{rokbox title=| :: : |}images/moronoretta.jpg{/rokbox}“Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce sarebbe bellissimo” – Aldo Moro nella sua ultima lettera dalla prigione brigatista
A volte il caso crea strane combinazioni, tesse coincidenze particolari. Questa infuocata estate ce ne ha fatti vivere due insieme, sicuramente accomunabili perchè fanno parte della stessa storia, quella del nostro paese e dei 64 anni della nostra Repubblica. Ieri e oggi le commemorazioni per la strage di via D’Amelio in cui morì il giudice Paolo Borsellino, commemorazioni che hanno fatto scalpore perchè molto poco partecipate. Contemporaneamente la scomparsa di una donna simbolo della lotta per la verità sui presunti “misteri d’Italia”: Eleonora Moro, moglie dello statista democristiano rapito e ucciso dalle Brigate Rosse.
La Signora Moro se n’è andata a 95 anni. Era, lo ripeto, un simbolo. Il simbolo di un bisogno di verità e di una sofferenza durata oltre 30 anni, vissuta con rigore e forza d’animo infinita, ma anche con la volontà mai doma di capire davvero cosa fosse successo in quella vicenda che fu un bivio della nostra storia repubblicana. Forse il bivio più importante.
Questi due eventi riavvicinati adesso dal caso hanno tante cose in comune. In entrambi lo Stato si dimostrò impotente, toccò il fondo, si credette quasi al capolinea. Poi venne la reazione, ma servì tanto tempo e la credibilità delle istituzioni impiegò un bel po’ prima di essere un minimo ricostruita. Il fatto che il voler ricordare Borsellino non basti a riempire una piazza e che silenziosamente se ne vada una donna-simbolo del bisogno di verità fa preoccupare. C’è forse il rischio di ritrovarsi in un paese che dimentica, che rimuove, che non trova più motivi per rendersi attivo e far sentire la propria voce? Speriamo di no. Mantenere vivo il ricordo e continuare le battaglie di verità e giustizia, anche a 30 e più anni di distanza, è quindi un dovere di noi cittadini e delle istituzioni. Un dovere a cui non possiamo e non dobbiamo sottrarci
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