Fra i tanti ” bidoni ” che hanno calcato i campi da gioco della nostra Serie A, non poteva mancare Gustavo Javier Bartelt, di giallorossa memoria, che fu preferito ad un certo David Trezeguet. E con questo si potrebbe anche finirla qua. E invece no, perché qualche aneddoto su questo ” fenomeno ” bisogna pur raccontarlo. Chi è stato Bartelt, cosa ha fatto per meritarsi la fama di bidone?
Innanzitutto partiamo dal costo della sua operazione d’acquisto. La bellezza di 13 miliardi versata al Lanus, società argentina da cui fu acquistato, con annesso più un miliardo e mezzo di ingaggio a stagione per 4 anni.
Chi volle questo ” campione “? Lo volle quel grande allenatore che fece di tutto per portare sotto la sponda giallorossa il famoso e già citato Cesar Gomez. I risultati, difatti, furono gli stessi, anche se il puntero argentino giocò qualche partita in più.
Bartelt fu soprannominato ” El Facha “, ovverosia ” Il bello “. Biondo come il suo illustre predecessore Caniggia, si pensava che ne avrebbe ripercorso le orme, ma i paragoni con Caniggia iniziarono e finirono solo grazie al colore dei capelli. Se poi pensate che come numero di maglia scelse il 9, quello di un certo Abel Balbo, alla fine si può proprio dire che la scelta di preferirlo a Trezeguet non fu proprio delle più indovinate.
Dodici presenze il primo anno, di cui solo la prima da titolare contro la Salernitana, appena tre il secondo chiuso da un certo Montella, El Facha nel gennaio del 2000 prese la saggia decisione di trasferirsi in Inghilterra all’Aston Villa, dove non giocò mai, per poi passare al Malaga dove in 12 presenze stabilì il suo record di marcature in Europa: 1!
Tornò poi in Argentina per ritrovare il goal perduto, ma non ritrovò granchè e anzi, piuttosto il rientro in patria gli servì a far perdere definitivamente le sue tracce
Queste alcune delle sue dichiarazioni-perla:
«Giocare e vincere lo Scudetto, perche’ no? E magari guadagnare un posto nella Nazionale Argentina. Per un giocatore e’ il massimo, soprattutto per uno come me, che quattro anni fa giocava solo per divertimento con gli amici, studiando Scienze Economiche all’Universita’»
«Ho cominciato a 20 anni, prima studiavo, giocavo a pallone con gli amici. Poi mi sono accorto, dopo gli studi superiori, che potevo concludere qualcosa di buono anche giocando al calcio».
Stefano Steve Bertini
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