Per la serie ” I bidoni del calcio “, oggi vi voglio parlare di Mario Jardel, un attaccante che, prima di approdare all’Ancona, la squadra del presidentissimo Ermanno Pieroni, era considerato uno degli attaccanti più forti d’Europa. Voglio dire, un attaccante che fino a quel momento aveva messo a segno 218 goal in 233 partite doveva per forza essere un grande puntero, colui che avrebbe dovuto portare alla salvezza la squadra dorica in quella che, invece, si sarebbe poi rivelata una stagione fallimentare.
Ma qualche avvisaglia avrebbe dovuto esserci, visto che prima di sbarcare in terra marchigiana, SuperMario proveniva da una squadra inglese, il Bolton Wanderers, certo di non grande levatura, in cui mise insieme la miseria di 7 presenze senza mai infilare il pallone in fondo al sacco.
Diciamo che molte furono le cause di questo suo fallimento, fra cui il divorzio dalla moglie che lo avrebbe gettato in una fortissima crisi depressiva. La sua ultima squadra prima del Bolton fu lo Sporting Lisbona che minacciò di querelarlo per non essere rientrato dal Brasile; si cercò di sbolognarlo in Spagna, ma nessuno se non la squadra inglese di cui prima ne volle sapere nulla. E fu così che nel gennaio del 2004, questo omone di 1e90 per svariati chili fu presentato alla stampa italiana. Tanto per far capire lo stato confusionale in cui si trovava, prima di Perugia – Ancona volle andare a salutare i suoi nuovi tifosi, ma complice una somiglianza cromatica delle due tifoserie, andò a salutare i tifosi avversari, con l’allora team manager Gianluca Petrachi pronto a ricondurlo sotto la curva giusta. Questo il giudizio di un giornalista di allora dopo il suo esordio in Milan – Ancona 5 – 0: “Stendiamo un velo di silenzio in rispetto di quello che è stato»
Tre presenze e, ovviamente, zero il numero delle reti segnate per lo sfortunato giocatore brasiliano che, si dice, passasse più tempo a ballare nelle discoteche della riviera marchigiana che non in campo ad allenarsi.
Dopo l’Ancona, tentò la carta di Cipro e dell’Australia, ma con il successo che potete immaginare.
Queste sono alcune sue farneticanti dichiarazioni dell’epoca:
«Questa volta l’Italia l’ho presa e non la mollo piu‘»
(Mario Jardel, attaccante Ancona, nel giorno della presentazione)
«Ho voglia di dimostrare che Jardel e’ sempre Jardel, quello che ha vinto due volte la Scarpa d’Oro, che ha battuto il Real Madrid nella SupercoppaEuropea, che ha tutto per poter stare qui, da voi»
(Mario Jardel, attaccante Ancona, nel giorno della presentazione)
«Non chiedetemi quanti gol faro’, per carita’. Voglio solo farvi capire chi sono e vincere lo scudetto dei piccoli: la salvezza dell’Ancona»
(Mario Jardel, attaccante Ancona, nel giorno della presentazione)
«Lasciatemi fare gol, salvare l’Ancona, e allora qualcuno arrivera’ a richiedermi. Io ci credo ancora a una grande italiana»
(Mario Jardel, attaccante Ancona, nel giorno della presentazione)
Mario Jardel, colui che da Ancona in poi i goal se li divorava, vista la sua strabordante dorma fisica.
Stefano ” Steve ” Bertini
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