«Il tuo blog fa schifo. Dai un’occhiata al mio: quello sì che è un vero blog. Mica come quelle stronzate che scrivi te». L’uomo si avvicina a passo di marcia, zainetto in spalla, dito puntato. «Dico a te, biondino!». Il tizio è a pochi metri, cellulare in mano. L’indice adesso non punta più verso di me, ma verso lo schermo del telefono. «Questo è il mio nuovo blog: leggi e impara, dilettante!».
Il fatto che il facinoroso abbia un forte accento fiorentino non mi stupisce, visto che mi trovo alla stazione di Santa Maria Novella in attesa di un treno che mi riporti a casa. Rispondo farfugliando qualcosa, testa bassa. Poi ho la brillante idea di alzarla. Non faccio in tempo a mettere a fuoco la sua faccia che una scarica di sputacchi mi centra in pieno gli occhi, accecandomi. Urla di schifo e di dolore mi svegliano.
Mi alzo, quasi dimenticandomi del delirio notturno appena passato. Pane e nervosismo, la colazione dei campioni. Accendo la prima sigaretta della giornata, per due validissimi motivi: 1) ho appena fatto colazione 2) sono nervoso. La mattinata scivola via insieme alla mia timeline di Twitter. Ma si sa: scivola una volta, scivola due, alla fine rischi di fare fallo (a meno che tu non ti chiami Alessandro Nesta “Tempesta perfetta”). Mancano pochi minuti a mezzogiorno e l’ennesimo tackle sui social network mi distrae dallo studio. Tra i tanti cinguettii, solo uno colpisce la mia attenzione: «Ricominciamo. Anche con un blog “Il futuro, prima o poi, torna”» firmato Matteo Renzi. Calma, aspetta, fammi vedere. Clicco una volta sola, per sbirciare. «Ci sono molti modi di cominciare. E di ricominciare – blog.matteorenzi.it». Clicco due volte, sono in confusione. Il faccione del Matty con accanto la scritta “il blog di Matteo Renzi” mi esplode nello schermo retina 13 pollici. Mani in faccia, poi sui capelli. Urlo di Munch 2.0. L’arbitro fischia rigore. Accenno una timida protesta, ma tutto è inutile. Riaffiorano gli spettri della notte appena passata. «Ma allora quello che ho sognato era…»
Era Matteo Renzi, segretario del Pd, fiorentino, nonché ex presidente del Consiglio. Eravamo alla stazione di Firenze e lui inveiva contro di me. Diceva che il suo blog era più bello del mio, che dovevo imparare da lui… Un incubo. Mi ha anche sputacchiato sul viso. E a quel punto mi sono svegliato. Ora si spiega anche il mio nervosismo mattutino, che adesso ha raggiunto livelli terroristici. Tanti pensieri affollano la mia testa come in una mischia in area di rigore per un calcio d’angolo al 95′ in finale di Champions. Ma solo uno svetta sopra gli altri come Materazzi contro la Francia nel 2006 («Materazziii! Siamo ancora vivi!»), ed è questo: ho una cosa in comune con Renzi, il blog.
Così ho pensato di ingarellarmi con lui e sono tornato a scrivere dopo più di un mese di ‘nascondino’. Qualcuno avvisi la Sciarelli e le dica che sono vivo e che sto bene. Devo ancora riprendermi da questo incubo, ma sto bene. La lotta tra i blogger più cool d’Italia è ufficialmente iniziata. #Matteostaisereno