Quelli che “con i partiti nessuna alleanza”..
Quelli che hanno l’ossessione dell’inciucio
Quelli che “non dobbiamo avere l’ossessione dell’inciucio..”
Quelli che non vogliono l’inciucio
Quelli che non vogliono il finanziamento pubblico ai partiti
Quelli che senza il finanziamento pubblico la politica la fanno solo i ricchi
Quelli che vogliono il 100%
Quelli che se prendo il 51 governo come se avessi il 49..
Quelli che hanno vinto, ma sono la minoranza
Quelli che hanno perso, ma sono la maggioranza
Quelli che hanno la congiuntivite
Quelli che hanno un problema con i congiuntivi
Quelli che se c’era Renzi si vinceva di sicuro
Quelli che non hanno votato PD perché c’è la Bindi
quelli che sono spariti..
quelli che – purtroppo- non sono spariti….
Governo si governo no, governo forse. Dopo lo tsunami – perché c’è stato uno tsunami – pare prevalere il richiamo alla responsabilità. Quella di garantire un governo ad un paese che sta continuando a scivolare verso un pericoloso precipizio. Perché la crisi non si arresta, anzi. E i suoi effetti sono sempre più tangibili e devastanti. Si misurano in aumento di cassintegrati e disoccupati, in numero di imprese che chiudono, in famiglie che vedono drasticamente e drammaticamente ridotto il loro potere di acquisto e la qualità della loro vita. Si sentono negli appelli accorati degli enti pubblici, alle prese con le restrizioni spesso assurde del patto di stabilità e con i tagli, quasi sempre iniqui, della spending rewiew. A questi problemi qualcuno una risposta la deve dare. Per quanto possa essere appropriato e condivisibile, non basta dire via il finanziamento ai partiti e tagliamo i costi della politica. Proviamo a togliere il dito e magari si vede la luna. Forse non sono in linea con gli umori del paese ma penso – per quello che vale – che occorre definire priorità diverse da quelle maggiormente in voga in questo periodo. Cambiare questa politica, renderla migliore, più efficiente, meno costosa è senz’altro una di queste priorità. Ma c’è molto altro da mettere in campo insieme a questo e, in questo momento, anche prima di questo. Per esempio idee e strategie per uscire dalla crisi, un diverso rapporto con l’Europa, il sostegno alle imprese e ai lavoratori, misure serie concrete per rilanciare l’economia senza rimettere a rischio i conti pubblici, una politica industriale che in questo paese manca da sempre, una efficace (e vera) riforma della pubblica amministrazione che consenta, non solo di eliminare sprechi e doppioni, ma anche di garantire il mantenimento e lo sviluppo di servizi pubblici essenziali , senza i quali nessun paese può essere considerato un paese civile .
Porre al centro questi temi darebbe speranza a tanti che auspicavano che dal risultato elettorale uscisse governabilità e non il suo contrario. Ecco perché oggi mi sento di dire – un po’ assuefatto e arreso al refrain dominante che tanto son tutti uguali – che è il caso di metter da parte considerazioni di principio. E di parte. Governi chiunque, con qualunque formula – PD – Grillo; tecnico; governissimo; dittatura del Guru… – se sono quei temi che dimostrerà di volere – e sapere – affrontare come assoluta priorità, avrà anche il mio apprezzamento. Forse non il mio voto– perché ancora un pochino sono affezionato ai miei principi – ma apprezzamento si. Per quello che vale.
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…