{rokbox title=| :: |}images/bersaniberlusconi.jpg{/rokbox}3 anni di PD, e 3 anni (più o meno) anche di PdL. Il diavolo e l’acquasanta, Gianni e Pinotto, Peppone e Don Camillo, Cane e gatto della politica italiana. Due partiti che erano nati col grande obbiettivo di rivoluzionare il nostro paese, portandolo dal bi-polarismo traballante della seconda repubblica al bi-partitismo di tradizione anglosassone. Due partiti che volevano traghettare l’Italia nel futuro, cambiandola dalle fondamenta, ma per ora hanno compicciato poco o niente. Sto esagerando? Non mi pare proprio.
Ma analizziamo i due casi.
Compie 3 anni proprio oggi (le primarie, quelle di Veltroni, si svolsero il 14 Ottobre 2007) il soggetto politico che, fondendo la tradizione social-comunista con quella cattolica, voleva diventare il più grande partito riformista del mondo. ‘Il partito dei nostri figli e dei nostri nipoti’, un partito ‘a vocazione maggioritaria’. Dopo la sbornia veltronian-obamiana iniziale, che pure aveva portato entusiasmo e avvicinato tanti ‘insospettabili’ alla politica, tentò col ricatto del voto utile anno 2008 di farsi terra bruciata intorno, prendendo tutto quel che c’era da prendere a sinistra. A parte il clamoroso errore di tenere in vita Di Pietro (pagato poi profumatamente) non andò oltre quel 33% (coi Radicali) che ben presto si tramutò nel 25% su cui, tuttora, continua ad assestarsi, nonostante Bersani, i congressi, le primarie, le tante assemblee nazionali. Intanto riprendono ‘pigolo’ (scusate il chianinismo) comunisti, vendoliani, radicali, socialisti e tutti gli altri soggetti della ex galassia dell’Unione, coi quali si deve tornare a rapportarsi. Per non parlare di Grillo.
Sta per compiere 3 anni il PdL. Partito alla grande, finito ben presto nel caos con la scissione finiana, l’avanzata leghista (senza la quale non può far niente) e l’ultimo harakiri di domenica scorsa, quando è stato lo stesso capo (Berlusconi) a parlarne male. E l’antipolitica è così entrata nella politica.
Insomma: il teatrino inscenato da Veltroni e Berlusconi (o Veltrusconi, per riciclare un termine che fu di moda nel 2008 alla vigilia delle elezioni politiche) è durato poco e quel che è venuto dopo è stato una specie di ritorno al passato, col bi-polarismo che è ancora al suo posto e anzi, rischia di diventare tri-polarismo. PD e PdL non possono pensare di far da sè. Devono appoggiarsi ad altri partiti che anzi, molto spesso riescono a tenerli in ostaggio. Entrambi questi partiti, quindi, hanno finora fallito. Però, e scoccia dirlo, fra i due è messo meglio il PD, almeno in prospettiva futura.
Perchè è messo meglio? Primo perchè ha la scusa che in questi 2 anni e mezzo non ha governato, anche se pesa ancora nella testa degli italiani il ricordo del governo Prodi, non certo un ricordo positivo. Secondo perchè ha Vendola come interlocutore ‘esterno-organico’, che è comunque diverso da Fini. Lì non siamo affatto al muro contro muro. Terzo perchè, nonostante le continue frizioni, ancora non si è diviso (a parte l’insignificante fuoriscita rutelliana) e anche se con ondeggiamenti da armata brancaleone, continua ad andare avanti, pur se con la velocità di un trattore Landini anni 50
Messo meglio si, il PD, ma comunque certamente non messo bene.
Buon compleanno….