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Fini, il videomessaggio e qualche domanda semplice

{rokbox title=|  ::  |}images/finitulliani.jpg{/rokbox}Uscito sabato dopo un gran battage che aveva creato molta suspence il video in cui il Presidente della Camera Fini spiega tutto o quasi sulla vicenda della Casa di Montecarlo, anche se apprezzabile sul piano politico per più di un elemento (è senza dubbio un intervento da politico d’antan, per quanto Fini di errori in passato ne abbia fatti parecchi), mi inquieta per molti altri aspetti.

Da un lato, e mi dispiace dirlo a Fini che dell’anti-Berlusconismo sta ormai diventando un paladino quasi più di Di Pietro e la banda Travaglio-Santoro, per la prima volta un metodo puramente Berlusconiano, quello di mandare video-messaggi per (così dicevano i suoi oppositori) sottrarsi al confronto aperto, magari con un giornalista o un politico di un altro fronte che possa ribattere, è stato utilizzato anche da qualcun altro. Quindi il videomessaggio, il parlare liberamente senza nessuno che ti interrompa chiedendoti qualcosa o rispondendo a quel che dici potrebbe iniziare da qui in avanti a dilagare come metodo di comunicazione agli italiani. Vedremo una campagna elettorale, a Marzo prossimo, fatta tutta di videomessaggi? Non so se compiacermi. D’istinto dico che il metodo non mi piace tanto.

Preferirei interviste fatte da giornalisti seri, ma capisco che è dura trovarne in Italia. Da un’altro lato infatti l’utilizzo del videomessaggio può essere interpretato forse come l’unico modo per riuscire a spiegare una cosa nel dettaglio senza che nessuno travisi, manipoli, modifichi. In questo forse Fini è perdonabile, guardando quello che aveva intorno. A parte Mentana, da cui si è fatto tranquillamente intervistare, c’è davvero poco da stare tranquilli. Questo, quindi, può essere il sintomo di qualcosa di ancora più inquietante rispetto al primo aspetto di cui ho detto prima: non ci si fida più dei giornalisti e si teme il taglia e cuci fatto ad arte per riuscire a far dire quello che non è mai stato detto. Sarà forse per quello che gente come Bonaiuti, Donadi, Cicchitto, i cosiddetti ‘portavoce’ quando parlano ai Tg non fanno dichiarazioni lunghe e non rispondono a domande precise, ma si fanno registrare la frasina di 5 secondi che poi i montatori copiano e incollano nel servizio? Credo proprio di si.

Ma a questo punto, allora, i giornalisti che ci stanno a fare?

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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