{rokbox title=| :: |}images/arezzowavemanifesto2006.jpg{/rokbox}Come previsto le cose si complicano. Chi c’aveva sperato, chi l’aveva ritenuto quasi certo, adesso si dovrà ricredere. Ricapitalondo in breve e in parole povere: prima Mauro Valenti si rifà avanti e dice di voler riportare la sua Italia Wave ad Arezzo; la città risponde bene, Sindaco in testa; arriva un primo incontro che sembra positivo; poi Valenti mette nero su bianco la sua richiesta pecuniaria (con il nostro direttore che titola ‘Il Valenti batte cassa’): almeno 250mila euro, un quarto del budget totale, da istituzioni, associazioni, municipalizzate e quant’altro c’è in giro ad Arezzo.
Nel frattempo però il Sindaco Fanfani, in odore di ri-elezione nella prossima primavera, annuncia di voler privilegiare investimenti sul fronte del sociale, togliendo qualcosa dalla cultura. Oggi la riunione decisiva di Giunta, con un comunicato alquanto chiaro, che riporto di seguito:
La Giunta comunale ha esaminato stamani la proposta di Mauro Valenti per la venticinquesima edizione di Arezzo Wave, valutando sia l’importanza della manifestazione sia l’attuale gravissima crisi economica che non consente, come già confermato per altri eventi ed altri operatori, investimenti in questo settore da parte dell’Amministrazione comunale.
Ha confermato anche quanto già dichiarato al Patron della manifestazione e cioè la disponibilità del Comune di Arezzo alla collaborazione del caso e a mettere a disposizione di Arezzo Wave le strutture dell’Amministrazione comunale senza, purtroppo, investimenti aggiuntivi che l’attuale situazione economica e la crisi della finanza locale rende impossibili in considerazione della priorità assegnata alle politiche sociali e ai servizi alla persona.
L’Amministrazione comunale si farà carico di organizzare un tavolo di confronto con le categorie economiche e le istituzioni locali per verificare le singole e concrete disponibilità che possano consentire lo svolgimento della manifestazione
Di nuovo in parole poverissime: il Comune non sgancia un centesimo. Mette a disposizione lo stadio, che è comunale, e si impegna a creare un ‘tavolo’ con le categorie economiche facendosi quantomeno da tramite per far sganciare qualcosa a qualcuno.
Avevo ragione allora io, nell’agosto scorso, quando scrivevo di una città alla frutta e fiutavo un possibile bluff?
Non si sa. Come finira questa storia? Riavremo Arezzo Wave ad Arezzo o dovremo passare un’altra estate in tono minore, all’insegna dell’austerity?
A quel che si legge, secondo me, il messaggio è chiaro. A meno che qualcuno non lasci libero lo spazio (e i soldi…magari quelli del Play Art???) qui non c’è trippa per gatti.
Viene in mente un discorso di Berlinguer di cui parlavo giorni fa con Michele. Al ‘Convegno degli intellettuali’, 1977, lui disse: ‘L’austerità deve diventare un’occasione per trasformare l’Italia’. Vorrei parafrasarlo, facendo contenti i miei lettori di sinistra, per la questione aretina
L’austerità, inevitabile e doverosa di questi tempi, potrebbe divenire occasione di cambiamento nel campo culturale, magari, slegandosi una volta per tutte dal passato, dalle solite facce, i soliti circoletti, i soliti 4 gatti. E magari potrebbe anche essere occasione di cambiamento politico, scrollandosi di dosso amministratori che a forza di far demagogie e grandi annunci finiscono per incartarsi da soli.
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