90mila euro della collettività, più precisamente del Comune di Arezzo, saranno spesi per la visita del Papa del prossimo 13 Maggio. Detta così fa scalpore e suona come l’ennesima tegola sulla testa di chi è senza lavoro, tira la cinghia, licenzia o è licenziato, fa la fame e si mette in fila alla Caritas per prendere il sacchettino. Come pure di chi, quest’anno, si è visto “tagliare” dal Comune un qualche servizio o ha dovuto sborsare un bel po’ per averlo. In un momento di grande crisi sentire che si spendono soldi pubblici fa accapponare la pelle a prescindere, e la rabbia collettiva non guarda più in faccia a nessuno, neanche al Papa, tant’è che il Santo Padre è fra i più bersagliati su Facebook (vedere per credere), quasi quanto l’ormai vituperata classe politica italiana.
Non voglio fare polemica, ma voglio orgogliosamente dire che non sono d’accordo con chi critica.
I 90mila euro saranno spesi per varie adempienze che sono compito del comune fra le quali potatura degli alberi, rimozione dei cassonetti, trasporto, montaggio e smontaggio delle transenne, predisposizione della segnaletica, circolazione stradale, individuazione dei parcheggi, allestimento di bus navetta, cura del cerimoniale, allestimento di una sala stampa nel Palazzo Comunale.
Invito tutti a fare una semplice divisione: 90mila euro diviso per gli abitanti del Comune di Arezzo, che sono quasi 100mila, fa qualcosina meno di un euro di spesa pro-capite.
Meno di un euro.
Credo che i “contestatori” del Papa l’avrebbero volentieri speso per vedere il Dalai Lama o un qualche big dello spettacolo. In tanti spendono un euro perfino per andare a votare alle primarie, pensate un po’…e in tanti ne spenderanno ben 12 per vedere Caparezza ad Arezzo Wave quest’estate.
Il Papa ha un valore emozionale e di fede enorme per buona parte della nostra popolazione. In un momento di crisi e disagio come questo questa visita per tanti può quantomeno essere di conforto. E quindi vale la pena di sacrificare un euro, secondo me. E fa bene a sacrificarlo anche chi non ci crede e scapperà in Messico in quella giornata.
Se di soldi pubblici si vuol parlare, credo proprio che gli sprechi siano altrove. Si sono spesi soldi per festival di nicchia, così come per i concerti di innominabili artisti di quart’ordine… forse è giusto anche spendere un euro per il Papa ad Arezzo. O sbaglio?