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Arrivano in Toscana, e anche nella nostra Valdichiana, alcuni dei migranti tunisini (o libici? ancora non si è capito…) ‘sfollati’ da Lampedusa; arrivano in queste ore e saranno ospitati presso strutture pre-esistenti. Francamente non ho nulla da eccepire; ritengo anzi che la Toscana dando disponibilità all’accoglienza abbia compiuto un gesto di civiltà e solidarietà pienamente in linea con la sua secolare tradizione di territorio illuminato, moderno e caritatevole. Un gesto che fa onore alla nostra storia, ai nostri valori.
Non credo ci sia tanto da preoccuparsi per questioni di ordine pubblico, visto che i migranti verranno ospitati in strutture adeguate e non potranno aver modo di pesare sulle nostre realtà locali. Non si tratterà di un’invasione barbarica con masse di predoni maghrebini che razzieranno il piccolo borgo di Palazzuolo, se non altro per il numero limitato di arrivi, ma anche perchè i soggetti in questione non saranno abbandonati a sè stessi.
Nonostante tutto questo capisco che qualche piccolo mal di pancia possa venir fuori. I timori è logico che ci siano, frutto anche dell’epoca barbara e violenta che stiamo vivendo. Poi è brutto non ricevere comunicazioni ufficiali e dover apprendere tutto (in modo peraltro incompleto) tramite voci di stampa. Inoltre c’è da chiedersi quanto resteranno questi ‘ospiti’ e cosa andranno a fare poi, e soprattutto dove.
Alla politica, quindi, il compito di chiarire le cose, non strumentalizzando la questione e riportandola e alla realtà, senza mistificazioni.
In questo momento l’uso del cervello e del senso di responsabilità consiglia di dirigere i nostri sforzi verso l’unica vera e utile richiesta da portare avanti: che l’Europa ci aiuti, sostenendo il nostro paese in modo adeguato di fronte a questo impatto provocato da questioni internazionali su cui le nostre colpe sono limitate, e comunque pari a quelle di tutti gli altri paesi europei e occidentali.
Proprio per questo non è giusto che i problemi ricadano solo sull’Italia.
Una volta tanto, quindi, a livello comunitario si eviti di fare gli indiani o i “ponzi pilati”, ma ci si muova davvero in soccorso del nostro paese. Altrimenti la domanda “Ma l’Europa a che diavolo serve?” potrebbe diventare più che lecita