Dato che oramai tutti si cimentano in improbabili analisi del voto, ci provo anch’io cercando di conservare la stessa imparzialità che ho adottato nell’amministrare sotto il profilo tecnico questo bellissimo giornale durante la campagna elettorale.
Partiamo da un elemento incontrovertibile: il ballottaggio era dato quasi per scontato. Lo stesso nostro Lupetti ne evocava lo spettro in un suo editoriale “i numeri fanno concludere che il ballottaggio non solo è possibile, ma anzi sarebbe una sorpresa se non ci fosse”.
Forza Italia in un suo comunicato sentenziava “Se i risultati dovessero grosso modo ripetersi senza giganteschi stravolgimenti, si profilerebbe una soluzione definitiva al ballottaggio” e il Candidato a Sindaco Mazzeo durante un confronto pubblico affermava “il ballottaggio è matematico e la matematica non è un’opinione”. In varie occasioni più o meno tutti gli avversari di Francesca non solo auspicavano il ballottaggio (cosa comprensibile) ma lo ritenevano una eventualità molto probabile.
Effettivamente l’ipotesi del ballottaggio, numeri alla mano, non era poi così remota anche se era molto difficile fare previsioni in quanto le variabili in gioco erano parecchie: un 5 Stelle che addirittura era dato favorito sul PD, la presenza della lista del Comitato di cui non avevamo dati pregressi, l’incertezza generata da un così ampio numero di liste contendenti, le novità del sistema elettorale (doppia preferenza e 16 candidati per lista invece di 20), l’impossibilità di quantificare la spinta propulsiva di Renzi.
Come tutti sapete, il ballottaggio non c’è stato. Francesca ha vinto al primo turno e, alla luce di quanto premesso, è stato un indubbio successo. Si può discutere su quanto sia stato grande questo successo, ma mi sembra onesto partire da una base in cui il successo di questo risultato sia un dato acquisito e accettato da tutti.
In verità anche se fossimo andati al ballottaggio, non sarebbe stato così grave. Lo stesso Renzi ci andò cinque anni fa a Firenze con il 47,3% e poi vinse con il 60%. Non mi pare sia stata tutta questa onta.
Comunque adesso cerchiamo di capire quanto è stato grande questo successo analizzando gli elementi a disposizione. Ma prima di fare questo, sfatiamo subito questo mito del numero alto di schede bianche (168) e non valide (329). Non sono numeri anomali: nel 2009 le bianche sono state 254 e le nulle 222 e nel 2004 addirittura le bianche sono state 399 e le nulle ben 430. In ogni caso credo che abbia influito nel numero di schede nulle – quanto non so dirlo – la stampa errata del fac-simile della scheda elettorale da parte del PD in cui c’era il simbolo del PD nell’ultima colonna al terzo posto (invece che al primo) proprio come nella scheda per le europee generando forse in qualche elettore del PD un po’ di smarrimento.
Non riesco a capire il ricorso ai termini “tecnicismo elettorale” invocati da Forza Italia che differenzia il numero di voti validi dal numero dei votanti. Mi sembra ovvio e lapalissiano che nel conteggio della maggioranza siano contati i voti validi. Semmai sarebbe stato un tecnicismo se fosse accaduto il contrario e cioé se si fosse decretata la maggioranza includendo le schede nulle…
Cominciamo l’analisi del voto proprio da FI. Se è vero che Manfreda si è fatto in quattro, il consenso al suo Partito si è fatto in due nonostante il buon Teddy che ho sempre stimato per la sua correttezza, sia stato quello che ha fatto la figura migliore nei confronti televisivi. Purtroppo ha pagato il calo vertiginoso avvenuto a livello nazionale e la presenza di un impetuoso avversario dello stesso colore, il Meoni, che ha indubbiamente realizzato un risultato eccezionale. La sua lista è riuscita a prendere quasi il 17% (secondo me anche grazie ad una serie di congiunture positive che difficilmente potranno ripetersi) che è un risultato oggettivamente ottimo per una lista civica seppur appoggiata ufficialmente da partiti tradizionali come NCD e Fratelli d’Italia. Sinceramente all’inizio della campagna elettorale dubitavo che riuscisse a prendere anche un solo consigliere e invece è stato capace di intercettare non solo il voto dei forzisti delusi ma anche secondo me una parte dei voti dei pentastellati riuscendo nell’impresa di prendere ben 3 consiglieri nonostante la presenza della lista del Comitato che credo gli abbia portato via non pochi voti. Un Comitato che ha comunque disatteso le mie aspettative. Sembrava partito bene ma poi secondo me ha perso un po’ di consenso convergendo verso l’area dell’antipolitica già particolarmente affollata.
Rifondazione ha perso il 64% dei propri sostenitori passando da 848 voti del 2009 a 302 dell’ultima tornata elettorale. Ma comunque Andrea Mazzeo ha fatto una buona figura dimostrando di essere preparato e competente nonostante i suoi 24 anni (io alla sua età avevo le idee molto meno chiare) e la sua giacca nera traslucida non proprio di sinistra che ha indossato in occasione di un paio di confronti 🙂
Personalmente mi è dispiaciuto che il PRC non sia entrato in coalizione. E’ gente che stimo per il loro attaccamento agli ideali e la loro integrità morale, ma mi sono sembrati un po’ troppo polemici in un contesto di campagna elettorale in cui secondo me andavano valorizzati i punti in comune (e c’erano) e non le differenze (c’erano anche quelle).
