Premetto che scrivo tutto questo sperando di essere smentito dai fatti, nelle prossime ore. Lo spero davvero, e a quel punto farò pubblica ammenda come (non) stanno facendo tutti coloro che a 5 minuti dalla bomba di Brindisi già avevano archiviato il caso come attentato allo Stato, di origine probabilmente mafiosa. Non c’era un elemento chiaro per affermare alcunchè, ma la fretta dei media d’oggi ha imposto di dare un’interpretazione e formulare subito un commento. Senza preoccuparsi del fatto che tale commento sarebbe risultato ridicolo se riletto 15 giorni dopo.
Nulla da eccepire su tutti coloro che sono andati in piazza in quel sabato, è stato comunque un segnale positivo perchè allo Stato e alla democrazia è giusto volere bene anche se poi (a quanto pare) le origini di quella bomba erano ben diverse e non anti-Stato. Molto da eccepire, invece, sulle bestialità lette a iosa nei social network, con un preoccupante forcaiolismo in cui la barbarie del sentirsi “massa” pur scrivendo da singoli ha raggiunto i livelli dell’apoteosi, in un crescendo wagneriano di violenza e barbarie.
Sfogarsi, colmare i propri vuoti scagliandosi contro un nemico comune, contro la rappresentazione del male, poter dire le peggiori cose essendo pienamente legittimati a farlo. Troppo bello. Un po’ come fare scherzi a Carnevale, dove ogni scherzo vale: qui invece vale ogni sconcezza, e chi la spara più grossa diventa il più bravo. Facebook ripropone il modello delle piazze ai tempi delle dittature: un libro degli orrori fatto di replicanti in preda a un agghiacciante isterismo.
Lo stesso forcaiolismo lo vedo ancora vivo in questo momento, ora che s’è scoperto (forse) il colpevole, e già immagino la valanga di indecenze che si potranno leggere a carico di tal Giovanni Vantaggiato, il benzinaio 68enne che l’avrebbe fatto per “vendicarsi” con la Giustizia per un torto passato.
Motivazione assurda per una violenza assurda e imperdonabile, alla quale però non ha senso far seguire altra stupida violenza, nemmeno verbale.
Chiudo con un pensiero per il nostro eroe Saviano, profeta indefesso della guerra a tutte le mafie, combattuta a colpi di “Faziate” in Tv fondate sulla cultura dell’ovvio. Andateglielo a spiegare che non è stata la mafia, ma è stato solo un benzinaio…
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In questa società di massa fascistoide e di giornalismo di consenso, finalmente ho trovato chi ha scritto l'unica cosa intelligente che possa condividere in toto negli ultimi tempi.
Non so se ne vale la pena... ma continua così. La mia stima.
Nessun occhio per occhio, ma , da qualche parte , la parola FINE va messa. Se le "leggi" ci sono, allora ci debbono anche essere coloro che le fanno rispettare. Provate ad avere un figlio che ti viene ucciso a quel modo, ...poi me lo raccontate !!!!! Personalmente consegnerei il colpevole di tale atto ai genitori delle vittime, di certo ci sarebbe meno "pasto" per i media ma, di sicuro (a mio modo di vedere), verrebbe inflitta la giusta condanna e più che altro, ESEGUIITA !
Secondo lei può un semplice "benzinaro" predisporre, da solo, un ordigno telecomandato a distanza ? Io penso di no ed anche gli inquirenti, mi pare di capire, non sono affatto sicuri del movente che avrebbe indotto l'attentatore ad agire. Mi permetto di condividere con lei l'auspicio che a violenza non corrisponda altra violenza, neppure verbale, mi risulta difficile, però, comprendere l'attacco a Saviano; un uomo che può piacere o meno ma che ha il merito di contribuire, più di molti altri, a mantenere un livello di guardia molto elevato sui temi della malavita organizzata che, in un Paese come l'Italia, rappresenta una delle cause principali della nostra arretratezza sociale, economica e politica.
Cordialmente.
Maurizio Seri
Tutti omosessuali col deretano altrui...!
Mettetevi un secondo solo nei panni della mamma di Melissa e poi vi passerebbe la voglia a tutti di fare Santa Maria Goretti.
Negli ultimi anni si è consolidata l’usanza di trovare un colpevole purché sia, più che usanza è l’ esigenza di un certo modo di fare informazione: c’è bisogno di un capro espiatorio da sbattere, come si dice, in prima pagina dopo appena cinque minuti dall’efferato delitto.
E’ proprio così, il mondo dell’informazione si sta sempre più vampirizzando (ha bisogno continuamente di sangue… non importa se poi è di un innocente) e questo è confermato dai vari Vespa, dai Matrix, dalla pletora di rubriche televisive pomeridiane dove dopo ogni evento delittuoso si sfornano ore, mesi addirittura anni di trasmissione… (“e io pago” direbbe Totò).
Ma come puntualmente ha rilevato l’arguto Bastiancontrario, il peggio lo danno i Social-Network, dove ognuno è pronto a scagliare la prima pietra, a dare giudizi sommari senza pensare, senza ragionare prendendo qua e là accuse rilanciate da chissà dove e quasi mai verificate. Su Facebook una forca prima o poi tocca a tutti, allora giù a sparare nel mucchio, ora contro il calcio e lo Stato, poi contro la Scuola e naturalmente la Chiesa, senza equilibrio, senza distinguo, aggiungendo “violenza virtuale ad altra violenza” come giustamente sottolineava l’autore dell’articolo.
Riusciremo a recuperare un po’ di saggezza e di prudenza nell’esprimere un giudizio? Riusciremo a garantire un’informazione mediatica che non condanni per sentito dire? Termino questa semplice riflessione citando il titolo di un bel film del 1943, considerato precursore del Neorealismo, girato da Vittorio De Sica: “I bambini ci guardano”.