Comuni out, bilanci che non tornano, conti milionari ancora da pagare, ispezioni ministerali, patti di stabilità sforati e ri-sforati, fondazioni di solito magnanime che dichiarano deficit e bloccano le erogazioni…si può continuare così? Può andare avanti il paese, possono crescere le comunità locali in questa situazione? Lo scenario degli ultimi giorni è inquietante. Nessuno degli amministratori locali pare più in grado di governare bene il proprio comune se non ricorrendo a “magheggi” non sempre senza conseguenze (ispezioni, falle ecc ecc) oppure rinunciando totalmente a giocare un ruolo attivo nell’economia e nella socialità.
O si finanziano i servizi, le associazioni culturali, il sociale attraverso spostamenti di fondi a volte più simili a magie che a normali operazioni di bilancio oppure si chiude totalmente i rubinetti.
Stiamo assistendo una preoccupante morte del ruolo dei Comuni. Inoltre, stiamo vivendo (dalle nostre parti) la fase più acuta della crisi da quando questa è nata.
Tutto questo rende impossibile anche un ingresso attivo dei privati, ad esempio nel finanziare servizi pubblici o nel sostenere realtà importanti come (esempio a caso) società sportive o associazioni culturali.
Il pubblico di fatto non riesce più a tenere viva l’economia locale ma la stessa economia, in forte crisi, non si sogna neanche lontanamente di sostenere adeguatamente la comunità.
Avete per caso una soluzione che non sia l’ennesimo banale invito a “tirare la cinghia” o a sperare nel futuro. Chi visse sperando si sa come morì. Ma la soluzione saggia ed efficace può davvero essere solo quella di riaprire i rubinetti ai Comuni?
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