Ho seguito marginalmente la diatriba Scanzi-Jovanotti in cui è stato trascinato, suo malgrado, il nostro buon Lupetti. Non condivido l’articolo di Scanzi nei toni e nello stile, benché io mi trovi spesso ad apprezzare l’autore per la sua capacità di analisi oggettiva in ambito politico, quel suo saper guardare i fatti – quando vuole – con l’imparzialità di un alieno che è una dote non da poco.
L’aspetto “renziano” di Jovanotti (o Lorenzo come tutti lo chiamiamo qui a Cortona) a me sembra onestamente marginale nella sua straordinaria figura di artista e in ogni caso è un diritto legittimo di chiunque, anche degli artisti, avere delle idee politiche. Salta più all’occhio semmai il suo smisurato amore per Cortona che viene spesso pubblicamente palesato con orgoglio e negli anni si è concretizzato in tante lodevoli iniziative.
Molto tempo fa quando a Pisa conobbi quella che poi sarebbe diventata mia moglie, non riuscivo a comprendere perché volesse abbandonare una brillante carriera di ricercatrice per ritornare nel suo paese di origine. Adesso che conosco Cortona e i cortonesi, la capisco. Quando Francesca parla di Cortona vedo nei suoi occhi la stessa luce che brilla negli occhi di Lorenzo quando per esempio in un recente documentario racconta di quel “paese mio che stai sulla collina”. E in effetti Lorenzo non perde occasione di tornare tra le vie della sua amata Cortona, di sentirne i profumi e le voci di tutti i giorni, di passeggiare come un cortonese qualunque con quel sorriso e quella umiltà che non lo hanno mai abbandonato. Si percepisce, si riesce quasi a toccare questo attaccamento alle sue radici che in molti frangenti diventa impegno attivo. Ed è una gran bella cosa questa qui, la apprezzo molto, moltissimo, specie in un contesto in cui ci sono certi VIP che non citano quasi mai Cortona e certi altri, molto meno noti per fortuna, che non perdono occasione di criticare, in modo a mio avviso pretestuoso, l’amministrazione.