Sull’altare della produttività pare si vadano a sacrificare i due ponti (o meglio le due feste, ponti solo se capita) del 25 Aprile e 1° Maggio. Niente festa l’anno prossimo. E si discute da giorni, si indignano i “sinistri” con interventi gonfi di retorica, si annunciano barricate e c’è già chi ha deciso che farà festa comunque, e ci farà pure una bella manifestazione tanto per riassaporare il bel clima dei tempi andati e non andare a lavorare con una giustificazione plausibile. Anche io però, pur rimanendo fermamente convinto che la cosa non andrà in porto (conosco i miei Polli troppo bene), credo che togliere le due festività sia una cavolata colossale.
In breve i tre motivi che sottopongo come consiglio ai cattivoni che vogliono cancellare le due feste:
Il primo è che non è certo andando a lavorare (pure controvoglia) in quei due giorni si possono risolvere i problemi del PIL. L’economia italiana non si salva certo con sedici ore di lavoro in più; e anzi i soldi che un italiano medio butta in quei giorni fra alberghi, pranzi e cene e altro ancora resteranno fermi.
Il secondo motivo-consiglio è che da quando mondo è mondo c’è stato sia il 1° Maggio (che anzi è stata una conquista) e c’è stato il 25 Aprile (che celebra un’altra conquista, quella della democrazia). Si tratta di feste nazionali legate a episodi importanti e di tutti, per quanto politicizzati nel tempo verso un solo lato dell’agone politico (la sinistra). Togliere le festività significherebbe lasciare definitivamente al patrimonio storico e politico della sinistra e all’esclusivo utilizzo dei suoi leader un qualcosa che invece è di tutti perchè tutti siamo antifascisti e tutti vogliamo difendere i diritti di chi lavora.
Il terzo motivo, infine, è il più terra terra: vessare chi già subisce peripezie e ingiustizie non ha senso. Anche in questo caso da quando mondo è mondo chi governa fa bene a non infastidire troppo chi è governato. La storia insegna. Sbagliatissimo quindi togliere due feste primaverili che significano ossigeno, vacanzina, pic nic con la famiglia è chiedere un sacrificio ulteriore a chi già ne ha fatti troppi, ed è veramente stanco di farli.
Gli italiani stavolta potrebbero pure incazzarsi!