{rokbox title=| :: |}images/bonnanni.jpg{/rokbox}Non sono certo un tipo che alza la voce. Non sono un tipo che si arrabbia. Odio la gente che parla a voce alta, che usa metodi e termini spiccioli. Detesto le urla, le folle inferocite, le masse in generale. Non mi sognerei mai di gridare ‘buffone’ a qualcuno, neanche nel caso fossi fermamente convinto di avere davvero davanti un buffone. Figuratevi poi se lancerei un petardo a qualcuno… quando ero piccolo e si scoppiavano le ‘bombette’ io stavo sempre alla larga con una paura matta di ritrovarmi un “raudo” nel taschino della camicia ed esplodere con esso. Sono assolutamente convinto che la politica si debba fare con metodi democratici, di rispetto reciproco, a voce bassa e coi contenuti.
Ripudio qualsiasi violenza, insomma, anche quella semplicemente verbale. Però negli ultimi giorni il buonismo eccessivo e la difesa a oltranza di presunti ‘perseguitati’ alla festa nazionale del PD di Torino (leggi Schifani, poi Bonnanni) mi ha stuccato. Il disco rotto di Letta (bella intuizione del Direttore di questo sito in un suo ‘tweet’ di ieri) assomigliava troppo a quello di Sgarbi quando si incanta su ‘capra, capra, capra’ e sembrava davvero, e qui do ancora ragione al nostro Michele, molto ‘a favor di telecamera’. E forse c’era un po’ di vittimismo che è proprio di tutta la nostra classe politica negli ultimi tempi.
Ripeto ancora che detesto le contestazioni e le masse inferocite (anche se qui non si tratta di masse, ma di 20 tizi al massimo), però penso che debba esistere ancora lo spazio per dire a qualcuno che non ci è simpatico, per contestare e opporci a qualcosa, per dire ‘non sono d’accordo’. I fischi ci sono sempre stati, per il Sindacato basta ripensare al povero Lama, sono da condannare, ma molto peggio è vivere una situazione di assenza di possibilità concrete di comunicare il proprio dissenso. Lo spazio di poter dire ‘non sono d’accordo’ e far sì che lo ascoltino in tanti manca a chi è minoranza in Italia, sempre di più. Manca perchè non si può dire in Tv, dove tutto è standardizzato e si risolve a solite facce e soliti discorsi, manca anche perchè i ‘dibattiti’ pubblici, anche alle feste del PD, sono blindati e non sono più dibattiti, ma quasi sempre sono interviste di giornalisti alquanto benevoli a esponenti di partito o affini, di fronte a persone che possono solo ascoltare. Oppure quando c’è lo spazio per le domande, questo viene preso dai soliti 5 o 6 politici o pseudo-tali locali che invece di fare domande fanno arringhe. Poi stop, tempo scaduto, l’onorevole se ne deve andare, ha un impegno, tutti a casa, grazie. Su tutto questo forse il PD, e tutto il resto della politica, prima di chiudersi a riccio nelle classiche risposte stile ‘è una provocazione squadristica’, farebbe meglio a interrogarsi un pochino.
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