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I bidoni del calcio (11)

Un attaccante che ha fatto la fortuna delle difese avversarie è stato il francese Christophe Dugarry, uno dei tanti bidoni arrivati in terra italica, e più precisamente in terra milanese, nella sponda rossonera. Pensate solamente che al posto di questo fenomeno sarebbe dovuto arrivare un certo Zidane, attraccato, invece, sulla sponda bianconera. Di lui si innamorò, calcisticamente parlando, Adriano Galliani, dopo un Bordeaux – Milan, ritorno dei quarti di finale dell’allora Coppa Uefa, in cui il Milan fu umiliato dai ” girondins “ di Bordeaux per 3 – 0, con doppietta proprio dell’eccellente Dugarry, dopo il 2 – 0 dell’andata                                                         

Una sola stagione fece al Milan colui che per un certo periodo, durante la fase adolescenziale, aveva lavorato anche come modello, ma che successivamente, per la sfortuna di chi lo ebbe in squadra, intraprese la carriera, si fa per dire, di calciatore. Al Milan, in quella disgraziata stagione, mise a segno 5 reti che, comunque, per un attaccante del suo calibro, non erano nemmeno poche, visto che il suo massimo stagionale non era mai andato oltre la doppia cifra. Ovviamente, il patron Berlusconi affermò che Galliani era stato mandato per comprare Zidane e non il mancato modello; Galliani, a sua volta, rispose che nel ruolo di Zidane erano già ricoperti con Baggio e Savicevic, due giocatori che, in quel periodo della loro carriera, passavano più tempo a cercare di guarire dagli infortuni che non a calcare i campi da gioco.

Dugarry, in effetti, era stato preso per fare il vice di un certo George Weah. Il buon Christophe affermò di non avere paura della concorrenza del giocatore liberiano, ma anche Weah non aveva certo motivo di avere paura della concorrenza di Dugarry…

Del Dugarry calciatore (?) rossonero le tracce si perdono qua. Andò poi al Barcellona, dove collezionò il ragguardevole score di zero segnature in 7 partite, per poi passare per Marsiglia, Birmingham e chiudere la carriera con i petrodollari del Qatar.

Queste alcune sue dichiarazioni: ” Mi considero un piccolo Vialli. Voglio giocare e non ho certo paura della concorrenza di George Weah”, oppure: “Ho un passato da indossatore, anche se a livello di puro divertimento, e aver vissuto nella capitale della moda è per me un motivo di grande soddisfazione. E più felice di me è stata la mia compagna Frederique, che prima di raggiungermi a Milano lavorava in una boutique”

Questa, invece, la dichiarazione di chi ha avuto a che farci come avversario, e non era certo uno che le mandava a dire, cioè Carletto Mazzone: “Dugarry è un vigliacco, in campo e fuori. In campo perché  anche quando è in ritardo punta sempre a farti male, fuori perché picchia a tradimento e colpisce un giocatore a terra. E’ un bene che sia andato via dall’ Italia”.

C’è anche da dire che scampò ad una squalifica per doping di due anni, visto che chi aveva effettuato le analisi non aveva l’autorizzazione per farlo.

Dulcis in fundo: nonostante la sua ritrosia a fare goal, per due volte si è trovato al posto giusto al momento giusto, e cioè alla finale dei Mondiali di Francia del 1998 e, ahi per noi, alla finale degli Europei del 2000.

                                                                         

                                                                                                                 Stefano Steve Bertini

Stefano Bertini

Laureato in Scienze Politiche, ha oltre 10 anni di esperienza come giornalista. Nel tempo, oltre a dirigere questo sito, ha collaborato con molte testate sia locali che sportive spaziando fra on-line, carta stampata, radio, TV. "Steve", come ormai lo chiamano tutti, é uomo di grandi passioni e a quella per lo sport e le sue mille storie da raccontare unisce l'amore incondizionato per il cinema poliziottesco. E' per questo che in quanto a versatilità, stoicità e capacità di adattamento ci piace definirlo come una sorta di Sandro Ciotti, mixato con Mario Poltronieri e Enzo G. Castellari. In salsa chianina, ovviamente.

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Stefano Bertini
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