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Miss Italia e il ritorno ai Telefoni Bianchi

No, non è retorica. E’ la verità. La verità di un’Italia giovane culturalmente devastata dalla generazione di Uomini&Donne. Le ragazzette cresciute a pane e Maria De Filippi sono ormai maggiorenni. Prepariamoci al peggio. Eccole che sfilano sul palco di Miss Italia regalandomi (complice la febbre che mi costringe a letto, un palinsesto parimenti allucinante e la pila del telecomando finita) una serata tragicamente indimenticabile. Le parole-aggettivo-autodefinizione più gettonate dalle girls nel più ingessato spettacolo Rai, ancora più fuori dal tempo di Sanremo, sono “solare” (ormai al top da anni) e “sincera”. Ognuna di loro vuole “essere sè stessa” e tutte, ma proprio tutte, lo fanno “per fare una bella esperienza”. Forse, chissà, qualcuna avrà pure detto che quel che conta davvero è la bellezza interiore.

Sono fatte con lo stampino. Perfino i loro corpi, inquadrati dal basso verso l’alto, sono sempre tutti uguali. Belli eh, per carità. Cambiano solo i volti, per i quali lo stampino offre 3 o 4 variabili cromatiche fra occhi e capelli.

Fin qui tutto bene, un normale concorso di miss come c’è da 100 anni. Il problema è che dopo averle fatte sfilare col numerino sul sedere le si vorrebbe anche far parlare. Quasi per una pudica e autolesinistica espiazione di colpa. Almeno, fino a qualche anno fa, le belle facevano le belle mute… ma probabilmente per riempire due prime serate non bastano i “giurati” con le loro retoriche da sogno american-italiano (del tipo “non mollate mai”, “uno su mille ce la fa”) e neanche l’attempato Frizzi (classe ’58), ancora straordinariamente supergiovane grazie (forse) ai miracoli delle tinture per capelli.

Ed ecco quindi lo sciorinare delirante di una nuova morale italiota. Vecchie come le loro bisnonne, la testa è sempre quella, così come la mentalità. Le immagino a 35 anni e le vedo solo con qualche ruga, col telecomando in mano fisso sul programma più stupido del palinsesto, un bell’impiego, un bimbo e un bel maritino. Un destino da sartine dei telefoni bianchi, quelle che sognavano il principe azzurro cantando Se potessi avere…mille lire al mese.

Mi giro e vedo “Inshallah” adagiato sul mio comodino, ma non ho la forza di prenderlo a leggerne qualche pagina. Il pensiero, amaro, va a Oriana. Giro canale, incappando su Rai 3 e trovo Pippo Baudo che intervista Anna Falchi, una “miss” ormai 40enne.

Della serie si stava meglio quando si stava peggio

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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