Per me la lezione del weekend del Renzi vs Bersani è una sola: se prima esisteva un PD che doveva combattere a fatica contro i propri alleati e non dava grandi garanzie di poter essere forza di governo stabile e di reale cambiamento adesso esistono un gran numero di PD (un sito di approfondimento politico ha classificato 14 “correnti” interne) che si combattono fra di sè demolendo ogni residua speranza. Morale della favola: di fronte ad una proposta politica di centrodestra ormai impossibile da appoggiare sul lato opposto la credibilità è più o meno allo stesso livello e decidere dove schierarsi diventa a questo punto impossibile.
Lo scontro verbale sentito in queste ore, con Renzi e Bersani che si sono punzecchiati in continuazione, non è degno di un partito nel senso classico della parola, ma è anche vero che non esiste un senso moderno per definire un partito. Un partito o è in un modo, cioè con una dialettica interna ma una linea esterna unitaria, o e qualcos’altro, ma un qualcos’altro incapace di guidare un paese decisamente nei casini com’è adesso l’Italia.
Senza dire chi mi è più simpatico mi limito a dire che fra i vari leader e leaderini la distanza di idee e posizioni riesce davvero a essere abissale. Dalle maniche di camicia rimboccate e il volantino nei mercati al buon senso modernista e raffazzonato (lo diceva ieri, saggiamente, Michele) rivestito con una patina figa il passo è veramente enorme. Non più comunisti e democristiani quindi, non più DS e Margherita, ma qualcosa di ancora più insolubile e impossibile da sintetizzare visto che in mezzo c’entrano anche le parabole personali, le invidie e le minuscole vicende politiche di provincia.
Qualunque siano le stime che escono dai sondaggi credo che ogni italiano di buon senso abbia capito in questi giorni quello che ho capito io, cioè che non sono ancora maturi i tempi per un rinnovamento radicale e che il prossimo governo, di qualunque colore esso sia, non sarà un governo che farà la storia in positivo e potrà solo scegliere fra il vivacchiare finchè non crolla tutto e/o il peggiorare la situazione.
Povera Italia, povero PD.
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Verrebbe da dire: allora rivota ancora Berlusconi! Ma sarebbe troppo facile cavarsela con una battuta. La verità è che questo articolo a me fa tanta tristezza. E' l'espressione del qualunquismo imperante, strumentalizzato da sempre da chi vuole conservare lo status quo, argomentando che tanto "sono tutti uguali". E' insomma la volontà furbesca di trasportare ogni argomento in una notte indistinta in cui "tutte le vacche sono nere" come diceva Hegel. Che amarezza e che delusione, caro Bastiancontrario!
Bastiancontrario ci propone una fine analisi politica sul Partito Democratico, dimenticando pero' di dire che secondo i sondaggi il PD e' attualmente il partito di maggioranza relativa, Con un segretario de un gruppo dirigente legittimati da un congresso e da elezioni primarie, con una piattaforma politica e che rapprenta l'unica alternativa al governo fallimentare della destra.
L'amarezza, la delusione e anche oltre, Gianni, a me la mette il PD, anche se personalmente non ho mai nutrito speranze in proposito.
Buona Notte