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Nucleare: secondo la Consulta serve il parere delle Regioni. Chiaro e lampante: ci vuole un “chiaro coinvolgimento” dei governi Regionali sulla scelta dei siti in cui impiantare le nuove centrali. Si tratterà di un parere non vincolante, ma che comunque dovrà essere ascoltato. Hai capito…. Viene davvero da pensare che chi tanto ha insistito sul federalismo, come pure sul nucleare, ci sia rimasto sostanzialmente fregato.
Se si urla tanto per dare poteri alle regioni è poi ovvio che queste lo chiedano in materie così importanti dove certo non si può tornare a fare gli statalisti. Un po’ di coerenza, insomma! Tocca dar ragione alla Consulta!
Ma la risatina si spegne ben presto immaginando quali scenari potrebbero profilarsi se davvero l’ipotesi ‘atomica’ dovesse andare avanti in Italia. Ammesso che il nucleare sia utile e serva davvero, roba di cui ho già parlato altre volte, a giudicare da quel che avviene nei comuni (vedi esempi anche nostri, con Sindaci paladini degli umori popolari contro questa o quella centrale) mi immagino già presidenti regionali incatenati qua e là, a capo di masse urlanti di cittadini inferociti. Mi immagino pure i cartelli retrò con scritto: Toscana – Regione Denuclearizzata!
Insomma: il rischio che anche il Nucleare diventi come il Ponte sullo Stretto, la grande opera sempre citata ma mai fatta, c’è. Si starà a vedere.
A vederla con ottimismo, però, si potrebbe anche immaginarla diversamente. Forse il potere regionale è talmente distante dai singoli territori da potersene fregare di cinque o sei comuni rivoltosi.
E poi se si vuole protestare è meglio farlo adesso, quando ancora siamo in tempo, piuttosto che aspettare sperando che non ci capiti vicino. Tutto questo anche in ragione del fatto che se scoppia un reattore non c’è comune, vallata e nemmeno Regione che tenga. Ci andiamo comunque di mezzo tutti.