Finalmente, forse, sarò accontentato. Sono sempre stato un sostenitore del governo dei tecnici, o perlomeno dell’idea che in ogni materia fosse ministro qualcuno specializzato e con esperienza in quel ramo. L’ho scritto più volte anche a proposito dei nostri comuni, visto che mi è sempre suonato un po’ strano che un medico andasse a occuparsi di urbanistica, un architetto di sport o un tecnico informatico fosse assessore al sociale (ndr: ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è puramente casuale), per quanto poi alla resa dei conti tutti dimostrassero di saper ben operare. Mi è sempre riuscito difficile però capire certe scelte, che a mio avviso disperdevano risorse e competenze e costringevano i nominati ad un sforzo enorme per creasi una preparazione adeguata.
In tanti hanno cercato di spiegarmi i motivi per cui la politica andava nel senso opposto a quello che a me sembrava logico, dicendo che un politico deve fare scelte politiche e quindi non ha bisogno di essere un tecnico o che nominare un tecnico porrebbe gravi rischi di confilitto di interessi.
Argomentazioni che rispetto, ma che fatico ancora a capire.
Ad ogni modo adesso l’Italia va in opposta e nuova direzione, con la classe politica ibernata per (forse) un anno e mezzo. A leggere i nomi circolanti per il nuovo governo Monti, sempre sperando che egli riesca a farlo, troviamo una sfilza di professori, luminari, super-esperti. Tutti un po’ vecchi, tutti (o quasi) uomini, ma tutti affidabili, preparati, credibili.
Si respira un’atmosfera oligarco-accademica che suona da punizione alla nostra classe politica, del tipo “Su ragazzi, è stato bello ma ora fatevi da parte che ci pensiamo noi“. Ma francamente per il nostro cuore è un sollievo perchè è lampante che l’Italia abbia davvero bisogno di farsi dare una controllata da uno bravo, ma bravo davvero.
In questi mesi avremo la riprova se l’ipotesi tecnica può funzionare: augiriamoci di risvegliarci nella primavera del 2013 guariti e in salute…e chissà se al momento di ri-infilare la scheda nell’urna non ci venga da rimpiangere Monti e il suo stuolo di professoroni.