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Rino Gaetano, fratello in mezzo ai figli unici

30 anni (e un giorno) fa moriva Rino Gaetano. Ovvero uno dei più creativi e innovativi cantautori italiani. Un incidente d’auto interrompeva, a soli 31 anni, la sua parabola tempestosa; tempestosa come il suo carattere e il suo non facile rapporto col mondo. Con i discografici, col pubblico, con la critica. Deriso e messo in secondo piano da tanti Soloni dell’epoca, probabilmente perchè troppo poco politicizzato e senza troppe bandiere in mano, quindi molto poco alla moda, la sua fama è aumentata a dismisura negli anni successivi alla sua morte.

Insomma: se c’è stato un vero bastiancontrario nella musica italiana, quello è stato lui.

Oggetto di culto di una nicchia (politicamente spesso orientata a destra) per quasi due decenni, dalla metà dei ’90 ha goduto di una generale riscoperta e col suo cielo sempre più blu è divenuto nel decennio da poco concluso uno dei più amati artisti italiani di sempre. E anche i Soloni e i sinistrorsi si sono finalmente accorti che era tanto, troppo più avanti di tanti osannati poetoni a lui contemporanei, molti dei quali non sono e non andranno mai oltre il ’68 o il ’77.

Finalmente, giustamente, Rino ha avuto il successo e la stima del grande pubblico.

Fu poeta ironico, sarcastico, distaccato ma sensibile di un periodo di storia italiana; il suo stile fu innovativo e i suoi testi stralunati sono qualcosa di eterno e sempreverde.

Per me, dall’adolescenza in poi, quando lo ascoltavo in cassette copiate da un amico del liceo (si..di destra pure lui…), fu come un fratello maggiore. Un fratello in mezzo a tanti “figli unici”, proprio quelli che lui dileggiava ma a cui comunque voleva bene.

Ciao Rino, e grazie.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

View Comments

  • Caro Bastiancontrario, credi che Rino Gaetano si meriti un ricordo così tanto politicizzato, lui che, come giustamente ricordi, non lo era e non voleva esserlo?
    Per celebrare i 30 anni dalla morte di un poeta giullare sarcastico e fuori dagli schemi quale era Rino, dobbiamo ancora ricorrere ai triti e ritriti luoghi comuni: "Rino Gaetano è di destra, De Gregori è comunista, il culatello è di destra, la mortadella di sinistra, questo a me, quello a te..."?

  • Non mi pare di aver politicizzato nulla, mi sono semplicemente limitato a dire che spesso, poichè non era politicizzato, il nostro amato Rino era poco idolatrato dai critici. L'ostracismo c'è stato e negarlo sarebbe sbagliato. Non so se fosse di destra o di sinistra e neanche mi interessa: mi interessa la sua musica, di grande valore, e il suo messaggio di libertà, molto da "bastiancontrario" in un'epoca in cui molti rincorrevano, per idee ma anche forse un po' per comodo, altri trend. Punto e basta

  • Non è per fare il renziano d'accatto, ma questo ricicciare sempre sul cantautorato schierato puzza parecchio di vecchio... anche perché catalogare un artista è sempre un'operazione impervia (torna in mente l'incredibile annessione, a destra in Italia e a sinistra negli USA, del povero Tolkien): perfino Baglioni, ai tempi dileggiato per l'eccessivo sentimentalismo e la scarsa propensione al bozzetto verista, oggi si dichiara "comunista da una vita". Comunque positivo il ricordo di un artista ben migliore di come si credeva ai tempi (l'album "Aida" è tra i migliori degli anni '70).

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Michele Lupetti

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