{rokbox title=| :: |}images/frutta5.jpg{/rokbox}Nello spegnimento politico per ferie pre-ferragostano ha fatto notizia l’iniziativa del PD provinciale aretino che s’è messo a distribuire frutta gratis per il corso, all’insegna dello slogan “Il Governo è alla frutta”. Pesche “della Valdichiana” (sarà un rimando involontario al “Pollo della Valdichiana”??) infilate in sacchettini con allegato volantino sulla manovra finanzaria del governo. Il tutto a gratis, e direttamente dalle mani di chi solitamente siamo abituati a vedere “aldilà della scrivania”, seduto in una qualche più o meno importante poltrona.
Da uomo non di sinistra, peraltro sempre più scettico dell’operato del governo di destra e sempre più indeciso sul come collocarsi in futuro, mi trovo perlomeno costretto a riconoscere alla dirigenza aretina del PD (in primis al segretario, il ‘re degli eventi’ e delle idee un po’ strampalate ma spesso vincenti Marco Meacci) un certo coraggio e una certa originalità. In fondo ci vogliono le palle per darsi da fare il 13 d’Agosto, mobilitare un partito sempre più difficile da mobilitare (perchè i militanti non sono più tanti, poi ci sono le feste, poi ci sono le ferie ecc ecc), portare avanti un’idea apparentemente balzana che si prestava a mille possibili ironie e battutacce (dalle banane in là si poteva inventarsi di tutto) e tirar fuori a costo zero un’iniziativa che perlomeno ha creato curiosità e attratto un po’ di persone che sicuramente, in caso di normale banale volantinaggio con gazebo, avrebbero girato alla larga.
Analizzando bene la cosa, però, quel che manca o perlomeno è relegato in secondo piano come sempre è il contenuto, aldilà degli slogan, delle percentuali scritte sui volantini e 4 o 5 proposte alternative che è facile fare quando si è all’opposizione. Ma perlomeno c’è un tentativo onesto di cambiare metodo, di scendere dai piedistalli, di scollarsi di dosso l’immagine di intoccabile casta, recuperare la modestia e un goccio di incoscienza che di sicuro non guasta e in fondo è quella che serve per cambiare le cose, re-infilandosii fra la gente, ritornando nei mercati, dialogando nelle strade, combinando qualche atto d’umiltà alle solite ridicole frasi fatte sul “radicamento nel territorio”. Recuperare insomma quel (poco) di buono che ci poteva essere nel tradizionale modus operandi del PCI, ma senza essere noiosi come erano i comunisti d’una volta.
Il fatto che la cosa abbia raccolto un rilievo nazionale, finendo sui lanci d’agenzia, la dice poi lunga sullo stato dell’informazione in Italia, su come ragionino i giornalisti oggi e su cosa oggi possa o meno fare notizia. Anche il locale riproduce il nazionale, dove passano i discorsi di mignotte, trans e appartamenti di lusso e si accantona il resto. I politici, nei rapporti con la stampa, si trovano ad affrontare problemi tipici anche di altre categorie, ad esempio quella dei musicisti. Giuni Russo, una carriera splendida con tanti bellissimi dischi, ma tutti la ricordano solo per l’hit cretino ‘Un’estate al mare’. Ecco: chissà quanti interventi di politici locali e nazionali, iniziative, incontri, dibattiti, forum su temi seri ci saranno stati in queste settimane estive, magari disertate da pubblico e stampa. E’ arrivato il PD aretino e con le sue pesche, stavolta, ha beffato tutti.
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