ai profumi, ti accorgi che il vero tesoro di Cortona sta proprio lì, in quei piccoli fazzoletti di terra trasformati in angoli di paradiso grazie al lavoro quotidiano di tanti cortonesi che nei secoli hanno continuato ad amare la propria terra. E senti forte il dovere di impedire che tutta questa impalpabile bellezza si perda nel tempo.
Che cosa succederà con l’introduzione dell’IMU agricola per i privati? Succederà che molti piccoli proprietari, oberati dalle tasse, saranno costretti a vendere ai latifondisti (per altro esenti dall’IMU qui a Cortona) che, facendo dell’agricoltura un’industria, non potranno certo riservare le stesse cure e attenzioni di un pensionato innamorato della vita, quella vera.
Faccio appello alla sensibilità del Governo affinché consideri anche questo aspetto che a mio avviso non è affatto secondario e decida di rivedere questo provvedimento.