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I bidoni del calcio (3)

Penso che uno dei più grandi bidoni della storia del calcio sia stato lo spagnolo Cesar Gomez. E’ vero che gli spagnoli, in Italia, tranne rare eccezioni, non hanno lasciato un gran segno, ma direi che il caso dello spagnolo si possa classificare come uno dei flop più clamorosi. La storia dell’acquisto di questo giocatore è abbastanza curiosa e si fa risalire ad un lontano Tenerife – Lazio dell’ottobre del 1996 in cui la squadra biancoceleste, allora allenata da Zeman, affonda per 5 – 3 contro il team delle Isole Canarie, sancendo l’eliminazione della compagine romana.

 

In questa partita si segnalano i due difensori centrali, l’argentino Paz e, appunto, Cesar Gomez. Esonerato dopo quella partita, Zeman, nella stagione successiva, siede sulla panchina degli acerrimi rivali giallorossi e, fra gli acquisti che lui chiede alla dirigenza, fa il nome dello spagnolo, che, in ogni caso, non rientrava fra i primi posti, ma visto l’alto costo dei vari Stam e Nadal ( non il tennista… ), decise di puntare sul famigerato Gomez, che, comunque, non fu propriamente regalato. Diciamo che da qui in poi partirà una serie di situazioni ai limiti del grottesco. Leggenda narra, ad esempio, che Zeman, al momento di fare il nome di Cesar Gomez, volesse fare il nome dell’altro difensore visto all’opera a Tenerife, ossia Paz…ma questa è una delle tante, il meglio doveva ancora venire.

Zeman si rese immediatamente conto di aver commesso un madornale errore e accantonò mister 1 miliardo e 600 milioni, questo il costo del suo ingaggio annuale, in panchina, quando c’era posto, altrimenti in tribuna. Però Aldair, che in fatto di difensori non era l’ultimo arrivato, difendeva a spada tratta il compagno di reparto: “Nessuno di noi lo conosceva bene, né ha senso giudicarlo dopo poche settimane. Ma è da un pezzo che la Roma non aveva un difensore così duro”.

Lo stesso spagnolo, che in qualche modo doveva giustificare il suo alto ingaggio, così si esprimeva: “Non posso valere meno dei miei predecessori, con tutto il rispetto per loro. Aspettatemi e vedrete”…e infatti i tifosi giallorossi hanno visto…

Vuoi per l’imponente aspetto fisico che, si dice, gli impedisse di entrare in forma, vuoi perché forse Zeman aveva capito che il suo acquisto non era stato propriamente fra i più azzeccati, il buon spagnolo gioca 5 minuti contro il Napoli e altri 3 contro la Fiorentina, ma la grande occasione era lì, a portata di mano: il derby! Non era impazzito Zeman, ma mancandogli tutti i difensori centrali, il tecnico boemo fu costretto a buttare, nel vero senso della parola, lo spagnolo in campo dal primo minuto. E catastrofe fu!!! Da allora in poi, del Cesar Gomez giocatore si sono perse le tracce, fino alla scadenza del contratto, ossia 2001. Ma un giocatore così, con questo ingaggio, chi se lo sarebbe preso? E allora questo simpatico iberico, che un gran giocatore non era, ma aveva un certo fiuto per gli affari, cosa fece? Acquistò un salone d’automobili in zona Eur e per 4 anni fece la vita da turista. L’ultima chicca è questa e, secondo me, è una perla: la storia racconta che a Trigoria, un giorno, mentre tutti i giocatori firmavano autografi ai tifosi, uno di questi avvicina il taccuino verso Gomez, solitamente ignorato anche perché non riconosciuto dai più. E quando lo spagnolo si avvicinò per porre la sua firma sul foglio il tifoso lo gelò così: “A Cesar ce l’hai ‘na penna che te faccio n’autografo?”. Un calciatore, tanti perché…

                                                                                                    Stefano Steve Bertini

Stefano Bertini

Laureato in Scienze Politiche, ha oltre 10 anni di esperienza come giornalista. Nel tempo, oltre a dirigere questo sito, ha collaborato con molte testate sia locali che sportive spaziando fra on-line, carta stampata, radio, TV. "Steve", come ormai lo chiamano tutti, é uomo di grandi passioni e a quella per lo sport e le sue mille storie da raccontare unisce l'amore incondizionato per il cinema poliziottesco. E' per questo che in quanto a versatilità, stoicità e capacità di adattamento ci piace definirlo come una sorta di Sandro Ciotti, mixato con Mario Poltronieri e Enzo G. Castellari. In salsa chianina, ovviamente.

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Stefano Bertini
Tags calcio

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