Cari interisti, pensavate di scamparla, credevate che nessun vostro ex giocatore avrebbe fatto parte della mia rubrica, supponevate che non sarei arrivato a scovare uno dei vostri innumerevoli bidoni? Vi sbagliavate, perché per questa ottava puntata, il calciatore in questione è proprio un vostro ex ” fenomeno “: il fantasmagorico Gonzalo Sorondo!
Cosa dire di questo difensore sudamericano? Le premesse non erano delle più negative, anzi…in Uruguay, il suo Paese d’origine, aveva disputato buone prestazioni, tanto da essere chiamato già nella stagione 2000/2001 nella Nazionale maggiore, a poco più di 20 anni ed il primo luglio 2001 sembrava essere arrivata la definitiva consacrazione quando, giocando contro il Brasile, annullò un certo Romario.
A questo punto si fa avanti l’Inter, che batte la concorrenza del Real Madrid, sborsando il magnanimo Presidente Moratti la ragguardevole cifra di 18 miliardi di lire. Ma la stagione 2001/2002, quella dell’arrivo in nerazzurro, sarà ricordata come una delle peggiori, se non la peggiore, del povero Gonzalo. Eh sì che Hector Cuper, l’allora allenatore nerazzurro, gli dette fiducia, ma dopo una serie di prestazioni sconcertanti contro il Brescia, dove riesce a far segnare Tare, di cui era ovviamente il marcatore, contro il Chievo, dove arriva una sconfitta casalinga per 2 -1 grazie a suoi madornali errori e contro il Piacenza dove serve il più comodo degli assist a Gautieri, le presenze del Sorondo calciatore praticamente finiscono qua e, per sua fortuna, quel 5 maggio 2002 se ne sta tutto il tempo in panchina, assistendo ad una delle più clamorose disfatte della storia del calcio nerazzurra. La stagione successiva rimane ancora all’Inter, collezionando 0 presenze (…) eh sì che era stato detto che bisognava dargli fiducia. Le sue successive stagioni all’estero non furono migliori di quelle interiste. E così finì miseramente la storia del Gonzalo Sorondo calciatore.
Questa una sua dichiarazione: «Per me e’ un onore entrare nella rosa dell’Inter al posto di un monumento del calcio come Blanc. Un motivo in piu’ per dare sempre il massimo e meritarmi la fiducia dell’allenatore». Ecco, aggiungo io, forse se rimaneva il monumento Blanc, i tifosi interisti avrebbero versato lacrime di gioia quel 5 maggio 2002, e non lacrime di disperazione.
Stefano Steve Bertini
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…