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Elezioni: il nostro Bastiancontrario scrive ai candidati a Sindaco

Poichè mi è stato chiesto un pezzo-appello a chi si candida a Sindaco, buono poi per tutti coloro che fanno politica e sulla falsariga di quello di Fede89, ho voluto distinguere tre ambiti per cui secondo me una persona sceglie di dare retta ad un politico e che quindi invito i candidati a non trascurare. Sono quello emotivo-sentimentale, quello concreto-fattuale-utilitarista e quello valoriale. Nessuno di questi tre ambiti, che in ogni elettore possono essere più o meno sviluppati e prevalere l’uno sull’altro, vanno lasciati in disparte da chi fa politica oggi e vuole attrarre su di sè consensi e soprattutto vuole governare bene.

Il “sentimento” conta perchè bisogna toccare le corde del cuore. Anche con quello si sceglie. Anzi, in certi ambiti (ad esempio nell’amore) si sceglie quasi solo con quello. Bisogna quindi stare vicini alle persone, ascoltarle davvero, viverci a contatto, non fare pietismo e neanche clientela, ma capire i bisogni, condividere esperienze e sensazioni, rendersi davvero utili elaborando soluzioni.

Il lato della concretezza è poi fondamentale ed è direttamente collegato. Conta perchè la regola è “fatti, non pugnette“. E quindi serve un programma, una progettualità, un’idea chiara del futuro che sia fondata su una linea e un disegno coerente. Oltre alla critica è quindi bello sentire la proposta, magari corredata di carte e progetti veri, soldi e stanziamenti sicuri.

Infine i valori. A parte l’onestà, che dovrebbe essere valore comune, ci sono una serie di elementi di cui nessun candidato dovrebbe aver vergogna di fare sfoggio. La propria religiosità o non religiosità, l’essere di destra o sinistra, ma senza peraltro trarne strumento di propaganda. Vogliamo sapere tutto di chi andiamo a votare, anche per che squadra tifa, però non ce lo faccia pesare troppo.

Dopo questa specie di lezioncina chiudo con tre consigli su cose da non fare.

1) Va bene che bisogna dimostrare di fare quello che si promette, ma per favore si eviti di fare inaugurazioni e tagli di nastri, che diventano sceneggiate promozionali, a dieci giorni dal voto (ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è puramente casuale)

2) Non si ripeta più la frase “Sarò il Sindaco di tutti” che non significa niente ed è banale

3) Non si creda davvero che a fare il Sindaco si cambia il mondo, ma si continui nel fondo del cuore a crederlo, almeno un pochino

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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