“Il meccanismo del mercato è un impassibile strumento economico, il quale ignora la giustizia, la morale, la carità. Tutti i valori umani. Sul mercato si soddisfano domande, non bisogni”
Luigi Einaudi
Ho una certa simpatia per Mario Monti. Di sicuro facilitata dal fatto che quello che c’era prima – quello unto non si sa da che..diciamo unto e basta- un mostro di simpatia non era di certo. A meno che non si spacci per tale il fatto che facesse le corna nelle foto ufficiali di riunioni internazionali o che rivolgesse “esilaranti”(?) epiteti a vari capi di Stato (abbronzato, culona, etc..). Oppure che fra un consiglio dei ministri e l’altro si rilassasse fra le amorevoli cure di disponibili fanciulle, più o meno in età lecita.
Trovare un opposto più opposto di Monti credo sarebbe stato impossibile anche per le riconosciute capacità del Nostro Presidente della Repubblica.
Monti è davvero una persona per bene che incarna al meglio l’idea di sobrietà, della quale tutti sappiamo quanto bisogno vi sia, nelle istituzioni e nella politica. Sobrietà, competenza, onestà, autorevolezza, tutti doti riconosciute ormai a livello internazionale al nostro Presidente del Consiglio.
Sulla forma nulla da eccepire. È sui contenuti che davvero non mi riesce di condividere. Sarà di sicuro colpa mia, non capire che quello che sta facendo il governo, come da tanti si sostiene (mica di destra o di centro e basta, da ogni schieramento), è un eccellente lavoro. Io però mi ci impegno non poco. Anche perché per formazione e per abitudine mi piace ricercare una “…verità nel suo contrario…” o comunque sforzarmi di capire le ragioni degli altri. Borges era molto convinto di questa necessità, arrivando al punto -come disse in una intervista- “di immaginarmi che gli altri avessero sempre ragione”. Forse è un po’ troppo così, ma lo sforzo di capire i diversi punti di vista è un esercizio che credo valga sempre la pena di compiere.
Devo dire però che su alcune affermazioni, concetti e anche iniziative, attuate da Monti e dal suo governo e condivise da tanti autorevoli commentatori, esponenti politici o del mondo economico e sociale, per quanto mi sforzi la comprensione mi appare sinceramente ostica. Ripeto, temo sia tutta colpa mia. Mi sembrano così convinte queste prese di posizione (“dobbiamo soddisfare i mercati”, “il rigore paga” etc..) e così ampiamente condivise che è lecito pensare che sia io a sbagliarmi.
Ho così deciso di impegnarmi di più, ma anche di chiedere aiuto, affinché possa meglio capire.
In pratica Monti – e gran parte del suo governo- sono espressione di una concezione estremamente liberista in economia. Provo a interpretare ma non dovrei sbagliare di molto. La loro idea è che il mercato, da solo, risolve i problemi e che il mercato deve essere in qualche modo soddisfatto, affinché esso sia benevolo con gli stati e i cittadini. A parte che mi sembrava di aver capito che la politica dovesse soddisfare i bisogni e non i mercati, non mi sembra che tutto questo bel lavoro (per carità, lo spread è stato consistentemente abbassato e gliene siamo grati), abbia portato a risultati universalmente positivi. Lo spread si è appunto abbassato, i bilanci dello stato e degli enti pubblici sono sotto controllo, ma non mi sembra che questo abbia prodotto consistenti risultati sul fronte della cosiddetta economia reale e sulla qualità dei nostri servizi pubblici. Sono sempre di più le imprese che chiudono e sempre più forti sono i lamenti di enti ed istituzioni alle prese con gli effetti dei tagli lineari della spending rewiew. Insomma la disoccupazione cresce, la qualità del nostro sistema pubblico declina inesorabilmente, della cosiddetta fase 2, quella della crescita non si ha notizia, però i nostri conti sono un po’ messi meglio. Dovremmo avere forse più fiducia in queste ricette? E soprattutto pazienza? Non lo so, ma un po’ di cose mi sfuggono e proverò a chiederle.
Questo mercato, il cui buon funzionamento e la sua libera efficienza dovrebbero risolvere i nostri problemi, in quale modo ci renderà tutti ricchi? (e magari, se non si chiede troppo, tutti allo stesso modo e non come ora: pochi ricchissimi e tutti gli altri poveri o poverissimi).
E questo mercato, per il quale la spending rewiew pare essere medicina salutare al proprio soddisfacimento, com’è che ci renderà tutti più istruiti, più colti, più competenti ?
Questo mercato, feticcio di manager in maglione nero, che promettono grandi investimenti nel lavoro delle imprese ma poi si scordano di realizzarli perché così, forse, le stock options fruttano di più, come farà a creare tanti posti di lavoro? Quelli che ad oggi si sono persi e altrettanti che sarebbero necessari?
E questo mercato, che ha preteso e ottenuto lo scivolamento dell’età pensionabile annullando – insieme a insostenibili privilegi – il diritto di tante persone a godersi la pensione dopo 40 (dicasi quaranta) anni di lavoro, e che incessantemente chiede tagli al sistema sociale e sanitario pubblico, in quale modo realizzerà un welfare migliore, più universale, più appropriato ai nuovi e sempre più emergenti bisogni, più accessibile e qualitativamente valido?
Ecco a queste domande, per quanto mi sforzi, mi mancano le risposte. Però magari qualcuno le ha.
Attendo fiducioso
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Sovrano è il cittadino e non i mercati, teniamo presente questo e si salverà il mondo.
Viviamo in una società che, con la complicità di tutti, solleva alcune persone sui piedistalli dell’ammirazione sconfinata e della sconfinata gratificazione economica, senza che a questa glorificazione facciano riscontro valori veramente umani.