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Il bello e il brutto del mondiale brasileiro

Buona fine di Mondiale brasileiro a tutti. La Germania, come penso tutti sappiate, ha vinto, probabilmente non giocando la sua partita migliore, anzi, ma nemmeno l’Argentina ha avuto il suo Messi(a) migliore e allora ha trionfato la solita grande organizzazione tedesca e dopo 24 anni le strade di Berlino e della Germania tutta sono tornate a riempirsi di gente festante. Fortunatamente Angela Merkel ha avuto il buon senso di non fare come Sabrina Ferilli quando la sua Roma vinse lo scudetto nel 2001, risparmiandoci uno spettacolo di dubbio gusto.

Ma questo Mondiale, alla resa dei conti, cosa ci ha detto?

Ci sono state molte squadre sorprendenti, in positivo e, (ahinoi), in negativo.

La Colombia del buon James, se vogliamo dirlo all’americana, o Jaime se vogliamo dirlo alla sudamericana, Rodriguez che solamente al cospetto dei padroni di casa si è arresa ai quarti di finale, forse con un po’ di tremarella sulle gambe.

La, o il, Costarica (e su quest’articolo femminile o maschile sarà fatto un qualche trattato come quando Ungaretti scrisse quel M’illumino d’immenso ) che, dopo averci sapientemente umiliati senza nemmeno darci la soddisfazione di far sporcare i guantoni e i pantaloncini al loro portiere, è uscita, come i cugini colombiani, ai quarti di finale perdendo ai rigori contro l’Olanda.

La Grecia che al novantaquattresimo dell’ultima partita del girone di qualificazione fa fuori la più quotata Costa d’Avorio, qualificandosi per gli ottavi di finale. Tutto questo per farsi poi eliminare dal Costarica ai calci di rigore, ma per un Paese come quello ellenico, tormentato da anni da una crisi economica e politica infinita, è un risultato storico.

C’è poi il Cile che, è vero, è uscito agli ottavi di finale, ma è uscito a testa altissima contro i verdeoro padroni di casa solo ai calci di rigore e con una traversa al centoventesimo di Pinilla che ancora trema?

E l’Algeria che, dopo aver eliminato la Russia, quasi fa lo scherzetto ai futuri campioni del Mondo, costringendoli ad un faticosissimo 2 – 1 ai tempi supplementari?

Positivo anche il Belgio, che solo ai quarti di finale si arrende ad una cinica Argentina e bella anche l’Olanda del “maestro” Van Gaal che solo all’Albiceleste cede in semifinale ai calci di rigore in una delle partite più noiose del Mondiale, ma che ai quarti di finale, con un’abilissima mossa psicologica del guru olandese che sostituisce il portiere titolare con la riserva in vista dei calci di rigore con i sudamericani costaricensi, riesce a passare il turno

Le note negative?

Beh, tanto per farci subito del male, possiamo partire dai ” nostri Azzurri, che, dopo averci illuso nella partita iniziale contro l’Inghilterra (a proposito: complimenti anche a loro per il misero punto in tre partite e a questo proposito mi viene in mente Mai dire Goal quando il buon Giacomo Poretti, nei panni di Mr Flanagan rivolse questa domanda a Roy Hodgson: ” What’s your job? “  E il buon Roy rispose:” I don’t know “ ), sono letteralmente naufragati contro squadre non di grande valore mondiale, come Costarica, senza articolo, ed Uruguay, con la miseria di due punizioni tirate da Pirlo  nello specchio della porta in 180 minuti più recupero. Sconcertanti! Noi italiani, quando si perde, si tira in ballo sempre l’arbitro, e si può fare anche questa volta, vista l’assurda espulsione di Marchisio e il morso del recidivo Luìs ” Hannibal Lecter Suarez, però…

Gli ex campioni del Mondo della Spagna che con il loro tiki taca ormai non incantano più nessuno ( Barcellona docet ) e già al primo turno han fatto le valige.

E il Portogallo? Fuori anche i lusitani del Pallone d’Oro Ronaldo al primo turno, con un roboante 0 – 4 contro la Germania alla prima partita che già aveva fatto capire molte cose.

Per molti non sarà una sorpresa, ma per me sì! La Russia del divin Capello che magari non avrebbe fatto tantissima strada, visto che agli ottavi avrebbe incontrato la Germania, fuori al primo turno alla pari dei simpatici coreani del sud. A proposito di questi ultimi: se non giocate i Mondiali in casa e non avete un Byron Moreno, di strada ne fate poca! A proposito di Moreno, è inutile che vi dica il secondo cognome del nostro arbitro in Italia – Uruguay…

Non è una sorpresa l’uscita del Camerun al primo turno, però vedere gli ex leoni indomabili essere ridotti ad agnellini sbranabili mette tristezza.

Dulcis in fundo il Brasile: una squadra che nelle ultime due partite del Mondiale prende 10 goal non credo che abbia bisogno di ulteriori commenti.

A me, però, l’immagine che è rimasta più in mente di questa rassegna iridata è stata questa: proprio nella debacle contro la Germania, dopo il quarto goal è stato inquadrato un bambino brasiliano con gli occhiali che era un fiume di lacrime. Questo è il bello, o dal punto di vista dei brasiliani, il brutto del calcio.

Ultima chiosa: ” Il calcio è quello sport in cui si gioca 11 contro 11 e alla fine vincono sempre i tedeschi “. Chi ha detto questa frase? Il grandissimo ex calciatore inglese Gary Lineker. Come dargli torto?

Buon proseguimento a tutte/i.

Stefano ” Steve ” Bertini

Stefano Bertini

Laureato in Scienze Politiche, ha oltre 10 anni di esperienza come giornalista. Nel tempo, oltre a dirigere questo sito, ha collaborato con molte testate sia locali che sportive spaziando fra on-line, carta stampata, radio, TV. "Steve", come ormai lo chiamano tutti, é uomo di grandi passioni e a quella per lo sport e le sue mille storie da raccontare unisce l'amore incondizionato per il cinema poliziottesco. E' per questo che in quanto a versatilità, stoicità e capacità di adattamento ci piace definirlo come una sorta di Sandro Ciotti, mixato con Mario Poltronieri e Enzo G. Castellari. In salsa chianina, ovviamente.

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Stefano Bertini
Tags calcio

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