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Celentano, il Re dei Venditori di Fumo

“C’è un campo di girasoli a Cortona in Arezzo, c’è un branco di paraculi a Cortina d’Ampezzo”. A parte questo guizzo finale con Papaleo che cita Cortona (e qualche adulatore del Dio-Vignini già lancia l’idea che sia merito del nostro supremo primo cittadino neo-padre) si è chiusa nel buio la prima serata dell’ennesima colossale fuffa della tv italiana; un Sanremo incartapecorito come la pelle del povero Morandi, impalpabile come il sex appeal di Pupo, vecchio come la musica italiana dei nostri tempi, brutto come il naso della Canalis. Il punto più alto della fuffa, come era prevedibile, è stato comunque il molleggiato Celentano.

Dico subito che non condivido la retorica di chi lamenta l’alto compenso per l’esibizione del Re degli Ignoranti e lo sbandiera su Facebook (e mi chiedo anche: ma con l’intoccabile Benigni, che non fa più ridere da anni e prende pure lui un sacco di soldi non se la prende mai nessuno???). E’ la legge del mercato. Punto e basta.

Celentano per me è un mito solo perchè più che re degli ignoranti è il Re dei Venditori di Fumo.

E’ riuscito infatti in 40 o 50 minuti noiosissimi che replicavano il format già visto in sue assurde trasmissioni Rai recenti a non dire assolutamente niente di interessante e significativo, ma riuscire comunque a fare notizia e a scrivere una pagina che resterà nella storia della tv italiana. Ne parleranno per giorni, ma lui (lo ripeto) non ha detto assolutamente niente e non ha fatto praticamente nulla di importantr, a parte offendere la Chiesa e i suoi giornali di riferimento.

Quest’uomo è da venerare. Privo totalmente di contenuti, riesce comunque a incantare il pubblico che (per me inspiegabilmente) si lascia andare a fragorosi applausi.

Celentano conferma così di non essere solo capace di cantare qualcosa che sembra perfetta lingua inglese senza esserlo (e l’ha rifatto anche stasera) o di produrre film privi di senso facendoli passare per capolavori d’autore (Joan Lui, chi non l’ha mai visto lo veda!!!), ma anche di attrarre interesse e consensi senza dire nulla di importante e dirompente.

Un mito. Non c’è che dire.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

View Comments

  • Ahahaha, oddio che articolo qualunquista e di parte.
    Abbastanza divertente vedere un bue che da del cornuto all'asino, soprattutto quando l'accusa di non dire nulla e, allo stesso tempo, non dice nulla a sua volta!

    Stiamo parlando un Genio che, con tutto il qualunquismo che vuoi, è riuscito a dire in faccia ai padroni della Rai, ad uno spettacolo che è la banderuola (feccia, per come la vedo io) della Rai... quello che ultimamente tutti tacciamo.

    E poche ne ha dette sulla Chiesa, quasi quasi io avrei affondato più il coltello.
    E' stato anche un po' troppo signore. Come ho apprezzato poco la leccata di bip, per Cortona. Sicuramente non se la merita (e sono di Cortona)... ma questa è un'altra triste - e trita - storia.

    L'unica cosa che gli rimprovero: non era luogo. Non è Sanremo, luogo di bassezza culturale e di stupide canzoncine prive di significato, palco su cui parlare di cose serie.

    Ma dopotutto E' il palco che, soprattuto in prima serata, avrebbe riscosso gli ascolti più alti: non è scemo.

    Per quanto riguarda il fatto che non sappia cantare/parlare inglese, invece, io vi ho letto una bella verità: E' riuscito a far scatenare gli ascoltatori LUI, con una canzone vecchia di 30 anni (o son più?) che - ai tempi - aveva il compito di fare SATIRA verso tutti coloro che si buttavano a fare canzoni in inglese fare fighi, quando quei quattro buffoni prima di lui ci avevano fatto SOLO che dormire.

    Joan Lui è un film di grande valore, per quanto difficile da apprezzare, perfino per me per molto tempo è stato assurdo onestamente. Qualche annetto dopo e con un po' di cultura in più sulle spalle ho saputo "leggerlo", non che sia il mio film preferito.

    E' un signore, non è perfetto ma certamente ha fatto un intro da non sottovalutare nonostante, ripeto, non fosse Sanremo luogo adatto per un pezzo di impatto socio-culturale e politico. Perchè gli altri suoi programmi non sono andati? Ma perchè siamo in Italia! Il picco può averlo il GF, non certo un programma che impegna il cervello XD

  • BHè...vedo sul web, fb e nei vari social network delle critiche eccessive dal mio punto di vista verso il Festival.In merito all'articolo ci può stare l'opinione personale ma parlare di un Benigni intoccabile dopo tutte le polemiche dello scorso anno mi sembra davvero un'eresia!E poi che Benigni da anni non fa più ridere...lasciamo stare...Celentano ha dimostrato ancora una volta a suo modo di stare dalla parte della gente...chiamatelo populismo o come vi pare comunque è sempre efficiente!Basterà vedere i risultati auditel!E che i vari critici o come diavolo si fanno chiamare dicano pure che non ha fatto niente, che la tv pubblica ha perso,che dobbiamo pagare per uno scempio e così via...La realtà è che quest'uomo fa fare ascolti come nessun altro(facendo dunque guadagnare al servizio pubblico e dunque a noi cittadini) e finalmente dopo tanti anni gli è stato dato uno spazio che avrebbe meritato molto tempo prima!

  • venditore solo di fumo???? per me ormai e' passato alle droghe pesanti e quei due neuroni rimasti indenni dalla demenza senile se li e' giocati.

  • Mi sono sempre stati simpatici i bastiancontrari, ma questo mi sembra un pò, come dire, addomesticato? e si... anche un pò troppo, come dire, bigotto? Celentano ? sarà qualunquista quanto si vuole ma ieri sera ha interpretato il "sentire comune" di molti italiani.

  • Concordo in buona parte. Prima di tutto sarebbe bello che dopo decenni riuscissimo a fare un festival della canzone, ma ad oggi la canzone è rilegata ad un ruolo marginale. Si parla molto più del conduttore, della valletta di turno, del personaggio da invitare che di musica. Un monologo ridotto ad una aggressione a questo o quel gruppo politico, sociale, culturale, religioso, non è spettacolo, non è intrattenimento, non è satira indipendentemente da chi sia il bersaglio di turno. Questi discorsi si possono sentire gratuitamente al bar tutte le mattine. Anche nel settore in cui l’Italia dovrebbe eccellere ovvero l’arte, la musica, la cultura, e con tutti i giovani artisti con la A maiuscola, riesce ad imporsi questo tipo di ‘spettacolo’ fuori luogo e di pessimo gusto. Diversamente dal commento di Raf, io credo che queste aggressioni unilaterali non portino un bel niente ai cittadini tanto meno al servizio pubblico letteralmente inteso. La previsione del canone nasce dall’obiettivo di creare una televisione libera, di qualità e di ‘servizio pubblico’ che non debba vendere pubblicità per sostenersi, libera quindi di fare contenuto più che rincorrere gli ascolti per attirare sponsor. Nella realtà non è così, ed i ‘celentano’ di turno portano soldi non alla televisione di qualità ne ai cittadini, ma alle tasche dei dirigenti nominati, come in Cina o Siria, dalla politica. Ma a noi va bene così, non manchiamo di dare il nostro assenso in occasione di ogni tornata elettorale.
    Piera Bartolini

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Michele Lupetti

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