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Elezioni Comunali: una legge da cambiare

Si è Sindaci col 22% dei voti e si fa incetta di seggi, col 10% nemmeno si entra in Consiglio Comunale. Si tratta di numeri di queste nostre recenti elezioni, e i numeri mi hanno spinto a qualche riflessione. Credo che, nel dibattito post-elettorale castiglionese e savinese, sia giusto prendere anche questo tema in considerazione e approfondirlo. La legge elettorale per i piccoli comuni, maggioritario a turno unico con un forte premio di maggioranza, fu istituita ormai 20 anni sull’onda referendaria dell’epoca e in prospettiva di una progressiva trasformazione dell’Italia in paese se non proprio bipartitico quantomeno bipolare. Quel traguardo non è stato mai raggiunto, e mai come adesso è lontano.

Il proliferare di liste alle ultime comunali (6 a Castiglioni, 3 al Monte), dipeso certo da fattori locali ma probabilmente anche da un generale rivoluzionamento dello scenario politico nazionale, ha ormai dimostrato nei fatti come questa legge sia totalmente inadeguata ai tempi e produca effetti pessimi.

A peggiorare ulteriormente la situazione la ridicola riduzione del numero di consiglieri comunali, ulteriore danno enorme alla democrazia e alla rappresentanza, perpetrato con l’unico beneficio del risparmio di qualche microscopico gettone di presenza da pagare ai consiglieri.

A Castiglioni, come detto, si domina il consiglio comunale con appena il 22% dei voti (46 più del secondo “classificato”) che fruttano un’ampia maggioranza di seggi; mentre due liste certo sconfitte, ma arrivate quasi al 10%, restano totalmente fuori. Anche al Monte con appena 64 voti si gode di una maggioranza di 7 a 3 e una lista arrivata al 27% elegge appena il proprio candidato a Sindaco come consigliere.

Ripeto: si tratta di numeri. Che mi fanno azzardare l’idea che qualcosa sia da rivedere. Quantomeno si pensi almeno a introdurre un doppio turno anche nei piccoli comuni, così come è nei comuni più grandi. Così, visto che mettersi d’accordo è sempre più difficile, perlomeno il sindaco eletto sarà eletto (anche se solo in seconda battuta) con il 50% dei voti e potrà definirsi con più titolo “Sindaco di tutti”

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • oltre ad essere una legge antidemocratica e io definirei anche autoritaria , a Cast. fno le elezioni sono state vinte con il 22,60% dei voti di chi ha votato, ma in realtà con il 14% degli aventi diritto al voto. Con 1440 voti 11 consiglieri con 613 voti il PCL nemmeno uno se questa è democrazia rappresentativa? il vero sistema democratico è il proporzionale puro l'unico che garantisce pari dignità

  • Perfetto!
    Basterebbe stabilire che sotto una significativa percentuale (30? - 40?) si va al ballottaggio tra i primi due. Altrimenti, il 22% si ritrova 11 rappresentanti in comune e il 78% solo 5, che poi, come a Castiglioni, provengono da tre forze politiche, mentre le altre due, che insieme hanno quasi gli stessi voti del vincitore, non sono rappresentate.

  • Quello che sostiene Giuseppe Mazzoli è corretto sotto ogni punto di vista. Purtroppo l'attuale legge elettorale, che fino ad oggi poteva andare bene, ha trovato proprio in Castiglion Fiorentino il suo difetto. Forse il metodo perfetto non esiste, ma il proporzionale tra le forze d'opposizione (magari non al 50% ma con un 60/40 a favore della maggioranza), garantisce sia governabilità per la maggioranza, sia rappresentatività per le opposizioni. Comunque è stato deleterio anche il taglio dei consiglieri che di democratico non ha niente e di risparmio a portato ben poco.

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