Il M5S ha ottenuto un risultato in linea con le mie previsioni. I dati pregressi delle amministrative di molti comuni negli anni passati facevano presagire numeri del genere. Il movimento a mio parere ha pagato la poca presenza nel territorio e più avanti proverò ad evidenziarlo con i numeri.
Il loro candidato, Matteo Scorcucchi, mi è sembrato ancora un po’ acerbo politicamente ma durante l’unico confronto a cui ha partecipato, ha dimostrato doti di umiltà. Penso che con un po’ di tempo porterà contributi positivi al dibattito in Consiglio Comunale.
La lista Cortona Città Aperta è stata nel suo piccolo una rivelazione. I loro candidati si sono distinti in iniziative culturali di grande pregio nonostante gli esigui mezzi a disposizione. Sono stati premiati con ben 272 voti e 155 preferenze. Se si pensa che Rifondazione che è un partito ben strutturato e di esperienza, ha preso 292 voti (solamente 20 in più) e 112 preferenze (43 in meno!), si capisce l’entità dello sforzo che hanno fatto.
SEL ha avuto una flessione importante ma tutto sommato ha retto. Per un pelo non ha ottenuto il proprio consigliere regalando al PD una maggioranza bulgara di ben 10 consiglieri su 16.
Il PD dimostra di essere un nucleo solido ed impenetrabile: in termini assoluti ha preso 5799 nel 2009 e 5725 voti nel 2014; in termini relativi il 44% nel 2009 e il 46,21% (+2,2%) nel 2014 in cui l’affluenza si è rivelata più bassa. Addirittura rispetto alle politiche di un anno fa ha registrato un +8,6%. Il Partito Democratico sta quindi attraversando un periodo molto positivo e le voci di disaffezione dell’elettorato PD si sono rivelate del tutto infondate, anzi…
Considerando poi che nel 2009 le liste collegate al Vignini hanno preso il 59% (a cui vanno aggiunti i voti andati solo al nome), facendo le somme un po’ a occhio sui dati del 2014 e considerando l’apporto dei socialisti e di Rifondazione, non ci discostiamo molto dal quel numero nonostante le novità dei 5 Stelle e del Comitato e la scomparsa di Idv e Comunisti Italiani.
E nonostante quest’anno la presenza di ben 7 liste e 6 candidati avversi abbia causato una notevole dispersione del voto. Senza considerare che in regime di par condicio, essendo 7 i candidati, a Francesca spettava nei confronti televisivi un settimo del tempo (8,5 minuti per ora) contro i 20 minuti per candidato a disposizione nel 2009. Capite bene che per un candidato come Francesca che basa la propria campagna sui contenuti piuttosto che sugli slogan è un handicap notevole specie se durante il tempo a disposizione degli altri candidati vengono spesso rivolte accuse sull’operato della precedente amministrazione da cui Francesca deve cercare di difendersi in 8,5 minuti nel corso dei quali deve provare anche a spiegare cosa intende costruire. Un po’ difficile, non credete?
C’è un altro aspetto che nessuno ha considerato fino adesso. Ho provato a calcolare per ciascuna lista la percentuale delle preferenze prese (che può teoricamente arrivare al 200%) rispetto ai voti. La classifica che viene fuori è la seguente:
LISTA | PREFERENZE | VOTI | PERCENTUALE |
SEL | 405 | 432 | 93,75% |
PD | 4575 | 5725 | 79,91% |
PSI-UDC | 312 | 457 | 68,27% |
COMITATO | 350 | 598 | 58,53% |
CORTONA CITTA’ APERTA | 155 | 275 | 56,36% |
LEGA NORD | 169 | 306 | 55,23% |
FORZA ITALIA | 787 | 1505 | 52,29% |
PRC | 112 | 292 | 38,36% |
FUTURO PER CORTONA | 795 | 2077 | 38,28% |
M5S | 156 | 721 | 21,64% |
Questa tabella cerca di quantificare il lavoro svolto dai candidati consiglieri. Un M5S ad esempio che prende solo 156 preferenze su 721 voti significa che ha lavorato poco sul territorio e i voti presi sono in gran parte dovuti alla notorietà del simbolo. Un partito come SEL invece che ha preso 405 preferenze su 432 voti, significa che è fortemente radicato nel territorio, significa che i candidati consiglieri hanno parlato con la gente (guardate che non è facile far scrivere il proprio cognome sulla scheda). E quindi Partiti come SEL e PD che hanno una forte componente di preferenze sono stati molto penalizzati dalla nuova legge che ha ridotto il numero di candidati consiglieri da 20 a 16. Sono mancati a SEL e PD ben 4 candidati che avrebbero portato un bel po’ di voti in più.
E nonostante tutto ciò…